Commenti all'articolo Ci mancava il Verdi pro-migranti

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Aldo
Aldo
29 Settembre 2019, 9:13 9:13

Gervasoni si chiama Marco, ed anche la Rita avrà un cognome, per delle accuse così dirette e circostanziate. “Io questo Nabucco l’ho visto ieri sera”, etc. etc.: o qualcuno mente, oppure c’è stata una disinformazione preventiva a scatenare questi abbagli. Gervasoni non può tirarsi indietro e credo risponderà. Con tutta la mia simpatia.

Rita
Rita
28 Settembre 2019, 7:58 7:58

Volgare strumentalizzazione conformistica è quella che il signore autore di questo ridicolo pamphlet costruisce per portare acqua al suo mulino sovranista: niente di quello descritto appare in questo spettacolo e ne ho ragione per dirne dal momento che – a differenza del suddetto signore – io questo Nabucco l’ho visto ieri sera. Non starò ad enunciare l’ottima qualità del lavoro messo in scena ma resto agganciata al bisogno fazioso di deformare il Reale al proprio scopo propagandistico che alcuni, compreso l’autore di questo farneticante blog, adottano alla ricerca affannosa di un pulpito sul quale attestare le loro convinzioni politiche. La volontà di riscatto e il risveglio spirituale di un popolo, propri di Giuseppe Verdi, sono assolutamente presenti nel lavoro a cui ho assistito ieri: non ci sono barche di migranti né tantomeno esaltazioni di culture offensivamente chiamate – sempre dal suddetto – meticce. Ideologie violente?! Censure e propaganda?! I temi contestati da questo signore sono le sue armi per continuare a sparare a zero per affermare le sue convinzioni politiche, anche a costo di deformare il Reale. E non è questo il nocciolo del Totalitarismo? Il signore in questione, già deposto dal suo incarico universitario per le sue posizioni antipluraliste, non pago ora si rivolge verso ambiti a lui lontani, come quelli culturali, continuando ad articolare comizi politici e a… Leggi il resto »

Aldo
Aldo
27 Settembre 2019, 16:14 16:14

Gentile Paola, sarebbe meglio ignorare come hanno fatto, ma se proprio vuole, vada su questo link e legga qualcosa:
https://parma.repubblica.it/cronaca/2019/09/24/news/ricci_forte_il_nostro_nabucco_tiranno_da_social_-236702019/
Sapendo quello che hanno nelle teste, a me quei due fanno venire i brividi solo a guardarli in foto. E’ una mia personale sensazione.

Paola Datodi
Paola Datodi
27 Settembre 2019, 8:31 8:31

e Strehler benchè comunista brechtiano evitò sempre certi eccessi, rispettando tempi e luoghi dell’azione… Quanto al Nabucco è una delle opere più strapazzate dai registi. Già negli anni Settanta Luca Ronconi ne produsse un allestimento (a Firenze) che fece scalpore, anche se in fondo ben moderato in confronto alle “stranezze” di oggigiorno. Dopotutto, e soltanto nel finale, introducendo anacronismi risorgimentali,si rifaceva al momento storico in cui l’opera era stata composta, ma l’immigrazione? non c’entra nè punto nè poco; sarei proprio curiosa di sapere come hanno fatto…

Aldo
Aldo
27 Settembre 2019, 7:11 7:11

Un piccolo trattato che compendia tutto e che mi era apparso prolisso per la sua lunghezza su questo blog. Ma al leggerlo si resta estasiati, per la sua stringatezza giornalistica, i temi trattati, l’interazione, i collegamenti logici, la sua meravigliosa conclusione negli ultimi due righi. E’ stato un piacere. Mi congratulò.

rocco
rocco
26 Settembre 2019, 20:30 20:30

cultura, parola straabusata ed ambigua per la diversità dei significati attribuiti. Quando si parla di “una cultura” si indica, la dico poeticamente, “l’aria che si respira in un luogo, ossia la lingua, le tradizioni, il modo di vivere e di vestirsi, i riti ed i miti a cui si crede e l’arte specifica di quella cultura. In base a questa definizione si riconoscono le varie culture del mondo, la ricchezza dell’umanità. Spesso, a torto, si confonde la cultura con la nazionalità, per cui si crede nell’esistenza di culture nazionali (quella italiana è l’esempio tipico di una non cultura, in quanto il sincretismo di diverse culture e quindi un multiculturalismo). Poi vi è la definizione di cultura che fa confusione con istruzione, conoscenza e spettacolo, ossia la cultura degli intellettuali, degli scrittori e degli attori. E questo tipo di cultura non ci interessa. Si dice che la diversità di culture sia la ricchezza dell’umanità, ma per far si che le culture persistano e per preservarle non bisogna contaminarle; l’UNESCO tutela e preserva le culture della terra in quanto patrimonio di biodiversità culturale incommensurabile. Ed è questa il vero multiculturalismo globale. Però, vi è la tendenza a considerare il multiculturalismo come nuova cultura globale in cui tutte queste culture planetarie sono costrette a coesistere nello stesso luogo, facendo in modo da integrare… Leggi il resto »

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