Esteri

La guerra in Ucraina

Attacco hacker durante il discorso di Putin

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Durante il discorso di Putin dalla Piazza Rossa a Mosca per il V-Day, il Giorno della Vittoria contro il nazismo, un attacco hacker ha messo fuori uso Rutube, sito web russo di video sharing tipo Youtube e gran parte della trasmissione dei canali nazionali russi via web. Sugli schermi delle Smart tv russe, infatti, è comparso un messaggio contro la guerra. Riportano le principali agenzie di stampa che tutti i canali sono stati colpiti dall’attacco hacker: Rossiya 1, Ntv Plus, Pervyi Kanal. Sulla pagina dei programmi, al posto del nome di ogni programma, accanto all’orario, il messaggio: “Sulle vostre mani vi è il sangue di migliaia di ucraini e delle centinaia di loro figli uccisi. Le televisioni e le autorità stanno mentendo. No alla guerra”.

Putin, nel suo discorso di 11 minuti ha evocato il ricordo dell’eroismo sovietico nella seconda guerra mondiale per spronare il suo esercito alla vittoria in Ucraina. Ha ripetutamente paragonato la guerra in Ucraina alla sfida che l’Unione Sovietica dovette affrontare contro Adolf Hitler nel 1941. “I paesi della Nato non hanno voluto ascoltarci”. Rivolgendosi alle truppe schierate sulla Piazza Rossa, Putin inoltre ha condannato quelle che ha definito minacce esterne per indebolire e dividere la Russia, e ha ripetuto argomenti familiari che aveva già usato per giustificare la sua invasione: il rischio di “un’invasione” della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. “A Kiev avevano annunciato la possibile acquisizione di armi nucleari”, ha detto Putin.

In questo scenario, Papa Francesco prova senza sosta ad aprire dialoghi internazionali per la pace. È successo anche martedì scorso nell’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera. Lui a Mosca, a parlare con Putin, a chiedergli di fermare la guerra ci andrebbe di corsa, nonostante il dolore al ginocchio che gli impedisce molti movimenti. E questa sua intenzione a Mosca la sanno da tempo: almeno da metà marzo, “certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina”, sottolinea. Parole che zittiscono quanti, per la verità non molti, si chiedono perché la Chiesa non interviene.

 

Per incontrarsi bisogna essere in due e su questo papa Bergoglio è pure più chiaro: “Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tutta questa brutalità come si fa a non fermarla?”. Ci sembra spieghi bene quanto sta avvenendo in Ucraina e a Mosca, dove vive anche il patriarca della Chiesa ortodossa Kirill con il quale invece lui ha avuto un lungo colloquio on line. Dopo averlo ascoltato per 20 minuti, mentre giustificava la guerra, gli ha risposto: “Fratello noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin”.

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