Economia

Risparmio: i progetti che l’inflazione ci porta via

Ritorno al futuro.

Alzi la mano chi non sa di cosa parlo. Anche i più giovani o meno esperti che dir si voglia rammentano qualcosa che ancor oggi dopo quasi quarant’anni resta iconico. Per quelli che i pistoni se li mangiano a colazione l’oggetto protagonista della trilogia era un DeLorean DMC-12, l’antesignana delle attuali autovetture a batterie.

Altro che ricarica alla presa di corrente, la mitica DeLorean al classico motore termico vantava un non banalissimo “Mr. Fusion”. Un generatore di fusione, che alimentato da barre al plutonio, permetteva al flusso canalizzatore, di viaggiare nel tempo.

Nello stesso periodo tra le strade dell’italico stivale i ragazzi di allora viaggiavano a bordo delle fiat Panda Duna Ritmo Regata Croma e Argenta. I più corsaioli sfidavano le leggi della fisica impugnando il volante della Uno Turbo i.e.

Ne abbiamo fatta di strada da allora. Ne abbiamo consumata di benzina. La verde, l’unica con cui possiamo abbozzare un paragone con i prezzi attuali è comparsa sul mercato domestico proprio nel 1985. Nel ’96 costava ancora 1780 lire circa.

Gli anni ’80, quando i bot rendevano quasi il 10% e dei Btp quasi non si sentiva parlare.

Comparvero qualche anno dopo, quando via via scemando il rendimento dei primi, il risparmiatore italiano era indirizzato a scegliere un flusso cedolare migliore allungando l’orizzonte temporale dell’investimento. Da allora abbiamo inserito la quinta marcia e ci siamo fermati improvvisamente due anni fa. Ancora nel post covid ci ritroviamo catapultati in un tempo indefinito, senza sapere dove andare.

Cerchiamo il navigatore nel cruscotto della DeLorein o della Uno Turbo i.e., ma invano. All’epoca menti futuristiche avevano confuso flusso cedolare con flusso canalizzatore. L’investitore italiano pare aver smarrito la via, non sa dove andare. Ad ogni incrocio trova le indicazioni per l’inflazione. Rincorrendo chissà cosa, s’è scordato di cosa essa significhi.

Smemorato della crisi energetica a cavallo degli anni 1973-4, non c’è traccia.

Eppure dovremo, potendolo fare, catapultarci nel passato, per avvisare noi stessi di investire approcciando il vastissimo mondo degli investimenti con logiche di lungo periodo, disciplina e metodo procrastinati nel tempo.

Tornare agli anni ’80 per farci rivivere le emozioni di quanto dolorosa fosse l’inflazione sul nostro conto corrente. Quello stesso conto ora ha raggiunto il massimo storico. Se solo Marty avesse investito i suoi risparmi in maniera differente, oggi si ritroverebbe un saldo decisamente inferiore. Come contraltare, però, il controvalore dei suoi investimenti cuberebbe cifre decisamente superiori.

 

Riavvolgendo la pellicola, non del film, ma dei nostri anni, possiamo dire che ne abbiamo perse di occasioni. Finanziariamente parlando ci siamo lasciati abbagliare dal flusso cedolare anche quando lo stesso non pareggiava nemmeno in termini nominali l’inflazione. Oggi ci ritroviamo come allora, inseguiti, ahimè superati, da un’inflazione oramai esplosa ad un 5% ufficiale. Al carrello della spesa, ed al distributore, quella percepita è ben superiore.

Sarà passeggera? Nessuno può saperlo. Possiamo fare qualcosa per riuscire a contrastarla e mantenere inalterato il potere d’acquisto del nostro conto corrente?Certamente! Se solo all’epoca avessimo correttamente investito una minima parte di quei risparmi, oggi ci ritroveremmo a gestire questa situazione con meno timori e più consapevolezza.

Purtroppo o per fortuna dal piano per la ripresa europeo NextGenerationEu dovremo rimborsare qualcosa come 230 miliardi largo circa.

Avevamo nelle nostre disponibilità e capacità, la possibilità di evitare questo fardello che oltre all’inflazione mina ulteriormente il fragile futuro di chi quel debito lo dovrà rimborsare. Avevamo ed abbiamo nelle nostre disponibilità, le capacità finanziarie per generare un flusso canalizzatore verso cultura, formazione, lavoro ed investimenti.

Con le scelte che ogni giorno intraprendiamo lasciando la liquidità sui conti correnti alla stregua di una voracissima inflazione, ribadiamo con forza determinazione ed abnegazione il nostro volere: pagare interessi su debiti, riducendo anno dopo anno le nostre possibilità di crescita.

Giovanni Cedaro, 13 febbraio 2022

 

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