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META e scam

Senatori USA a Mark Zuckerberg: come gestite le truffe riguardo le criptovalute su Facebook, Instagram e Whatsapp?

Sei senatori statunitensi hanno chiesto a Mark Zuckerberg come Meta gestisce le truffe sulle criptovalute sulle sue piattaforme.

I senatori statunitensi chiedono risposte a Mark Zuckerberg sulle politiche di controllo delle truffe riguardo le criptovalute su Facebook, Instagram e Whatsapp I senatori statunitensi chiedono risposte a Mark Zuckerberg sulle politiche di controllo delle truffe riguardo le criptovalute su Facebook, Instagram e Whatsapp

A giugno la Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto che mostra come circa il 50% delle persone che hanno riferito di aver perso denaro tramite una truffa riguardo le criptovalute dal 2021 abbia affermato che la truffa è iniziata tramite una piattaforma di social media.

Secondo i dati dell’agenzia, dunque, i social media e le criptovalute rappresentano una combinazione favorevole per il lancio di truffe.

Come conseguenza di questo rapporto, i senatori statunitensi Robert Menendez, Sherrod Brown, Elizabeth Warren, Dianne Feinstein, Bernard Sanders e Cory A. Booker hanno inviato una lettera a Mark Zuckerberg, presidente e CEO di Meta, chiedendogli conto degli “sforzi della sua azienda per combattere le truffe di criptovaluta sui suoi social piattaforme multimediali, tra cui Facebook, Instagram e WhatsApp”.

I senatori hanno scritto: “Siamo preoccupati che Meta fornisca un terreno fertile per le frodi di criptovaluta che causano danni significativi ai consumatori. Sebbene le truffe crittografiche siano prevalenti sui social media, molti dei siti di Meta sono terreni di caccia particolarmente popolari per i truffatori. Tra i consumatori che hanno riferito di essere stati truffati nell’ambito delle criptovalute su un sito di social media, il 32% ha identificato la truffa come originata su Instagram, il 26% su Facebook e il 9% su Whatsapp“.

I legislatori hanno chiesto a Zuckerberg una risposta dettagliata entro il 24 ottobre.

Le domande, poste per ognuna delle tre piattaforme di Meta, chiedono:

  • come l’azienda trovi e rimuova i truffatori crittografici;
  • come istruisca e metta in allarme gli utenti sulle truffe crittografiche;
  • come assista le vittime di schemi crittografici fraudolenti;
  • come Meta verifichi che gli annunci crittografici non siano truffe;
  • quali licenze normative siano necessarie per pubblicizzare sulle sue piattaforme;
  • in che misura Meta collabora con le forze dell’ordine per rintracciare i truffatori.

Le autorità statunitensi hanno avvertito che i truffatori utilizzano sempre più i social media per frodare gli investitori: ad agosto la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha avvertito gli investitori di come i truffatori sfruttino sui social media la loro paura di perdere un potenziale affare (in gergo: FOMO, Fear Of Missing Out, paura di lasciarsi sfuggire un guadagno).

Il portavoce di Meta (ex Facebook) Andy Stone ha affermato che le truffe violano la politica dell’azienda e danneggiano i suoi affari. Pertanto, investe “risorse sostanziali per rilevare e prevenire le truffe“.

C’è da dire che le piattaforme di Meta (WhatsApp, Facebook e Instagram) non sono gli unici luoghi virtuali in cui le truffe crittografiche sono dilaganti. Molte truffe si sono verificate anche su Twitter.

Di recente, inoltre, i criminali informatici sono stati in grado di mettere in atto una truffa crittografica trasmettendo in streaming un video di un evento Apple falso che promuoveva falsi investimenti in criptovalute su YouTube.

Il Team di BTCSentinel, 14 settembre 2022

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