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Truss rilancia alla convention Tory: sfida alla “coalizione anti-crescita”

Tra Labour in crescita e fronda interna, Liz Truss prova a rilanciare il suo Piano per la crescita dopo il parziale dietrofront

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Alla fine, a ricompattare il Partito Conservatore a Birmingham ci ha pensato Greenpeace: due sabotatori con il cartello “Non abbiamo votato per questo!” hanno interrotto lo speech conclusivo della leader, Liz Truss, causando la standing ovation della platea per la premier, già in discussione dopo poco meno di un mese dal suo ingresso a Downing Street.

Una settimana difficile

Non è stata una settimana facile per Truss. Prima, ha dovuto incassare il no del partito a parte del suo Piano per la crescita. Poi, ha dovuto fare marcia indietro sulla riduzione delle tasse dal 45 al 40 per cento sui redditi più elevati.

E, infine, ha dovuto prendere atto che anche sulla riforma dello Universal Credit – una sorta di reddito di cittadinanza UK – ci sono sensibilità diverse anche all’interno del suo stesso Esecutivo, con la leader della Camera dei Comuni – sorta di ministro per i rapporti con il Parlamento – Penny Mordaunt dichiaratasi favorevole ad aumenti in linea con l’inflazione, mentre il governo vorrebbe legarli alla media dell’aumento dei salari.

Verso un autunno rovente

Si aspetta, dunque, un autunno infuocato alla Camera dei Comuni, dove i franchi tiratori possono affossare il pacchetto di riforme economiche del premier, aprire la crisi e defenestrarla in men che non si dica: qualcuno dice già entro Natale.

Altri arrivano addirittura ad abbozzare i sostituti: Rishi Sunak e, udite udite, Boris Johnson. Sì, lo stesso Boris Johnson cacciato con ignominia dai Tories non più tardi del mese di luglio.

Il Labour cresce

I sondaggi indicano un chiaro spostamento dell’elettorato verso il Labour. Non che Keir Starmer esalti gli inglesi (e men che meno scozzesi e gallesi). Ma la confusione e le divisioni che regnano in casa conservatrice fanno sì che i cittadini guardino a sinistra. Logico che sia così.

Da quando è tornato a sventolare la Union Jack e abbandonato i propositi di rientrare nell’Unione europea cancellando la Brexit, Keir Starmer sembra un leader più credibile e sono in molti a vederlo già a Downing Street.

Fiducia a Truss

Quanto ai Tories, Truss ci ha tenuto a dire che sono l’unico partito con un piano pro-crescita contro una “coalizione anti-crescita” che va dal Labour ai Verdi, passando per l’Extinction Rebellions e i LibDems. Uno slogan che verrà usato anche in futuro dai Tories, alla disperata ricerca di un senso che li possa condurre a fine legislatura con ancora delle possibilità di vincere le prossime elezioni.

Attualmente gli istituti demoscopici prevedono una maggioranza di seggi a tre cifre per i Laburisti ma le elezioni potrebbero essere ancora molto lontane. L’unica strada per i Tories, al momento, è quella di dare fiducia a Truss: sapranno imboccarla?

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