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In Italia ora cresce solo il Debito Pubblico

Aggiornamento flash del report trimestrale da Mazziero Research

Crescono i numeri che non dovrebbero crescere. Quelli del debito pubblico in maniera particolare, come sottolineiamo nel nostro nuovo report.

Anche nel mese di marzo stimiamo una crescita del debito che si porterà su nuovi massimi storici intorno a 2.748 miliardi. Potrebbe poi scendere leggermente per portarsi comunque su livelli ancora più elevati a giugno tra 2.741 e 2.762 miliardi.

 

 

 

INFLAZIONE

Da ventisei anni non si vedeva un’inflazione così alta, ma soprattutto quello che sembra farsi strada è una sua persistenza. Continuano ad emergere fatti nuovi che potrebbero prolungare l’aumento dei prezzi. In particolare, con l’aggravarsi della tensione fra Russia e Ucraina i beni energetici potrebbero restare su prezzi elevati per lungo tempo. Gli aumenti delle bollette colpiscono in modo trasversale sia le aziende sia le famiglie. Il Governo potrebbe non essere in grado di mitigare l’impatto oltre l’estate.  Al tempo stesso, l’aumento dei beni energetici – bollette e carburanti – incidono in maniera maggiore nelle famiglie meno abbienti.  Così si amplia ancora di più la disuguaglianza con le famiglie benestanti. È una deriva che nel lungo termine porterà ancora più danni limitando la crescita. In questo Osservatorio si troveranno sia gli aspetti positivi dei traguardi raggiunti dall’economia nazionale, ma anche le fragilità che potrebbero rendere il nostro cammino di recupero ancora più accidentato.

 

RENDIMENTI TITOLI DI STATO

La tendenza è ormai confermata: i rendimenti dei titoli di Stato hanno iniziato a salire, i BTP mediamente tendono a superare i valori di agosto 2020.  Sebbene ogni mezzo punto percentuale di rendimento in più possa generare maggiori costi per circa 2 miliardi l’anno, stimiamo che la spesa per interessi lorda resti ancora abbastanza vicina a quella dell’anno scorso: 64,4 miliardi quest’anno a fronte di 64,8 miliardi nel 2021. Infatti, nel 2022 andranno in scadenza 60 miliardi di BTP con cedole tra il 2,5 e il 2,75% annuo che verranno sostituiti da titoli con rendimenti più bassi.

 

LA GUERRA

Rappresenta il vero punto interrogativo rispetto ad ogni previsione futura. In realtà l’incidenza della guerra agirà sul PIL, sul debito e su molti numeri macroeconomici, da quelli dell’occupazione, a quelli dell’inflazione. Si rischia che tra qualche messe ci sarà molto, tanto, da rivedere.

 

 

 

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