Economia

“Il rischio esiste, anche se non si vede”

“Il rischio esiste, anche se non si vede”

C’era un volta un tacchino che viveva in un allevamento, rifletteva molto sul senso della vita e voleva farsi una visione del mondo fondata sulla scienza.

Il tacchino aveva notato che le cose tendono a ripetersi e aveva quindi abbracciato la filosofia induttivista (l’induzione è quella forma di ragionamento che, dall’esame di una serie di casi particolari, conduce a una conclusione universale). Fin dal primo giorno aveva osservato che ogni giorno il padrone gli portava da mangiare; non trasse subito delle conclusioni ma fece diverse osservazioni finché verificò che, tutti i giorni della settimana, col sole o con la pioggia, nei giorni più caldi e in quelli più freddi, da solo o in compagnia, il padrone – alle 12 – gli portava del cibo.

Dopo tutte queste osservazioni, alla fine il tacchino maturò la convinzione: “Tutti i giorni, alle 12, mi danno il cibo”.

Purtroppo per il tacchino, e per l’induttivismo, il Giorno del Ringraziamento la sua teoria venne clamorosamente smentita e il tacchino capì perché il padrone gli aveva dato da mangiare…(liberamente ispirata alla “storia del tacchino induttivista” di Bertrand Russel). Un esempio reale è quello (ormai noto a molti) per cui, per la legge universale, “tutti i cigni sono bianchi”; tale legge universale era ritenuta incontrovertibile finché, nel 1697, i primi esploratori dell’Australia Occidentale trovarono dei cigni neri.

L’inaffidabilità e l’infondatezza (e la conseguente pericolosità) di immaginare il futuro sulla base delle esperienze passate è particolarmente evidente nella gestione dei risparmi. Negli ultimi 50 anni i risparmiatori italiani sono stati abituati a ricevere ogni anno un rendimento che assomiglia molto al “pasto gratis” del tacchino di cui sopra; nessun rischio e il padrone (lo Stato) che – apparentemente – si prende cura di me.

Che il padrone fosse la Democrazia Cristiana degli anni ‘70, poi il Pentapartito, poi Berlusconi, poi l’Ulivo, ancora il Partito delle Libertà fino ad arrivare al governo giallo-verde e poi giallo-rosso, il risparmiatore ha sempre visto arrivare puntualmente il suo rendimento.

E nella testa del risparmiatore, dopo tanti anni di queste osservazioni, è maturata una forte convinzione induttivista: “in qualsiasi condizione di finanza pubblica, con governi di destra, di centro o di sinistra, con i tassi bassi o alti, con l’inflazione o senza, il rendimento arriva sempre!”. Attenzione al Giorno del Ringraziamento…

“Il rischio esiste, anche se non si vede”

 

Mi spiace ma, come detto nell’immagine, oggi non sarò politically correct.

La situazione è troppo seria per tirare di fioretto, oggi si va di sciabola: la pandemia da covid-19 ha esasperato una tendenza già visibile ormai da tempo in tutto il mondo e in Italia in particolare, l’esplosione dell’indebitamento dello Stato: negli Usa ha superato i 26mila miliardi di dollari e ormai viaggia al ritmo di un trillion al mese…

Ma noi non abbiamo la potenza degli Usa e l’Italia aggiungerà quest’anno al suo debito monstre (oltre i 2.400 miliardi, pari al 134% del Pil) tra i 150 e i 200 miliardi di nuovo debito. Il rapporto Debito/Pil dovrebbe salire verso il 160%, ai limiti della sostenibilità e dobbiamo ringraziare l’Europa e la Bce (con la vituperata Christine Lagarde) che ci hanno fornito un paracadute con gli acquisti dei nostri titoli di stato a ritmi elevati (svariati miliardi al mese nell’ambito dei programmi Pspp e Pepp).

Nel suo ultimo report, l’economista e studioso della finanza pubblica Maurizio Mazziero dice chiaramente che il sentiero imboccato (da anni) dall’Italia è quanto mai pericoloso: il Pil scenderà di circa il 9%, il Governo ha varato provvedimenti imponenti e altri si appresta a farne facendo lievitare ulteriormente la montagna di debito.

“Il rischio esiste, anche se non si vede”

Dopo il successo dell’emissione del Btp Italia (400.000 sottoscrittori) il Ministero delle Finanze ci riprova con il Btp Futura, emissione interamente dedicata ai risparmiatori privati, durerà 8 o 10 anni, tassi prefissati e crescenti nel tempo per premiare chi lo terrà fino a scadenza, taglio minimo 1.000 €, premio di fedeltà tra l’1 e il 3% in base alla crescita del Pil italiano.

Nel frattempo c’è chi vaneggia di misure insostenibili o di Italexit (la sciagura delle sciagure) e si riparla insistentemente di “patrimoniale”.

Continuiamo a confidare nello “stellone” portafortuna ma uno Stato che non si preoccupa del debito ha un atteggiamento miope.

“Le condizioni possono mantenersi sotto controllo per lungo tempo, tanto da riuscire sempre a risolvere sul filo del rasoio la situazione di insolvibilità. Il tempo in cui tale condizione si protrae contribuisce a mantenerci nella convinzione che si sistemerà tutto. Sempre. Fino a quando un banale evento ci potrà buttare nel baratro.”

Dal 38° Osservatorio Trimestrale sui dati economici italiani – Mazziero Research

Le recenti vicende dell’Argentina (al suo nono default) e del Libano devono essere di insegnamento.

Più che mai la parola d’ordine deve essere: DIVERSIFICARE!!!!

“Il rischio esiste, anche se non si vede”

 

“Il rischio esiste, anche se non si vede”

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