Economia

Scudo anti-spread o anti-stress?

La Bce è diventata un bancomat?

Facile dire scudo anti-spread… qualcuno potrebbe ribattezzarlo “scudo anti-stress”, e a pensarci bene non è poi così sbagliato. Ma facciamo subito una oculata precisazione:  non lo è se ad arrogarsi questa licenza poetica è un Paese virtuoso, non certo il contrario. Perché in questo ultimo caso, lo stress viene eccome.

Ma spieghiamo meglio.

Non si fa altro che parlare di scudo anti-spread, il nuovo strumento della Banca Centrale Europea. Si chiama TPI, acronimo di “Transmission Protection Instrument“, varato per abbassare le impennate dei rendimenti dei titoli di Stato.

Quale meravigliosa notizia!!! La Banca Centrale Europea regala soldi! Ehm… no. Non funziona proprio così, sebbene la speranza sia l’ultima a morire… Non abbiamo ancora capito che nemmeno il cane muove la coda per niente?

La parola compromesso ci dice qualcosa? Tra i vari significati della parola, c’è anche quello di “contratto preliminare e accordo in cui ciascuna delle parti rinuncia a qualcosa“. E di questo si tratta. Anche se nello specifico caso, più che “rinunciare a qualcosa”, occorre rispettare alla lettera alcuni parametri. Il Tpi scatterà infatti solo se i conti pubblici del Paese interessato saranno in ordine… viene da sé che per chi non ha bilanci propriamente a posto, potrebbe risultare assai complicato avere sostegno.

Stiamo pensando all’Italia?

Appunto… capite perché in realtà lo scudo anti-spread non diventa sempre “anti-stress”? Perché se non si riuscirà a stare al passo con le richieste della Banca Centrale, sarà impossibile pensare di ricevere aiuti, e se non si ricevono aiuti quando servono……. beh, facile arrivare alle conclusioni.

Quindi. Se siete pronti, andiamo IN GIRO  a fare un ripasso con un video di 3 minuti e 8 secondi… e con un finale… decisamente in panne! (SOS!)

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