Economia

The Great Reset

Partiamo dall’idea di ripensare tutto il mondo

Economia

“La pandemia rappresenta una rara ma ristretta finestra di opportunità per riflettere, reimmaginare e resettare il nostro mondo”Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum.

 

Partiamo da qui, dall’idea nuova di ripensare, anzi, di resettare tutto il Mondo. Il Grande Reset, appunto.

“La crisi del Covid-19 e le perturbazioni politiche, economiche e sociali che ha causato, stanno cambiando radicalmente il contesto tradizionale con cui conviviamo da anni. Le incongruenze, le inadeguatezze e le contraddizioni di più sistemi, dalla salute, alla finanza, all’energia e all’istruzione sono più esposte che mai in un contesto globale di preoccupazione per le vite, i mezzi di sussistenza e il pianeta. Per cui è ora di occuparsene”. Questi concetti li trovate espressi, tra altri altrettanto importanti, sul sito del WEF e stanno a testimoniare il disegno immaginato e sviluppato per accompagnare il Mondo verso un nuovo domani.

 

Panta Rei, tutto scorre, tutto passa.

Le trasformazioni sono nell’ordine delle cose, ma le accelerazioni e l’orientamento che si sta dando a questi cambiamenti forse rischiano di portarci lontano da dove avremmo solo immaginato di poter arrivare. Lontano non vuol dire che si sia sempre nella direzione giusta.

Immaginate di farlo con il vostro computer. Vi sarà capitato di fare un’operazione di reset?! Quante cose, alla ripartenza dei contatti, avete perduto per strada, quanti file, non avete più ritrovato?

Cosa ci saremo persi dopo Covid_19, cosa delle nostre vecchie vite? Delle nostre vecchie abitudini? Credo che ritroveremo poco o nulla. E più il tempo del distanziamento sociale si allungherà più ci allontaneremo da quelle vite che ci sembravano normali e che oggi, dopo un anno di Pandemia, abbiamo quasi dimenticato come fossero davvero. Libertà, chi se la ricorda. La libertà di uscire, di andare, di correre di progettare e sognare.

Libertà chi se la ricorda? La ritroveremo mai?

Nei Reset, quelli elettronici, non sempre tutto riprende a funzionare nel modo giusto. Nei Reset c’è sempre quel periodo di buio, quel momento in cui il computer si spegne e poi si riaccende, quel momento in cui non sappiamo bene cosa stia succedendo, cosa potrebbe succedere, cosa succederà.

Poi quando lo schermo si illumina nuovamente, prima di ogni cosa tiriamo un sospiro di sollievo: il computer funziona. Solo successivamente ci preoccupiamo di recuperare quanto più possibile dei lavori di calcolo che avevamo già impostato e che forse non eravamo stati in grado di salvare.

Qui non parliamo di computer. Parliamo di vite, le nostre, di quelle dei nostri figli. Oggi stiamo in fervente attesa che il computer riparta (che il virus scompaia e ci lasci in pace) e non ci preoccupiamo dei nostri lavori, delle nostre vite, dei nostri progetti, della nostra salute al di là del Covid_19? Che facciamo Resettiamo?

Posso pensarci un attimo? ( questo mi  verrebbe da rispondere).

Se il Mondo che verrà sarà migliore di quello di oggi, ben venga un reset. Si parla tanto di ambiente, di qualità della vita, di comportamenti virtuosi ed adeguati alla scelte che si faranno.

Ma chi le farà quelle scelte?

Sul sito del World Economic Forum associato al tema del “Great Reset” c’è spesso il termine “LEADER”.

I Leader sono coloro che guidano, i leader sono i pochi che rappresentano i tanti. I Leader sono i pochi che scelgono per tanti. Credo sia arrivato il momento in cui sia necessario scegliere bene i nostri leader per fare in modo che, una volta che lo schermo del nostro computer torni a riavviarsi, tutto funzioni a meraviglia. Che ci sia la necessità che le cose cambino ce ne rendiamo conto tutti. Valutiamo solo che la direzione di questi cambiamenti sia in linea con ciò che ci aspettiamo per le nostre vite.

Ma che il “Great Reset” ci sia o meno, le trasformazioni cui stiamo andando incontro in alcuni campi sembrano essere ineludibili. Nel mondo della finanza le vere rivoluzioni arrivano soprattutto nel settore delle banche, le europee in maniera particolare, ancor più le italiane. Ed a volte sono proprio le decisioni di pochi a determinare orientamenti e direzioni. Come nel caso della direttiva introdotta il primo gennaio scorso dall’EBA (European Banking Authority).

Ma per parlarne voglio fare un piccolo salto indietro nel tempo precisamente al dicembre scorso, quello del 2020.

Il presidente dell’Autorità bancaria europea José Manuel Campa, nel corso di un’audizione al parlamento spagnolo ha ammonito tutti dichiarando che la crisi economica “colpirà duramente il settore bancario. Dobbiamo essere pronti ad affrontare il probabile forte aumento dei prestiti in sofferenza“. A tutte queste sfide, Campa ha aggiunto un ambiente di bassi tassi di interesse che minano la redditività delle entità e un’accelerazione della trasformazione tecnologica nel settore. Le banche che subiranno le maggiori turbolenze, ha detto Campa, saranno quelle che ora hanno i livelli di capitale più bassi, modelli di business scadenti ed esposizioni più rischiose . In questo contesto l’EBA decide di inasprire le sanzioni definendo nuove regole sul default per persone ed imprese.

In pochi hanno compreso la vera portata di questa direttiva che avrà un impatto forte sulle famiglie, sulle persone fisiche, sulle imprese, sulle banche, persino sui correntisti non morosi. Esploderanno i crediti deteriorati. I costi dei conti correnti esploderanno e le banche rischieranno di veder saltare comunque i loro bilanci.

I burocrati dell’EBA – che nessuno li consideri Leader per favore, anche se sembrano, impropriamente, assumerne il ruolo – fanno in modo che crescano le difficoltà. In qualche modo stanno scrivendo l’epitaffio sulla lapide di molte banche europee ed italiane in particolare. Molte imprese e persone falliranno senza accorgersene.

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