Economia

I mercati ballano? Cosa bisogna fare?

All’inizio del XX secolo il fisico tedesco Alfred Wegener notò che il profilo della costa occidentale del continente africano e di quella orientale di quello sudamericano tendevano a combaciare; i rilevamenti geologici confermavano la stessa natura delle rocce sulle due sponde continentali mentre diversi resti fossili avevano rilevato la presenza di forme animali e vegetali simili.

Questi elementi lo portarono a elaborare la teoria dell’esistenza, durante il periodo Paleozoico e Mesozoico, di un supercontinente chiamato Pangea che includeva tutte le terre emerse, circondate da un superoceano chiamato Panthalassa.

La Pangea si sarebbe quindi formata circa 290 milioni di anni fa a causa del processo della tettonica delle placche (teoria che spiega che la crosta terrestre è divisa in placche tettoniche che si muovono sul mantello superiore (uno degli involucri concentrici della Terra) scivolando come zattere.

Nel corso dei milioni di anni trascorsi queste zolle tettoniche possono collidere, scorrere e allontanarsi provocando appunto terremoti, generando catene montuose (come l’Himalaya o le Ande) e dando luogo a fenomeni come i vulcani (v. Tonga). E oggi, dopo centinaia di milioni di anni, abbiamo la Terra e i suoi continenti che peraltro sono ancora in perenne movimento, seppur non percepibile.

In finanza questo inizio di 2022 sembra un po’ simile a quanto descritto in precedenza: la Pangea, che ha tenuto strette a sé le condizioni finanziarie in tutto il mondo, subisce oggi delle spinte simili a quelle della deriva dei continenti.

La Fed ha annunciato il cambiamento della sua politica monetaria (Tapering) anticipando tre rialzi dei tassi nel corso dell’anno e paventando l’inizio del cosiddetto Quantitative Tightening (non reinvestirà i capitali derivanti dalla scadenza dei titoli in suo possesso), la Bce prosegue nella sua politica accomodante ma lascia intravedere possibili cambiamenti qualora l’inflazione dovesse mostrarsi molto meno transitoria di quanto si prevede, la People Bank of China abbassa i tassi di fronte al rallentamento della sua economia, le banche centrali inglese e di molti Paesi Emergenti hanno invece già proceduto a diversi rialzi dei tassi.


Drawdowns
, corrections and bear markets

Questi movimenti delle varie placche tettoniche nel mondo della finanza (quella americana, quella europea e quella asiatica) stanno generando instabilità: la fiammata dell’inflazione (7% in Usa, 5% in Europa con un 4% circa in Italia), l’aumento dei tassi (già presente sul mercato ancor prima dei movimenti ufficiali delle banche centrali), il rallentamento economico in Cina, i livelli elevati raggiunti da alcuni mercati, l’esplosione del prezzo delle materie prime (leggevo sul Sole 24 Ore di bollette del gas cresciute del 700%!!!)

E il 2022 registra subito le scosse telluriche conseguenti a questa nuova situazione: e mentre per l’S%P 500 e le borse europee siamo in un drawdown (movimento che certifica una discesa minore del 10%) sul Nasdaq (il listino dei titoli tecnologici) siamo già in una fase di correzione (movimento al ribasso tra il 10 e il 20%).

Quanto durerà questa “deriva dei continenti”? Sappiamo bene che la volatilità ha sempre un effetto destabilizzante sulla maggior parte dei risparmiatori nonostante tutti i buoni propositi fatti al momento dell’investimento.

 Volatilità che arriva anche nel più tranquillo mercato obbligazionario con il Bund tedesco che torna al rendimento zero dopo circa tre anni sott’acqua.

Da marzo del 2009, picco minimo toccato dai mercati dopo la crisi Lehman, questo movimento al ribasso è il numero 26, con un declino medio nell’ordine del 7,6% e con tre picchi – nel 2011, nel 2018 e nel 2020 – del 20% e oltre. Eppure, nonostante il mercato ci abbia più volte spaventato, questo non ha impedito allo stesso di salire dai 666 punti del 6 marzo 2009 sino ai 4.397 dello scorso 21 gennaio.

L’insegnamento/consiglio è sempre quello, non lasciarsi guidare dalla paura ma seguire il piano di investimento stilato all’inizio e confidare nella storica capacità dei mercati di premiare l’investimento a lungo termine, unico baluardo contro la volatilità a breve termine.

 

Massimiliano Maccari, 25 gennaio 2022

 

 

 

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