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Perché boicottare i mondiali di calcio in Qatar: senza se e senza ma

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Nel 1978 fece scalpore l’Olanda, la grande Olanda del tecnico Ernst Happel che prese posizione netta contro l’Argentina padrona di casa ai Mondiali di calcio. Era l’Argentina del dittatore Videla, che si era macchiata di gravissimi crimini contro l’umanità ai danni degli oppositori politici, i cosiddetti Desaparecidos, ragazzi e ragazze di sinistra prelevati a forza e uccisi per il solo fatto di poter rappresentare una minaccia al regime fascista dei generali. Non ci fu soltanto la dichiarazione congiunta dei calciatori, Johaan Cruiff in testa, prima della partenza, con una netta condanna del regime. Ci fu anche la defezione del giocatore olandese più rappresentativo, proprio l’olandese volante che addusse motivi familiari dietro la rinuncia alla partenza per Buenos Aires, mentre voci più che ufficiose sostennero fosse stato minacciato di morte.

Pur non essendo più la nazionale di quattro anni prima, l’Olanda riuscì ad arrivare in finale (tra l’altro battendo l’Italia in semifinale con un gran gol di Haan da fuori con Zoff fermo a guardare la traiettoria). Ovviamente incontrò i padroni di casa, i bianco azzurri che vantavano Mario Kempes e Daniel Passarella, Ardiles e Bertoni fra le loro fila ma che erano nettamente inferiori. La partita, del resto, fu una farsa. L’arbitro italiano Sergio Gonella diresse per modo di dire. Ogni fischio fu a favore dei padroni di casa. Ogni azione offensiva degli orange era accompagnata da improvvise invasioni di campo che intimorivano i calciatori. La gara si concluse 3-1 per l’Argentina ai supplementari, con gli olandesi che, signori fino alla fine, decisero di non partecipare alla ulteriore e definitiva presa in giro, la cerimonia di premiazione.

Fra quasi un anno esatto, ci saranno i nuovi campionati mondiali di calcio. Con una decisione al limite del ridicolo, la Federazione Internazionale ha deciso che si giocheranno in Qatar. Lo stato, come testimoniano diverse inchieste, riportate tutte nel preziosissimo libro “Qatar Papers” dei giornalisti investigativi francesi Christian Chesnot e George Malbrunot, è al centro di molte polemiche e boicottaggi per il suo più che dimostrato finanziamento a diversi gruppi terroristici islamisti sparsi per il mondo. Gli stessi che di tanto in tanto compiono attentati in Europa (e non solo). Boicottare i mondiali in Qatar non sarebbe necessario però soltanto per quanto dimostrato da “Qatar Papers”; boicottare il Qatar significherebbe boicottare un certo tipo di Islam; violento, espansionista, misogino e omofobo, radicale direbbero i perbenisti del politicamente corretto. Significherebbe dare un segnale forte e inequivocabile sul piano della lotta per i diritti umani e per la libertà a livello planetario. Invece, i potenti biscazzieri del pallone, si sono genuflessi come al solito ai signorotti del petrolio. Addirittura Michel Platini, ex presidente dell’Uefa che ha contribuito in maniera fondamentale all’assegnazione di questi Mondiali di calcio, nel giugno scorso è stato arrestato dalle autorità francesi per corruzione proprio per la vicenda qatariota.

A nulla è valsa la denuncia di Amnesty International circa il “grave sfruttamento, cui sarebbero sottoposti i lavoratori addetti alla realizzazione delle strutture in Qatar; 2,5 milioni il numero di migranti che verranno impiegati come ‘schiavi’”. A nulla la presa di posizione contraria dei Paesi confinanti come Bahrein ed Emirati Arabi e dell’Arabia Saudita, e perfino dell’Egitto. Le roi Michel, come riporta iltempo.it del 18 giugno scorso, avrebbe partecipato “nel novembre 2010 all’Eliseo a un incontro con l’allora presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy e l’emiro del Qatar Tamim ben Hamad al-Thani. Secondo quando scrisse France Football, si discusse l’acquisto del Psg da parte del Qatar Sports Investments, dell’aumento dei qatarioti nella partecipazione azionaria del gruppo Lagardére, della creazione del canale BeInSports in Francia in cambio di una promessa: che Platini votasse per il Qatar e non per gli Stati Uniti, come aveva promesso. Nove giorni dopo la Coppa del Mondo viene quindi assegnata al Qatar che batte la fortissima concorrenza di Stati Uniti ma anche di Corea del Sud, Australia e Giappone.”

Il boicottaggio dovrebbe essere seguito, a mio avviso, da nette prese di posizione da parte degli ambientalisti, gli stessi seguaci di Greta che forse non sanno che per refrigerare gli stadi situati in pratica nel deserto a 40 gradi di calore esterno, il Qatar ha messo su un sistema di climatizzazione che porterà la temperatura interna a 23-24 gradi; per uno stadio come l’Al Janoub che ospiterà fino a 45 mila spettatori. Come ha fatto? Quanta energia costa? Quanta Co2 emetterà?

Secondo voi, ci sarà una nazionale coraggiosa (non di un Paese islamico), in grado di denunciare con forza questi fatti, in primis le violazioni dei diritti dei lavoratori, le inchieste che inchiodano il Paese alle sue responsabilità sul finanziamento ai terroristi, l’inquinamento ambientale che verrà prodotto per la costruzione degli stadi? Vista la situazione finora, ho i miei dubbi. Noi proviamo a ri-smuovere le acque e a sensibilizzare. Chissà, magari viene fuori una nuova splendida nazionale come quella olandese del 1978 che si fa portavoce di un malessere diffuso verso tutto ciò che rappresenta quel tipo di cultura a livello internazionale e che in pochi, ancora troppo pochi, osano sfidare apertamente. Corriamo il rischio, perfino, di avere un’altra finale farsa come quella del 1978, corriamo il rischio di un mondiale islamico-fantozziano; e, per noi che adoriamo il Calcio (e non più questo calcio), sarebbe la mazzata finale.          

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