Economia

Le borse hanno già deciso: Omicron e Putin non fanno paura. Preoccupa il gas

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Le borse continuano a salire come se non ci fossero problemi nel Mondo. I mercati pieni di liquidità reagiscono in tempo reale alle notizie. Omicron e Putin non sembrano far più paura. Resta ancora in osservazione la situazione del Gas.

 

 

Si presentava così, dipinto di verde, ieri sera, il quadro generale degli indici di borsa internazionali. Il Nasdaq , rispetto all’immagine, ha poi chiuso a quasi il 3,5 % di crescita. L’Euro Stoxx 50 addirittura ha chiuso a +3,36%, molto forti le crescite degli altri mercati, Italia compresa. Eppure le premesse della giornata non erano tali da giustificare un rialzo tanto consistente.

L’incontro-scontro tra Biden e Putin, i venti di guerra tra Russia ed Ucraina, gli allarmi per la variante Omicron, la Pandemia che è ancora in corso, un  forte e sempre più sostenuto rialzo dell’inflazione. Insomma, tutte le indicazioni macro, avrebbero dovuto indicare strade diverse, quanto meno d’incertezza per i mercati finanziari, ed invece, l’intonazione è stata immediatamente molto forte e con il segno più.

In molti dopo le chiusure negative della scorsa settimana avevano già cominciato a recitare il “De Profundis” dei mercati immaginando correzioni e discese molto più sostenute.

Ed invece sembra che i mercati finanziari non siano più capaci di “scendere”.

A Wall Street vincono i rialzisti, che erano stati condizionati dall’emergere della variante Omicron.

Su Omicron è intervenuto anche Fauci, dichiarando che gli effetti sembrano meno pericolosi di quelli di Delta. Qualcuno ipotizza che Omicron possa addirittura rappresentare un primo passo verso la copertura di gregge nei confronti del Covid_19.

Ma naturalmente basta veramente poco per invertire la tendenza.

La situazione più incerta è quella relativa al potenziale conflitto Russia-Ucraina. Il problema è che su quell’area incide il passaggio del gas che dalla Russia arriva in Europa ed anche in Italia, il freddo, infatti, non è l’unico fattore trainante dei prezzi del gas naturale, ma anche l’instabilità geopolitica nella regione ha contribuito a spingere i prezzi vicino ai 100 euro per megawattora. 

Tra l’altro proprio questa mattina i prezzi europei del gas naturale hanno ampliato i guadagni visto che uno dei più grandi giacimenti norvegesi ha frenato la produzione a causa di un guasto. 

Le spedizioni dalla Norvegia dovrebbero crollare di quasi il 13%. Dato che la durata dell’interruzione è incerta, ciò ha aggiunto ancora più rischi al prezzo di riferimento. Il prezzo del gas, in poche ore, è salito del 10%.

Effettivamente il vero e reale problema non è dettato solo dall’anomalia dell’impianto norvegese, che ci può stare, ma dalla condizione di labilità degli approvvigionamenti di gas, approvvigionamenti che a questo punto sono condizionati più dalla geopolitica che dall’estrazione stessa.

Anche i contratti estivi del gas stanno registrando forti rialzi. Questo perché le riserve, insolitamente basse dell’Europa, si stanno rapidamente esaurendo, senza che molto carburante extra sia destinato ad arrivare per riequilibrare le condizioni ideali.

La Russia, dalla quale molti si aspettavano flussi aggiuntivi durante questa stagione di riscaldamento, mantiene i suoi volumi stabili, e su livelli inferiori a questo periodo lo scorso anno.  Scarse scorte in Europa significherebbero una domanda elevata per rifornirle quando arriverà la stagione estiva, il che potrebbe spingere i prezzi ancora più in alto data l’incertezza sulle forniture.

 

I contratti estivi del gas salgono mentre l'Europa dovrà ricostituire le scarse scorte
 
 

“La situazione dello stoccaggio è critica”, ha affermato in un’intervista a Bloomberg, Cristian Signoretto, direttore del portafoglio globale di gas e GNL di Eni SpA, “Le prospettive per i mercati del gas in Europa per questo inverno e per l’intero 2022 sono ancora tese”. 


Leopoldo Gasbarro, 8 dicembre 2021

 

 

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