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Crack banche americane: la preoccupazione corre anche in rete

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Se mettiamo a terra l’orecchio per ascoltare le discussioni online di questi ultimi giorni, anche dopo il triplice intervento del Tesoro americano, che ha garantito il rimborso dei depositi, della Federal Reserve, che ha rinviato il rialzo tassi di interesse statunitensi, e del Presidente Joe Biden che ha postato diversi tweet dall’account @Potus per rassicurare i mercati sulla solidità del “sistema bancario americano” che non solo rimane “sicuro” ma che “sarà reso ancora più forte” il sentiment digitale rimane comunque fortemente negativo.

La keyword “Silicon Valley Bank” ha fatto registrare fino a oggi un parlato complessivo di 1.783.289 citazioni da ben 223 mila autori unici che ha generato a sua volta un mood positivo di appena il 5,3% e, di converso, una quota di sentiment negativo che tocca il 40,9%.

Così come questo primo dato qualitativo era prevedibile, lo è altrettanto la provenienza geografica delle discussioni. Infatti, il 61% del parlato complessivo che si è sviluppato a partire dal nome dell’istituto bancario californiano, arriva dagli Stati Uniti, un altro 5,3% dall’India e solo l’1,3% trova la sua provenienza da discussioni in lingua italiana. È interessante anche vedere come circa l’80% di tutto il dibattito digitale si è dipanato direttamente su Twitter, piattaforma molto più propensa ad accogliere un parlato che potremmo definire “riflessivo” dove l’interesse degli utenti non è sulla viralità del contenuto quanto sulla sua capacità di farsi leggere.

Un riscontro che trova conferma anche nella tagcloud degli account che con i loro tweet hanno alimentare le discussioni più ampie su Twitter: tra questi, ci sono gli account della Silicon Valley Bank – @SVB_Financial – della Federal Reserve, dell’Agenzia di garanzia dei depositi – @FDCIg, ov – che ha annunciato l’acquisizione della banca californiana per metterla all’asta, così come quello del presidente Biden o del senatore Sanders.

Infine, un dato altrettanto interessante da sottolineare riguarda la pluralità delle professioni di coloro che hanno scelto di partecipare al dibattito pulviscolare che si è sviluppato. Al primo posto di questa speciale classifica troviamo, con il 14.4%, gli imprenditori, anche in questo caso un dato assolutamente coerente con il tema considerata la stretta connessione tra sistema creditizio e produttivo, mentre risulta solo quarta la “professione” dell’investitore, quindi di chi lavora nell’ambito finanziario e speculativo.

Domenico Giordano, 14 marzo 2023

 

 

 

 

 

 

 

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