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Ischia: a quando un condono per le nefandezze della burocrazia?

I condoni un comodo capro espiatorio, alibi di un ipertrofico apparato pubblico e follie dirigiste frutto di quella sciagurata fase politica che sdoganò il PCI

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Nauseato dall’ennesima, stucchevole, malintesa, sciocca, retorica contro il “condono”, contro i condoni come capri espiatori delle sciagure che di tanto in tanto, anche ben prima dell’esistenza del condono, si abbattono sull’Italia e non solo sull’Italia.

Cos’è e come funziona un “condono”

Possibile che non esista un solo giornalista che capisca cosa sia in realtà un “condono” e come lo si metta in opera? Possibile che non esista un solo commentatore che abbia la lucidità per capire che il cosiddetto “condono” altro non è che uno dei tanti, diversificati, multiformi, provvedimenti inventati e gestiti dalla burocrazia italiana? Ovvero dal nostro ipertrofico apparato pubblico, un vero e proprio mostro campione di lentezza, di inefficienza e di corruzione?

Possibile che non vi sia nessuno che capisca come la scelta “politica” del condono non sia di per se stessa, cioè per sua natura, turpe o amorale, ma che lo diventa solo quando i criteri di applicazione delle regole e le condizioni che sovrintendono ogni condono vengono disattesi, infranti, traditi, per superficialità o per dolo, proprio da coloro che quelle regole dovrebbero farle rispettare?

Possibile che nessuno si chieda come sia possibile che ad oggi, novembre 2022, vi siano ancora in corso procedure di condono risalenti al primo condono edilizio, del 1985, cioè a quasi 40 anni fa?

Possibile che nessuno ricordi come il primo “condono edilizio” non fu voluto da un governo di centrodestra, o di destra, ma da un governo di centrosinistra (il Craxi 1)?

Le follie dirigiste

Possibile che nessuno ricordi come quel governo fu praticamente obbligato ad intervenire in un settore, quello urbanistico-edilizio, che era stato messo con le spalle al muro – assieme e tutta l’economia italiana di cui l’edilizia era sempre stata un elemento trainante – dalla follia dirigista di stampo sovietico della legge sul cosiddetto “Equo Canone” e del “Piano decennale per la casa” (Legge 5 agosto 1978, n. 457 – Norme per l’edilizia residenziale) – leggi entrambe varate dai governi di solidarietà nazionale (1976-1979) che avevano il Partito Comunista in maggioranza come ispiratore e responsabile principale di tali scelte?

Nel cimitero della memoria storica, ormai sistematicamente travolta dal corso di eventi superficialmente interpretati sulla base di luoghi comuni e di faziosità di vario genere, svetta certamente quella sciagurata fase della politica italiana che sdoganò definitivamente il PCI al governo dell’Italia, e da cui discesero infiniti danni e sciagure per tutti noi, infinitamente peggiori di quella, dolorosissima, di Ischia.

Burocrazia incapace e corrotta

Prendersela oggi coi condoni è come prendersela con il cane che morde il bambino essendo aizzato dal suo padrone. Anche perché le costruzioni dichiarate “abusive” spesso non sono “più abusive” di molte altre che erano state autorizzate.

Insomma, per finire, il grande, vero problema non è il condono o la politica dei condoni, ma l’irresponsabilità complice di una burocrazia troppo spesso incapace, corrotta, fancazzista, che non esegue i controlli e che piega le regole ai propri interessi o a quelli dei propri protettori politici.

Un condono sulla corruzione e la connivenza nella pubblica amministrazione è mai stato chiesto? Naturalmente no. Ed è invece proprio ciò che più servirebbe.

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