Economia

Inflazione al 5%: dai conti correnti spariranno 100 miliardi di euro

Economia
Lo Stagno costa il 139% in più rispetto ad un anno fa, i tondini d’acciaio il 69%, il gas il 365% in più, l’Avena il 118%, il Burro l’82,70%, il Cotone il 51% in più rispettto allo scorso anno. Ci vorrebbe un caffe per rilassasrsi…ma anche il caffè…costa il 102,3% in più. Da capogiro. E sul conto corrente? Troverete almeno il 5% in meno.
 
Con l’inflazione al 5% è come avere l’applicazione di una tassa patrimoniale sui nostri capitali liquidi. Più denaro abbiamo in liquidità. Ma mentre si erodono i capitali da una parte, le difficoltà sono accentuate dell’altra. I tassi per eventuali prestiti e mututi sono e saranno sempre più alti. Ma soprattutto un rialzo dei tassi d’interesse renderà più difficile comperare.
 
 
Scherzi a parte.  Arrivati al cinema dove eravamo già stati la settimana prima con i nostri amici, nella lavagnetta che esprimeva il prezzo del biglietto, c’era scritto: 75 lire. C’era stato un aumento di 25 lire a persona. Feci rapidamente i conti. Mi servivano altre 50 lire per poter vedere il film. Dissi a mia sorella di aspettarmi nella biglietteria del Cinema Patini.
Arrivai in un lampo sotto casa, chiamai a gran voce mia madre che si affacciò allarmata al balcone. Le spiegai tutto al volo :”Lanciami altre 50 lire – le urlai – altrimenti non ci fanno entrare”.
 
Mi guardò poi mi disse :”Altre 50 lire? Non se ne parla nemmeno, qui i prezzi stanno salendo troppo dobbiamo fare più attenzione alle spese. Tornate a casa.”. Le mie urla disperate servirono a poco. Ancora con gli occhi rossi tornai a prendere mia sorella. Feci spallucce a Vincenzo, il proprietario del cinema. Fu da lui che ascoltai per la prima volta quel termine.
“Piccolo non è colpa della tua mamma – mi disse – ma dell’inflazione galoppante”.
Pensai ad una specie di cavallo imbizzarrito. Galoppante mi era chiaro, ma l’altro termine che neanche ricordavo non sapevo cosa fosse. Uscii dai locali del cinema cercando di capire cosa c’entrassero i cavalli con l’aumento del prezzo del biglietto.
 
Torniamo ai giorni nostri.
 
Quello che vedete è il grafico dell’andamento dell’inflazione dal 1956 ai nostri giorni. Gli anni del cinema? Il 73-74. Vedete l’inflazione era al 19,2%. Altro che il 5% dei nostri giorni.
 

Intanto da allora ho capito che pur non essendo relativa ad alcun cavallo l’inflazione può galoppare proprio come faceva in quegli anni del Cinema Patini quando superava il 19%.

Prendiamo a prestito la definizione che ne da la BCE per capire meglio.

 

1. Cos’è l’inflazione?

L’inflazione è l’ aumento del livello generale dei prezzi di beni e servizi acquistati dalle persone o dalle “famiglie”.

Ogni prodotto (bene o servizio) esistente sul mercato ha un prezzo, espresso in termini monetari, cioè vale quante monete noi siamo disponibilli ad usare per comperarlo. I prezzi dei prodotti variano nel corso del tempo al mutare dell’offerta e della domanda. Come la domanda e l’offerta, anche la quantità di moneta in circolazione ha un impatto sui prezzi. Quanta più moneta circola nell’economia, tanto più elevato è il rischio di incrementi diffusi dei prezzi.

 

2. Perché è importante l’inflazione?

L’inflazione riguarda tutti noi perché un aumento del livello generale dei prezzi fa diminuire il valore della moneta. In altre parole, bisogna spendere di più rispetto a prima per comprare gli stessi beni e servizi. Un’inflazione elevata nuoce ai singoli individui (o famiglie), erodendo il loro “potere di acquisto”, ma danneggia anche tutta l’economia e può provocare una contrazione dell’attività economica. Ne soffre anche la collettività perché un’inflazione alta può accrescere le disuguaglianze. Le famiglie con un reddito modesto o fisso sono spesso le più colpite; infatti è meno probabile che si tutelino dall’inflazione.

 

3. Cosa fare per l’inflazione

Passare alla liquidità durante un periodo di aumento dell’inflazione è quasi garantito che costerà caro a un investitore. È improbabile che la liquidità tenga il passo con l’aumento dell’inflazione ed è probabile che venga ritirata da un’allocazione nel portafoglio che manterrebbe meglio il suo valore. Rimani completamente investito.

La migliore scommessa di un investitore per affrontare l’inflazione è:

  • Investire in un portafoglio ben diversificato costruito per riflettere gli obiettivi di rendimento a lungo termine e il profilo di rischio dell’investitore.
  • Mantenere l’esposizione ai titoli coerente con gli obiettivi e il profilo di rischio dell’investitore.
  • Aver Fiducia nella relativa efficienza dei mercati finanziari.
  • Eliminare il rumore e avere pazienza.

 

PAGHIAMO IL DEBITO PUBBLICO CON UNA TASSA SULLLA LIQUIDITA’. A lasciare i soldi in conto corrente, oggi si paga una tassa del 5%. Ogni centomila euro, per colpa dell’inflazione, si perderanno 5mila euro di potere d’acquisto. Così, lasciando i soldi in conto, oggi, vuol dire pagare una parte del rientro dal Debito Pubblico. Ma nessuno ne parla. 

Leopoldo Gasbarro, 11 febbraio 2022

 

 

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