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Le urne si avvicinano, puntuale riparte la narrazione del pericolo fascista

Il genere letterario preferito della sinistra? La fantascienza: le urne spalancherebbero le porte all’invasione degli ultracorpi fascisti e dei deplorables

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La politica nostrana sembra appassionarsi sempre di più al racconto fantascientifico. Mirabolanti narrazioni, personaggi alieni, ambientazioni futuristiche e viaggi nel tempo sono all’ordine del giorno tra i banchi parlamentari e nei salotti televisivi.

Fascisti e comunisti, ibridi nazisovietici, sono tornati tra noi o, forse, non se ne erano mai andati, dicono con volto affranto e disperato. Si sono nascosti nella società civile e nel mondo delle istituzioni. I monatti dell’antidemocrazia aspetterebbero solo il momento opportuno per colpire dove più fa male, nel portafoglio probabilmente.

Urge, pertanto, denunciare, gridare, mettere in guardia i cittadini ignari (o complici?). Il pericolo più grande? Le urne che, di certo, spalancherebbero le porte all’invasione degli ultracorpi fascisti, razzisti, intolleranti. Della feccia che sarebbe, invece, da ricacciare nelle fogne, come da slogan degli anni ’70.

L’indegnità della controparte non va in alcun modo dimostrata, è certificata dalla superiorità morale del giudice di sinistra e dei suoi nobilissimi propositi. Contenti loro, contenti tutti. Grazie e arrivederci, eroi senza macchia e dalle infinite virtù. Paladini del politicamente corretto.

Ne esce un quadretto surreale che suscita sbadigli larghi come buchi neri. Un giurassico ritorno al presente, con spassosi dinosauri al volante della mitica DeLorean, in cerca dei temuti Jedi, nemici giurati dell’Impero Galattico. Io sono leggenda, io e pochi altri, sia chiaro.

E se si provasse, anche solo per un attimo, a mutare genere letterario? Discutere sui temi, confrontare tesi e antitesi, giungendo, infine, a conclusioni serie e pratiche. Adoperarsi per il convincimento più che per l’umiliazione dell’avversario. Proporre idee e soluzioni, non limitandosi a denigrare quelle altrui.

Ma temo che non vi sia speranza più fantascientifica di questa perché, come asseriva il grande scrittore Isaac Asimov, “la violenza è l’ultimo rifugio dell’incompetente”.

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