Economia

Il paradosso della conoscenza

Rassegna stampa del 22 febbraio 2019

#HISTORYTELLING – L’IGNORANZA AL POTERE

Oggi si sta diffondendo molto più di una volta l’idea che la massa della popolazione sia costituita da incapaci.Sono tanti a parlare senza conoscere, a votare senza valutare le conseguenze delle proposte politiche, a discutere di fatti scientifici (come l’utilità dei vaccini, per fare un esempio) senza possedere le necessarie conoscenze scientifiche. E, cosa molto grave, accompagnano la loro presunzione di competenza con la convinzione che gli ignoranti siano sempre gli altri.

Questo fenomeno è facilitato dalla cassa di risonanza che i social media forniscono a qualunque idea, indipendentemente dal suo merito, e all’agevole accesso alle conoscenze che, seppur spesso in modo molto superficiale, internet consente: una facilità che crea nell’utente l’illusione di saperne abbastanza da permettergli di affrontare qualsiasi argomento, di cui però nel migliore dei casi ha soltanto una “infarinatura”.

C’è probabilmente un meccanismo perverso che in queste persone si ingenera: esse sono alla continua ricerca di conferme della bontà della posizione che hanno scelto, al punto di leggere in qualunque sviluppo una riprova del punto dal quale sono partite!

Mi sono imbattuto in una piccola storia cinese, che mi pare particolarmente utile per comprendere questo meccanismo e voglio raccontarvela.

 

PICCOLA STORIA INSEGNA

Una sera, il molto onorevole sig. Haojia, peraltro apprezzatissimo per la sua intelligenza, andò al pozzo per riempire d’acqua un recipiente che aveva.  Con sorpresa, guardando dentro il pozzo, vide la luna che risplendeva immersa nell’acqua.

“Oh buon Dio, che peccato! La bella luna è caduta dentro il pozzo” pensò e corse a casa a prendere un gancio, lo fissò alla corda che reggeva il secchio all’estremità, poi lo immerse nel pozzo per “pescare” la luna.

Dopo vari tentativi sentì con piacere una resistenza, qualcosa si era legato al gancio. Pensò che fosse la luna. Cominciò allora a tirare su con forza la corda.

A causa della eccessiva tensione, la corda si spezzò e Haojia cadde all’indietro. Stando con le spalle a terra e rivolto verso l’alto egli rivide la luna che era tornata in cielo. Provò una grande emozione, “Aha, finalmente la luna è stata riportata in cielo! Che bel lavoro che ho fatto!”. Si sentì molto soddisfatto dell’accaduto e non mancò di raccontare la cosa con orgoglio a chiunque incontrasse: aveva rimesso la luna al suo posto!” 


LEZIONI DA IMPARARE

Due scienziati cognitivi americani, Steven Sloman e Philip Fernbach hanno scritto un libro molto interessante sul tema. In esso sostengono che gli esseri umani sopravvivono e prosperano malgrado le carenze della conoscenza.

Nel nostro tempo gli esseri umani hanno sì sviluppato tecnologie e processi molto complessi, ma la maggior parte di loro non sa come funzionano oggetti di uso comune come una penna o una lampadina: qualcun altro li ha disegnati per loro. Non lo sa semplicemente perché non ha bisogno di saperlo. E allora ci chiediamo, come è possibile che si sia ottenuto così tanto, nonostante si comprenda così poco? Questo è in estrema sintesi il paradosso della conoscenza!

La conclusione che i due studiosi raggiungono è che la chiave della nostra intelligenza sta nelle persone e nelle cose intorno a noi.

La natura intrinsecamente collettiva della conoscenza spiega perché spesso supponiamo di sapere di più rispetto a quanto effettivamente sappiamo, e perché i metodi basati sul singolo individuo spesso falliscono.

Ma le nostre menti collaborative ci permettono al tempo stesso di fare cose incredibili: il vero genio può essere trovato nei modi in cui creiamo l’intelligenza usando la comunità che ci circonda.

Dobbiamo quindi prepararci a vivere in un mondo sempre più caratterizzato dall’ignoranza del singolo.

Il vero problema di questa situazione sta nelle conseguenze politiche.

“In democrazia – commenta Federico Morganti sul Foglio – le decisioni sono collettive ma centralizzate. La politica fagocita l’ignoranza dei singoli in una ignoranza collettiva, in cui le decisioni della maggioranza sono imposte attraverso un computo che non tiene conto della distribuzione delle conoscenze. Come uscirne? Riducendo le dimensioni dei governi secondo alcuni (Somin) o gli spazi democratici a beneficio degli esperti, secondo altri (Brennan).”

Il tema è controverso. Ma chi eviterà nel frattempo che il Sig Haojia, dandosi alla politica, imponga che tutti i pozzi debbano essere coperti per evitare che la luna ci caschi dentro?  

 

Edoardo Lombardi, 20 marzo 2022

 

 

 

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