Economia

Il mondo va avanti nonostante tutt

“Ottobre: questo è uno dei mesi particolarmente pericolosi per investire in azioni, altri mesi pericolosi sono Luglio, Gennaio, Settembre, Aprile, Novembre, Maggio, Marzo, Giugno, Dicembre, Agosto e Febbraio”   –   Mark Twain.

Ho voluto iniziare la newsletter con questo sarcastico aforisma di Mark Twain per stemperare un po’ il sentimento di preoccupazione che pervade molti risparmiatori in queste settimane; in effetti, perlomeno quando il riferimento è al mese di Ottobre, la frase è abbastanza corretta: il panico del 1907, il crack del 29 e il Black Monday del 1987 sono tutti avvenuti durante il mese di Ottobre, e anche in questo 2022 il mese non è stato certo brillante.

Proprio oggi ricorre l’83° anniversario del terribile Martedì Nero (Black Tuesday o Big Crash per gli americani): il 29 Ottobre 1929, giorno in cui la borsa di Wall Street perse circa il 12% (il lunedì peraltro era già stato fortemente negativo con un calo di quasi il 13%).

E fu il panico! Il Dow Jones – che aveva toccato un massimo storico il 3 Settembre a quota 381 – scese il 29 Ottobre a 230 punti (un calo di circa il 40% dai massimi).

Sappiamo tutti come è andata la storia: i risparmi di milioni di americani furono spazzati via, quelli che si erano indebitati per acquistare titoli erano finiti in bancarotta e l’America sprofondò nella Grande Depressione.

Voglio adesso raccontare un episodio dell’epoca: nell’estate del 1929 John J. Raskob (alto dirigente della DU Pont e della GM) in un’intervista concessa a un settimanale disse che l’America si trovava all’alba di un eccezionale espansione industriale e che – investendo 15 dollari al mese in solidi titoli azionari – ci si poteva aspettare un capitale di 80.000 dollari entro 20 anni (un rendimento del 24% annuo che non aveva precedenti ma che nell’atmosfera dei Ruggenti Anni Venti sembrava plausibile).

Col crollo del ‘29 ovviamente Raskob divenne oggetto di attacchi di ogni tipo e di derisione eppure – nonostante il calo che portò l’indice DJ dai 381 del Settembre 1929 ai 41 dell’8 Luglio 1932 – seguendo i suoi suggerimenti dopo 20 anni il valore sarebbe stato di 9.000 dollari, dopo 30 di 60.000; anche se non è la cifra inizialmente ipotizzata, rappresenta comunque un rendimento del 13% annuo!

Quelli che considerarono il crollo delle borse una sorta di vendetta divina si ritrovarono di gran lunga meno ricchi di coloro che pazientemente accumularono o mantennero  titoli azionari (che con l’inflazione causata dalla Seconda Guerra Mondiale falcidiarono gli investimenti a reddito fisso come i titoli di stato).

Negli ultimi cento anni gli investimenti in azioni hanno sempre superato, per chi ha saputo aspettare, qualsiasi alternativa.

E, se è vero che i momenti di crisi sui mercati sono tutti diversi uno dall’altro, quello che è sempre uguale è il comportamento dei risparmiatori: vendere sull’onda dell’emotività quasi mai è stata una scelta vincente: il Mondo va avanti e con esso, pur tra alti e bassi, l’economia e la ricchezza.

Massimiliano Maccari, 31 ottobre 2022

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