Economia

Bollette, cosa serve per contenere i rincari

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Il caro bollette continua a colpire famiglie ed imprese e rischia d’innescare una crisi economica senza precedenti. Massimo Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, ha parlato senza mezzi termini di una “Caporetto per le famiglie” chiedendo “immediatamente un Consiglio dei ministri straordinario per varare un provvedimento urgente che blocchi questi prezzi stellari” e ricalcolando la bolletta annua “da infarto”.

Un nuovo aumento del 59% sembra essere alle porte, si temeva addirittura il raddoppio dei costi che secondo il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, avrebbe potuto spingere all’aumento della morosità delle famiglie. L’ammontare totale di fine anno, purtroppo, supererà il 100% rispetto al 2021 e sarà in media di circa 1.322 euro rispetto ai 632 euro del 2021.

Provvedimenti presi

Le soluzioni attuali per contrastare gli aumenti nel decreto Aiuti bis sembrano comunque essere insufficienti ed avranno un impatto limitato sulle bollette: per il quarto trimestre sono state azzerate le componenti degli oneri generali di sistema, sia per il settore elettrico che per il gas per tutti gli utenti confermando l’applicazione della componente negativa UG2 a vantaggio dei consumi gas fino a 5.000 smc/anno. Ad unirsi a queste misure c’è la riduzione dell’Iva al 5% sul gas, ma le difficoltà per le aziende ed i cittadini restano ancora alte.

Per quanto riguarda le famiglie più in crisi, saranno disponibili ancora bonus sociali per elettricità e gas. Come previsto, ricorda l’Arera, potranno beneficiare di tali bonus sociali le famiglie con un livello di Isee fino a 12.000 euro (soglia che sale a 20.000 euro per le famiglie numerose). I bonus vengono erogati direttamente in bolletta a tutti i nuclei che ne hanno diritto, a condizione che abbiano un Isee valido ed entro la soglia indicata, nel 2022. Come già chiesto per il gas, “viste le criticità del momento”, l’Arera ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento affinché venga posticipata anche la fine della tutela elettrica per le microimprese (prevista per il prossimo primo gennaio) e di conseguenza anche quella per i clienti domestici.

Cosa fare

Giorgia Meloni propone di tagliare gli oneri sugli aumenti delle bollette energetiche dell’ultimo anno e dividere il costo dell’elettricità da quello del gas. Personalmente invece punterei ad un forte scostamento di bilancio con l’attivazione di un fondosalva imprese” e “tutela famiglie“. In questa situazione di forte crisi e paura per il futuro si nasconde una grande occasione di rilancio per l’economia dell’Italia. Fare deficit di bilancio non è cosa semplice, ma siamo davanti ad eventi eccezionali ed è necessario attivare delle risorse in grado di iniettare fiducia. Ad esempio, un fondo “salva imprese” non dovrebbe limitarsi a considerare i rincari delle bollette, ma piuttosto essere un sostegno idoneo per stimolare nuove assunzioni ed aumentare i salari. Mentre un bonus “tutela famiglie”, dovrebbe essere in grado di compensare tutti gli aumenti di energia elettrica e gas. In questo modo, da una parte si risolverebbe il problema dei maggiori costi in bolletta e dall’altra si avvierebbe un processo di rigenerazione economica del Paese attraverso la nascita di nuovi posti di lavoro, una maggiore capacità d’acquisto dei cittadini di beni e servizi all’interno dell’economia reale.

Meno tasse, il caso Irlanda

Ovviamente, sarebbe auspicabile contemporaneamente una defiscalizzazione per liberare ulteriori risorse. Il centrodestra ha certamente una linea che punta in modo intelligente verso una diminuzione delle tasse, ma deve realizzare in fretta il suo programma di riduzione delle imposte senza troppi timori, basta prendere in considerazione l’esempio dell’Irlanda, un Paese europeo che ottiene le entrate fiscali maggiori. Può sembrar strano che aliquote limitate producano grandi attivi, ma è così. In questo senso, i dati sono eloquenti. Con un’aliquota del 12,5% l’Irlanda riesce a introitare il 3,9% del pil, mentre la Francia ottiene solo il 3% (nonostante una tassazione al 34,4%), la Germania il 2,1% (con una tassazione al 29,8%) e la vecchia Europa “a 15” il 3,4% (con una tassazione media del 23,2%). Senza questa limitata tassazione, l’Irlanda non avrebbe mai conosciuto lo straordinario sviluppo che ha avuto negli ultimi trent’anni.

Il centro ora dovrà studiare rapidamente una soluzione con coraggio e determinazione per salvare l’Italia. Buon lavoro al nuovo Governo.

Carlo Toto, 30 settembre 2022

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