Salute

Il dibattito sulla campagna vaccinale

Covid, adesso uno studio rivela: “Ecco quanti sono gli effetti avversi dei vaccini”

Salute

di Paolo Becchi e Nicola Trevisan

In Germania il dibattito sul danno da vaccino ha raggiunto l‘opinione pubblica. Molti parlano di studio osservazionale a lungo termine della Charité di Berlino (per chi non lo sapesse, è uno dei più grandi ospedali universitari d’Europa, noto da sempre per le sue ricerche sui vaccini) in cui è coinvolto anche il Prof. Christian Drosten (il virologo più noto, che ha supportato sino ad oggi tutte le decisioni del governo) giunge alla conclusione che gravi complicazioni dopo la vaccinazione si verificano 40 volte più spesso di quanto precedentemente registrato dal Paul Ehrlich Institute (PEI è in sostanza un importante istituto riconosciuto di ricerca per vaccini e biomedicina). 

Nell’ultimo report di sicurezza pubblicato dal PEI si evidenzia  che a fronte di 172 milioni di dosi somministrate al 31 marzo 2022, sono pervenute 296mila reazioni avverse (1.7x1000dosi) di cui considerate gravi 0.2x1000dosi (fonte).

Nello studio della Charité intitolato “Profilo di sicurezza dei vaccini Covid-19” sono state intervistate circa 40.000 persone vaccinate (link allo studio); dopo un anno di indagine, i risultati indicano come otto vaccinazioni su 1.000 provocano gravi effetti collaterali. Rispetto al valore di 0.2 del PEI, si evidenzia un fattore di 40volte superiore. Considerando che alla data in cui scriviamo in Germania sono state somministrate 179milioni di dosi, con 64 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una dose, i numeri proiettati a questa popolazione parlano appunto di più di 500mila persone coinvolte da gravi effetti collaterali post vaccinazione.  

Il numero non è sorprendente”, spiega il Prof. Harald Matthes, coordinatore dello studio: “Corrisponde a ciò che è noto da altri paesi, come Svezia, Israele o Canada. A proposito, anche i produttori dei vaccini avevano già determinato valori simili nei loro studi”. Con i vaccini convenzionali, come contro la poliomielite o il morbillo, il numero di gravi effetti collaterali è significativamente più basso.

La Charité registra questi sintomi come gravi effetti collaterali che durano per diverse settimane o più e richiedono anche cure mediche. Si tratta in particolare di infiammazioni del muscolo cardiaco, dolori muscolari e articolari, reazioni autoimmuni o disturbi neurologici. Il Prof. Harald Matthes ha dichiarato ad una importante emittente pubblica tedesca: “[…] La maggior parte degli effetti collaterali, compresi quelli gravi, si attenuano dopo tre o sei mesi, l’80% guarisce. Ma purtroppo ce ne sono anche alcuni che durano molto di più”.

Sia alla Charité che in altre cliniche, si stanno sviluppando trattamenti efficaci per le persone con complicanze da vaccino: “Spesso, la presenza di troppi autoanticorpi nel plasma sanguigno delle persone colpite è la causa del problema“, spiega il Prof. Matthes. “Ecco perché bisogna prima determinare quali e quanti di questi autoanticorpi siano presenti […] Non appena la diagnosi è chiara, si tratta di rimuovere gli anticorpi in eccesso dal sangue mediante soppressione immunitaria da farmaci o da uno speciale lavaggio del sangue”.

Matthes infine chiede che non si stigmatizzino più coloro che criticano i vaccini, visti gli effetti collaterali dovremmo finalmente parlarne “apertamente”. Il professore fa parte del consiglio di diverse associazioni professionali e da anni studia sistematicamente i farmaci, la sua voce ha un peso:  “[…] Dobbiamo arrivare alle offerte terapeutiche, discuterne apertamente ai congressi e in pubblico senza essere considerati anti-vaccinazione”.

Fra gli eventi avversi diversi studi hanno evidenziato alti tassi di miocarditi e pericarditi nei giovani vaccinati. Un altro delicato tema riguarda le interazioni di questi farmaci anti-Covid somministrati alle donne in gravidanza. A tal proposito riportiamo le dichiarazioni del Dr. James Thorp medico di 68 anni in ostetricia e ginecologia che pratica da una quarantina di anni.

“Ho visto molte, molte, molte complicazioni nelle donne in gravidanza, nelle mamme e nei feti, nei bambini, nella prole”…”[…] morte fetale, aborto spontaneo, morte del feto all’interno della mamma […]”. Quello che ho visto negli ultimi due anni non ha precedenti”, ha affermato Thorp.

Thorp ha spiegato che, sebbene abbia visto un aumento della morte fetale e degli esiti avversi della gravidanza associati alla vaccinazione Covid-19, i tentativi di quantificare questo effetto sono ostacolati dall’imposizione di ordini di “bavaglio” a medici e infermieri. Si veda al riguardo la pubblicazione “Il tradimento del paziente: la corruzione della sanità, il consenso informato e il rapporto medico-paziente” dello scorso 1° marzo 2022 (link al documento).

Riportiamo la traduzione dell’abstract e delle conclusioni di tale articolo di denuncia:

 

“[…] l’American Board of Obstetrics & Gynecology (Abog) ha minacciato i suoi oltre 22.000 membri con azioni disciplinari, inclusa la revoca delle licenze e delle certificazioni del consiglio. In tale dichiarazione, ABOG si riferiva alla Federation of State Medical Boards (Fsmb) e all’American Board of Medical Specialties (Abms). Ci sono 1.013 pubblicazioni peer-reviewed su riviste mediche che documentano morbilità e mortalità dalla terapia sperimentale con acido nucleico Covid-19. I dati Vaers mostrano un rischio significativo associato a questa terapia genica sperimentale nelle donne in età fertile e nelle donne in gravidanza. […] Abog e altri organismi che regolano il personale medico hanno emesso ai loro membri ordini di bavaglio inappropriati, impedendo il consenso informato e distruggendo il rapporto medico-paziente. Molte fonti di dati affidabili, letteratura medica e Vaers segnalano pericolo per l’uso dei vaccini Covid-19, in particolare durante la gravidanza e nelle donne in età fertile. Abog deve ritirare le sue irragionevoli minacce e sconsigliare l’uso della “vaccinazione” Covid-19 in gravidanza in attesa di studi prospettici a lungo termine […]”

Il tema della sicurezza nella somministrazione di questi preparati alle donne in gravidanza è sempre stato oggetto di prese di posizione senza dare luogo a dibattito, come fosse un dogma di fede, ma ora le cose stanno cambiando. 

Pfizer (lo testimonia il documento qui allegato post autorizzazione del 2021), indica come la sicurezza per l’uso in donne gravide o in allattamento è considerato “missing information”, vale a dire che mancano ancora studi e dati attendibili. Inoltre, viene indicato da evidenze nei trial eseguiti dalla stessa, come su 274 casi di donne in gravidanza vaccinate ci sono state 49 reazioni avverse considerate non gravi e 75 gravi (il 27%) di cui 25 eventi di aborto spontaneo. (Link al doc Pfizer pag 12)

Anche nelle indicazioni emesse dall’agenzia britannica di regolamentazione (MHRA) nota come “Regolamento 174”  permangono dichiarazioni di cautela (fonte): “C’è un’esperienza limitata con l’uso del vaccino mRNA COVID-19 BNT162b2 in donne in gravidanza… […] La somministrazione del vaccino deve essere presa in considerazione solo quando i potenziali benefici superano i potenziali rischi per la madre e il feto”.

Questi fatti confermano quanto già da noi evidenziato nel nostro libro “STOPVAX. I fatti che vi tengono nascosti, dove avevamo anticipato l’esistenza di effetti avversi che la vaccinazione potrebbe comportare anche alle donne in gravidanza e nell’alterazione dei cicli mestruali, invitando alla prudenza. Piano piano sta venendo fuori molte cose dalle ricerche scientifiche che altri Paesi stanno effettuando. In Italia quali Istituiti di ricerca o ospedali universitari come la Charité stanno lavorando su questi temi?

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