Economia

Economia controcorrente

Economia

Due libri, uno fresco di stampa, l’altro di fine 2018, possono costituire una guida per capire qualcosa di più delle strade per uscire dalla crisi economica senza precedenti che sta vivendo l’economia globale. Nessuno dei due libri peraltro è dedicato all’emergenza pandemia, ma quello che è interessante è la prospettiva di lettura e gli schemi di analisi della situazione.

Il primo libro è di Paul Krugman, premio Nobel per l’economia nel 2008, docente a Stanford, titolare di una rubrica di divulgazione sul “New York Times”. Il titolo è già un programma: “Discutere con zombie – Le idee economiche mai morte che uccidono la buona politica” (Ed. Garzanti, pag. 414, € 24). E’ un libro fatto in economia dato che raccoglie e, potremmo dire ricicla, gli articoli già pubblicati con qualche commento e spiegazione in più. E così ha un occhio puntato sulla crisi del 2008 e su quello che ne è seguito. Ma è interessante proprio per la prospettiva con cui Krugman guarda ai modi per affrontare la crisi economica, così come le crisi ambientali e sociali. Con la logica del pragmatismo, senza dogmi o ideologie, senza demonizzare il debito o l’intervento dello Stato, ovviamente quando necessario.

Il secondo libro è di Mariana Mazzucato, docente di economia dell’innovazione e del valore pubblico all’University College di Londra, scelta come componente della task force guidata da Vittorio Colao per avviare la ripresa delle attività economiche dopo il lockdown italiano.  Con il titolo “Il valore di tutto” (Ed. Laterza, pagg. 366, € 20) Mariana Mazzucato non solo presenta un’analisi originale sui limiti dell’evoluzione economica degli ultimi decenni, ma offre anche una visione in cui si superano i tradizionali modelli che contrappongono stato e mercato. L’obiettivo è quello del “valore pubblico” con la capacità di indirizzare le scelte economiche verso i grandi temi, come quelli del cambiamento climatico, dell’invecchiamento della popolazione, del bisogno di infrastrutture, di promozione della ricerca e della formazione. Lo strumento è quello di rimpiazzare il valore per gli azionisti (shareholders value) con il valore per i portatori di interessi (stakeholder value) allargando sempre di più l’affermazione della responsabilità sociale dell’impresa.

Due libri che hanno il pregio di uscire dagli schemi di quella che potremmo chiamare l’economia tradizionale, con le sue formule e i suoi riti e troppo spesso anche i suoi dogmi. Due libri che fanno riflettere, che non solo illustrano i problemi, ma azzardano anche soluzioni. Su cui si può non essere d’accordo, ma che comunque aiutano a capire meglio i problemi.

 

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