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L’ultima di Draghi: vuole tassare uno stato estero

Per le aziende dell’energia si tratta di una patrimoniale, per i cittadini di un precedente pericolosissimo

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Draghi vuole tassare tutti quelli che guadagnano con l’energia. Dopo aver preso di mira le aziende italiane i cui utili stanno crescendo proprio per la condizione particolare in cui si trova il mercato, Draghi vorrebbe tassare anche Nazioni Sovrane come la Norvegia. Il Paese scandinavo, ricco di petrolio e capace di gestire le proprie ricchezze finanziarie in maniera intelligente, è stato preso di mira dal Presidente del Consiglio nel suo discorso di ieri a Strasburgo.

Al Parlamento Europeo Draghi è tornato a parlare dei temi legati al decreto aiuti approvato il giorno prima, un decreto che sta scatenando non poche polemiche.

Le polemiche e le domande stanno nascendo soprattutto attorno alla modalità con cui Draghi intende reperire le risorse necessarie a coprire le attività di sostentamento di imprese e famiglie.

Se dal punto di vista etico non si può assolutamente eccepire nulla sull’idea di “aiutare” chi non ce la fa, dal punto di vista giuridico e del libero mercato economico, restano non pochi dubbi. Tassare gli extra guadagni delle aziende legate al mondo dell’energia è equiparabile ad una sorta di “Tassa Patrimoniale ad hoc e di settore”.

Draghi ha stabilito il perchè del prelievo forzoso e chi lo dovrà subire. Tuttavia questo rappresenta un pericolosissimo precedente per eventuali manovre analoghe.

Ad esempio, immaginiamo una calamità naturale come tante ce ne sono state nel nostro Paese. Seguendo l’iter e la logica di questa manovra, un governo potrebbe decidere di prelevare, sempre ipoteticamente, 500 euro da ogni conto corrente che abbia un saldo maggiore di 30 mila euro, per far fronte alla spesa necessaria all’eventuale ricostruzione.

Il mio è un esempio, ma segue la stessa ratio usata da Draghi. E viste le situazioni di difficoltà economiche che stiamo vivendo, in molti, tra i politici, potrebbero pensarci. Draghi tra l’altro, come già accennato in apertura di quest’articolo, sull’argomento ha rincarato la dose anche nel suo intervento al parlamento europeo di ieri pomeriggio:

“Le imprese che operano nel settore della produzione dell’energia elettrica e delle energie fossili hanno fatto profitti incredibili – ha dichiarato – e per questo che noi abbiamo deciso per una forma di tassazione che le riguardi”.

Ma a Draghi non basta parlare di aziende, lui in questo caso la Patrimoniale la metterebbe anche agli stati che stanno guadagnando tanto per la contingenza del momento

“Paesi, come la Norvegia – ha sottolineato il Presidente del Consiglio – dove ci sono 150 miliardi di dollari extra per un Paese di 5 milioni di persone”.

Bhe speriamo che non se la prendano i Norvegesi. Del resto, a differenza della nostra atavica incapacità di far crescere e remunerare i nostri risparmi, la Norvegia, invece, ha comportamenti molto più virtuosi. Come vediamo dalla grafica di TrueNumbers, grazie alla gestione del loro Fondo Sovrano, i Norvegesi (Curva lilla) sono quelli che hanno fatto crescere di più i risparmi, a fronte dell’ Italia (curva rossa) che è quella che sta facendo peggio.

 

Sta di fatto che la Norvegia, così come le singole aziende in un libero mercato, hanno fatto investimenti, hanno fatto scelte che hanno portato ai risultati attuali.

Negli ultimi 12 mesi Il Fondo Sovrano Norvegese ha ottenuto una performance (interessi) del 14,51%, mentre la nostra CDP (cassa depositi e prestiti – come da confronto grafiche di esercizio)

ha maturato un risultato di poco superiore all’1 %.

Che dire inutile commentare la differenza.

 

 

 

 

 

 

E’ evidente che non può essere un problema di extraguadagni, ma anche di capacità reali di gestione oculata degli investimenti.

Tornando alle cose italiane ed alla tassazione degli extrautili delle aziende dell’energia, abbiamo sentito il parere di Gianluca Orrù, dello studio Acanto Consulting studio che si occupa di consulenza fiscale alle imprese ci ha sottolineato come l’applicazione del “prelievo forzoso” abbia anche altre inapplicabilità:

“Segnalo – ha ribadito Orrù – che c’è un tema di irretroattività della normativa fiscale. L’articolo 3 dello statuto del contribuente  (efficacia temporale delle norme tributarie) afferma che le disposizioni di legge e in particolare quelle tributarie non possono avere effetto retroattivo. Il calco degli extra profitti è in parte retroattivo in quanto viene preso in considerazione il periodo dal quarto trimestre 2021 al 1 trimestre 2022 rispetto allo stesso semestre di un anno prima”.

Insomma la situazione si fa davvero ingarbugliata e complessa ed anche “scomoda” se si fa riferimento alla Norvegia. Una situazione che vede Mario Draghi cavalcare un Mondo che si fa sempre più illiberale. Si potrebbero recuperare soldi in maniera più costruttiva. Pensate soltanto agli oltre 110 miliardi del gioco d’azzardo che produce gettito per lo Stato a cui nessuno rinuncia davvero. Non sarebbe meglio prenderli da li?

 

Leopoldo Gasbarro, 4 maggio 2022

 

 

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