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Intellettuali liberal che si ribellano alla nuova Inquisizione del politicamente corretto (che loro stessi hanno infiammato)

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Dunque, 150 intellettuali si sono accorti che “ci sono direttori che perdono il lavoro per aver pubblicato articoli controversi, libri che vengono ritirati perché ritenuti non autentici, giornalisti ai quali non è permesso scrivere su alcune tematiche”: è un estratto dalla lettera pubblicata dalla rivista americana Harper’s e sottoscritta da autori e professori che storcono il naso di fronte al clima da inquisizione spagnola che si respira nel dibattito politico e culturale in Occidente, specialmente negli Stati Uniti.

Il punto di partenza dei firmatari è esplicito: “Le forze illiberali stanno crescendo in tutto il mondo e trovano un potente alleato in Donald Trump”. Che il presidente americano fosse il nemico dichiarato negli ambienti liberal è scontato, così come che la minaccia allo spirito democratico sia rappresentata dalla destra radicale. La quale però, nel suo essere rozza e intollerante, pare sia stata surclassata da chi ad essa si oppone, al punto che la caccia alla streghe per chi esprime opinioni difformi da quelle in gran voga su alcuni temi sociali bollenti ormai non fa prigionieri.

“La resistenza non può permettersi di irrigidirsi nel suo stesso marchio dogmatico e coercitivo, cosa che i demagoghi della destra stanno già sfruttando”, si continua a leggere nell’appello sostenuto anche dall’autrice britannica J. K. Rowling, che ha regalato a grandi e piccoli la saga di Harry Potter. La Rowling da settimane è assediata dai contestatori e perseguitata su Twitter per aver scritto in un post che esistono due sessi, maschile e femminile, che dipendono da fattori anatomici e fisici, aggiungendo che includere i trans nella categoria “donne” danneggerebbe chi è biologicamente donna. Il cielo si è aperto: sono piovute accuse di sessismo, oscurantismo e ignoranza. È stata lanciata pure l’immancabile campagna per boicottare i suoi libri – c’era chi si doleva per aver letto anni fa le avventure del maghetto nato dalla sua abile penna.

“Il libero scambio di idee e informazioni, la linfa vitale di una società libera, ogni giorno viene compresso sempre di più”: è un gran sollievo che se ne siano accorti anche dei fini pensatori che con una certa supponenza nel denigrare gli avversari hanno contribuito a creare il modo di “dibattere” attualmente in voga. Quello che prevede reazioni isteriche se la controparte porta avanti posizioni opposte e talvolta volutamente provocatorie per gettare il sasso in piccionaia e vedere l’effetto che fa, che si parli di inclusione, razzismo, parità di genere e quant’altro proponendo approcci e vie alternative.

“Abbiamo bisogno di preservare la possibilità di essere in disaccordo con sincerità, senza subire gravi conseguenze professionali”. Parole forti, come quelle che seguono: “Un fascista a tutti gli effetti (…), ha il temperamento di un instabile buttafuori di nightclub, schernisce la violenza quando irrompe nei suoi raduni e indossa il suo disprezzo per le donne e le minoranze con orgoglio”. Portano la firma della stessa Rowling e sono rivolte a Trump, alle prese allora (era il 2016) con le presidenziali, e al contempo i Brexiteer erano considerati responsabili della campagna elettorale più divisiva e piena di rabbia nella storia del Regno Unito, messa in piedi da razzisti ignoranti – eppure non risultano mobilitazioni degli euroscettici britannici per bloccare le vendite dei libri di Harry Potter… In compenso poco più di un anno fa il compianto filosofo conservatore Roger Scruton fu denigrato sulla pubblica piazza per alcune parole manipolate rilasciate alla rivista progressista The New Statesman: la possibilità di essere in disaccordo vale per pochi eletti, evidentemente.

Che il tempo si sia rivelato per ciò che è, un galantuomo? Che finalmente, una volta finiti sotto il fuoco amico, anche dall’altra parte della barricata si siano resi conto del pericolo dell’isteria benpensante? O che semplicemente dietro all’accorato appello dei 150 ci sia il desiderio di riportare ordine tra i propri ranghi per poter meglio portare avanti l’opposto di ciò che predicano con i nemici di pensiero? La risposta appare scontata.

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