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Un grido di libertà ricordando Winston Churchill

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Nei periodi, come il nostro, in cui la crisi sociale, ancora prima di quella economica, imperversa e la fiducia nelle istituzioni politiche viene meno, il popolo cerca qualcosa, e spesso anche qualcuno, in cui riporre le proprie speranze. Nel secolo passato, uno dei giganti della storia fu Winston Churchill, il primo ministro che guidò da vero e proprio condottiero politico e militare il Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nato a Woodstock il 30 novembre 1874, Churchill morì cinquantasette anni fa, precisamente il 24 gennaio del 1965. Proveniva da una famiglia di militari, come l’imbattuto John Churchill, noto come uno dei massimi innovatori dell’esercito inglese, generale che condusse il Regno durante la guerra di successione spagnola, e politici, come il nonno paterno, John Spencer-Churchill, e il padre, entrambi nelle file parlamentari dei Tories. Il giovane Winston iniziò la carriera militare entrando nell’accademia di Sandhurst al terzo tentativo. Ben presto, innanzitutto grazie al periodo trascorso in India durante la guerra, poi in Sudan per la guerra mahdista e infine durante gli anni della seconda guerra boera, il futuro premier britannico si rese noto per le sue corrispondenze e per le memorie sugli eventi di guerra, ma non solo. A soli venticinque anni fu eletto nelle file dei Tories.

Nel corso degli anni, prima di divenire primo ministro, ricoprì varie cariche politiche, prima quella di ministro della guerra e dell’aviazione, poi nel 1921 quella di ministro per le colonie, arrivando ad essere nominato “Uomo dell’anno” nel 1925 dal Time in seguito alla nomina a Cancelliere dello Scacchiere nel 1924. In seguito, furono complessivamente due le sue esperienze alla guida del governo inglese: la prima, durante il periodo più nero dell’Europa (come del resto del mondo), tra il 1940 e il 1945; la seconda, dopo la conquista di Downing Street da parte del laburista Attlee alle elezioni del 1945, tra l’ottobre 1951 e l’aprile 1955, dopo sei anni da leader dell’opposizione.

Ciò contro cui dovette combattere durante le due esperienze di governo fu ovviamente molto diverso: durante la prima il nazismo, durante la seconda le storture nelle politiche sociali e la decadenza dell’impero. Concentrandoci sul suo primo periodo Downing Street, nonostante Londra abbia lottato contro il nazismo praticamente da sola prima dell’intervento degli americani, sono molti nel panorama politico, culturale e giornalistico, a dimenticarne i meriti. Un grave errore: il Regno Unito fu un punto fermo durante gli anni terribili della Seconda Guerra Mondiale, fermando l’avanzata di Hitler e permettendo il ritorno alla libertà sul Continente. 

Oltre ad essere ricordato come un grande statista, merce rara al giorno d’oggi, fu anche autore di numerosissime opere letterarie, conquistando il premio Nobel nel 1953. Iniziò a scrivere fin da giovane, arrivando a pubblicare cinque libri all’età di 25 anni, 31 in tutto, ai quali si sommano 18 volumi di discorsi, più una immensa mole di lettere, documenti e altro materiale.

Come occidentali abbiamo il dovere – e, personalmente, anche il piacere – di riconoscere a Winston Churchill l’affermazione dei valori della libertà, indicata dal leader britannico più volte come il valore supremo della civiltà occidentale. 

Fu certamente uno statista guidato da una rigido pragmatismo, che ad esempio vedeva nell’Impero britannico “un potere disciplinante – così il giornalista Federico Rampini in un articolo del 2008 per Repubblica che può portare modernità e libertà attraverso regole e istituzioni collaudate”. Un esercito, rigido per natura nelle sue regole interne e nella sua composizione, permette di dar vita a quel respiro di libertà che in questi mesi, ormai anni, di pandemia non abbiamo più la possibilità di respirare, a causa di politici, i nostri, inebriati dal potere e dallo statalismo. 

“Nella guerra: determinazione. Nella sconfitta: sfida. Nella vittoria: magnanimità. Nella pace: benevolenza.” Viva Winston Churchill! Viva il Regno Unito! Viva la libertà!

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