Esteri

Taiwan non può restare sola: perché è necessario rafforzare i legami

La minaccia concreta di Pechino, i legami economici e culturali con l’Italia, la partecipazione di Taiwan alle organizzazioni internazionali

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In queste ultime settimane la democratica Repubblica di Cina – Taiwan – è, suo malgrado, al centro della scena geopolitica per l’atteggiamento assunto nei suoi confronti dalla Cina Popolare. Isola della democrazia nell’Indo-Pacifico è, senza ombra di dubbio, lo stato che paga il prezzo maggiore dall’emergere della Cina Popolare come superpotenza, economica e presunta militare, di inizio 21mo secolo.

La minaccia di Pechino

Nell’inarrestabile ascesa di Pechino, Taiwan, al momento, è l’unico Paese che vede minacciati la sua economia, i suoi traffici commerciali e, se possibile, deve difendere le sue spiagge, proteggere i suoi centri abitati, preservare la sua democrazia e tenere in vita la sua presidente, che ha avuto il coraggio si dichiarare: “Noi non soccomberemo alle pressioni della Cina Popolare… Taiwan è uno stato sovrano e indipendente”.

La minaccia, non velata, è quella di trasformare l’isola in uno stato di polizia, dopo una cruenta occupazione, come Pechino ha già dimostrato al mondo con Hong Kong e le aree dove c’è un’opposizione al regime comunista.

Assume quindi notevole importanza conoscere la posizione del governo taiwanese in merito ai recenti sviluppi in Estremo Oriente e cosa lega “l’Isola della Democrazia” alla “Bella Italia”.

Come noto, Pechino da oltre un mese porta avanti esercitazioni militari nello Stretto di Taiwan e nei mari orientali, cercando di modificare unilateralmente lo status quo e mettendo a serio rischio la sicurezza e gli equilibri regionali e globali.

Queste azioni quantomeno “esagerate” sono conseguenza della recente visita di Nancy Pelosi a Taiwan, a parere di Taipei una visita legittima da parte di una rappresentante del popolo americano. La Speaker Pelosi ha voluto dimostrare la vicinanza degli Stati Uniti alla democrazia, alla libertà e al rispetto dei diritti umani, che sull’isola sono elementi strutturali della società.

La visita di Pelosi è stata però utilizzata da Pechino per giustificare una chiara quanto impropria volontà: modificare con l’uso della forza, unilateralmente e a proprio vantaggio gli equilibri regionali, minacciando la stabilità dell’Indo-Pacifico.

Il legame Italia-Taiwan

Il governo di Taipei ha ricevuto molte visite da Paesi amici nel corso degli anni e, certamente, altre ne riceverà nel prossimo futuro: ad esempio dal Giappone, dalla Francia, dalla Lituania, nuovamente dagli Stati Uniti, per menzionarne solo alcune.

Anche dall’Italia, in passato, sono giunte visite a livello parlamentare e si spera che in futuro esse si ripetano anche con il nuovo governo in carica. Tali visite hanno lo scopo di rinsaldare l’amicizia e rafforzare il legame finanziario ed economico tra due Paesi affini, dove democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani sono di casa.

Investimenti

Tra Taiwan e Italia c’è un legame molto forte: Roma è il terzo partner commerciale di Taipei tra i Paesi dell’Unione europea, dopo Germania e Paesi Bassi. L’export italiano verso Taiwan nel 2021 è stato di oltre 3 miliardi di dollari, mentre quello taiwanese verso l’Italia ha superato i 2,5 miliardi di dollari. Un fatturato complessivo di oltre 5,5 miliardi.

Per quanto riguarda gli investimenti diretti, l’Italia è il decimo investitore in Taiwan tra i Paesi europei mentre Taiwan è il quinto in Europa.

In particolare, bisogna menzionare l’investimento di GlobalWafers Co. – attraverso la filiale italiana MEMC – di 300 milioni di euro per l’ampliamento dell’impianto di Novara, che produce wafer in silicio da 200mm. MEMC assumerà 100 nuovi dipendenti e inizierà una nuova produzione a partire da metà 2023.

Un progetto concreto di GlobalWafers Co., con l’approvazione del Ministero dello sviluppo economico italiano, nell’industria europea dei semiconduttori – industria dove Taiwan è leader mondiale – rilanciata dal recente Chips Act.

Cultura

Il legame tra Italia e Taiwan non si limita però al solo campo economico. In ambito culturale, ad esempio, la collaborazione tra i due Paesi è molto approfondita, come ad esempio la partecipazione pluriennale e costante di Taiwan alla Bologna Children’s Book Fair e alle Biennali d’Arte e d’Architettura di Venezia, dove è spesso presente con i suoi padiglioni e dove gli artisti taiwanesi hanno raccolto numerosi premi e riconoscimenti. Per non parlare della celebre Mostra del Cinema di Venezia, che ha visto trionfare in più occasioni i registi taiwanesi.

La collaborazione tra Italia e Taiwan nel settore culturale è talmente profonda che alla rappresentanza di Taiwan a Roma, da due anni, c’è una specifica Divisione Culturale per portare avanti numerose attività, quali eventi nel campo delle arti grafiche, letterarie, cinematografiche e della fotografia.

Sostegno politico

L’amicizia tra Italia e Taiwan è però maggiormente dimostrata dal crescente sostegno in ambito politico. Come evidenziato in apertura, il mondo sta attraversando un periodo molto turbolento, con l’ordine democratico minacciato dalla prepotenza delle autocrazie. Questo è un fatto di cui sempre più persone sono consapevoli.

Quest’anno, grazie all’impegno di alcuni parlamentari da sempre vicini alla causa taiwanese, Taiwan è stata oggetto di discussione alla Camera dei Deputati in tre occasioni. La prima il 16 marzo, con la richiesta al governo di avviare una riflessione sulla posizione da adottare con gli alleati europei e la Nato nell’Indo-Pacifico, successivamente approvata a larga maggioranza.

La seconda occasione il 5 aprile, in Commissione Affari esteri, con la risoluzione in cui si impegna il governo ad aumentare le dotazioni delle sedi diplomatiche nella regione Indo-Pacifico, a rafforzare la collaborazione con i principali organismi della regione e ad assumere iniziative con gli alleati utili a promuovere una riflessione più approfondita sulle sfide connesse alle differenze di governance e valori tra Occidente e Repubblica Popolare Cinese.

Taiwan nelle organizzazioni internazionali

Infine, il 22 giungo, sempre in Commissione Affari esteri, una risoluzione impegna il governo a richiedere la partecipazione significativa di Taiwan nelle future edizioni dell’Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, richiesta motivata dalla condotta più che esemplare delle autorità taiwanesi nella gestione della pandemia originata da Wuhan.

Quello della partecipazione di Taiwan alle organizzazioni e agenzie internazionali è un tema cruciale. Taiwan è un membro responsabile della comunità internazionale e ha sempre dimostrato volontà nel collaborare con gli altri Paesi per trovare soluzioni ai problemi globali, dal clima alla sanità.

Il modo in cui Taiwan ha sapientemente contrastato la crisi pandemica che ha colpito l’intera umanità ne è la prova. Eppure, a causa dei continui veti di Pechino, non le è concesso prendere parte a questi consessi internazionali, quale il WHO, dove è possibile sia tutelare i diritti dei suoi 23 milioni di abitanti, sia contribuire con le sue esperienze e competenze al benessere globale.

Prossimamente, dal 27 settembre al 7 ottobre, si terrà a Montreal, in Canada, la 41ma sessione dell’Assemblea dell’ICAO, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, un importante forum internazionale sullo sviluppo e la gestione delle norme che regolano il traffico aereo e le questioni relative all’aviazione. Anche in questo caso, Taiwan dovrebbe avere il diritto di essere presente.

L’aggressione russa all’Ucraina

L’aggressione russa all’Ucraina rimane al centro dell’attenzione del governo e dell’opinione pubblica taiwanesi. Pur essendoci numerose differenze, è difficile, a Taipei, non guardare con particolare preoccupazione a cosa avviene in Europa, considerando che Taiwan convive da decenni con un vicino più grande che minaccia di procedere ad una riunificazione forzata, senza escludere la soluzione militare.

Fin dal 24 febbraio ho scritto e sottolineato che le due situazioni sono comunque diverse, ma ci sono sentimenti profondi che forse chi non è mai stato a Taiwan fa fatica a comprendere.

La presidente taiwanese, Tsai Ing-wen, una donna decisa e amatissima dal suo popolo (è stata rieletta come presidente per un secondo mandato) ha parlato di “empatia per l’Ucraina” e istituito un gruppo di lavoro per analizzare gli effetti del conflitto, perché importante per il suo Paese.

Quanto precede riassume alcuni semplici esempi di quanto importante sia Taiwan per la stabilità e il benessere internazionale. Dunque non possiamo abbandonarla dinanzi alle minacce di Pechino.

La comunità internazionale composta da chi crede nei valori della libertà, della democrazia e dei diritti umani dovrebbe restare unita e fronteggiare le sfide che le autocrazie stanno ponendo. Nessuno deve restare da solo.

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