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Crisi del gas, a rischio imprese e famiglie: “Sarà una carneficina”

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C’è sempre meno GAS e quello che c’è costa sempre di più. A rischio imprese, famiglie e le aziende che vendono energia. Gli interventi del governo saranno in grado di calmierare i prezzi e garantire sempre e comunque l’erogazione del Gas?

La crisi del GAS corre sui tubi che collegano Norvegia, Russia e Nord Africa, al continente europeo. Anzi corre sempre meno in realtà ed il rischio che qualche conduttura rimanga all’asciutto è sempre più forte.

Falliscono le imprese che vendono energia retail. Il primo caso italiano è quello di Green Network, ma ce ne sono a bizzeffe in altri Paesi, Gran Bretagna su tutte dove ne sono già fallite una ventina. Ma ne parleremo meglio in coda a quest’articolo. 

E’ una crisi, quella del gas, che sta mandando in fibrillazione l’intera filiera produttiva italiana e sta minando la stabilità finanziaria delle famiglie. Il governo è già intervenuto a copertura del primo trimestre del prossimo anno, ma per molti non sarebbe sufficiente.

Confartigianato ha fatto e sta facendo un forte appello al governo perché non si “spengano le imprese”. Un rischio reale se i prezzi del Gas dovessero continuare a salire e soprattutto se si dovesse essere costretti ad arginare un’eventuale situazione di carenza o di blocco dell’erogazione diminuendo le attività di produzione. Le tre Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi hanno presentato un dossier dal quale emergono i pesanti squilibri nella struttura della bolletta energetica che penalizzano i piccoli imprenditori.

Alla presa di posizione di Confartigianato si aggiunge anche quella di Gas Intensive. Il Consorzio che lega centinaia di aziende italiane appartenenti ai settori manifatturieri dei laterizi, carta, metalli ferrosi e non ferrosi, piastrelle, ceramica, vetro, calce e gesso, tutte caratterizzate da un intenso utilizzo di gas. Il consorzio rappresenta potenzialmente il più grande consumatore industriale di gas naturale in Italia.

“La prospettiva per le aziende italiane, dicono, è quindi quella di dover affrontare i mesi invernali con la previsione di costi proibitivi e rischi per le stesse forniture. Aumenti di costo del gas per le imprese di oltre il 400% non possono essere liquidati come “passeggeri”.

Ma il rischio più grande è quello legato all’eventuale mancata erogazione.

Un rischio di blackout in presenza di stoccaggi insufficienti soprattutto in Europa è sempre più reale e richiede una remunerazione adeguata ed opportuni elementi di flessibilità per poter gestire eventuali fermi produttivi. Le imprese stanno programmando la loro attività per il prossimo inverno ed è inaccettabile che non abbiano ancora oggi, a pochi giorni lavorativi dalla fine dell’anno, adeguate indicazioni in tal senso.

Ma non è solo una questione di imprese. Anche le famiglie sono fortemente coinvolte nella crisi del gas. 

Sarà una carneficina afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. C’è bisogno di un tesoretto doppio rispetto a quello già preventivato dal Governo. Inoltre, urge un ricalcolo immediato, ossia va messa subito in campo una riforma strutturale delle bollette energetiche.

Nel caso le previsioni rese note ieri da Nomisma fossero confermate, si tratterebbe di una stangata su base annua, per una famiglia tipo, pari a 136 euro per la luce, ipotizzando il rialzo minimo stimato del 17% e 679 per il gas, a fronte di un rincaro del 50%, per un totale pari a 815 euro. Se invece l’elettricità salisse del 25%, allora si tratterebbe di una batosta da 879 euro: 200 per la luce e 679 per il gas.

Insomma il quadro si fa fosco davvero. Intanto imprese e famiglie devono dare molta attenzione anche alle aziende cui affidare le proprie utenze. I limiti contrattuali verso cui molte aziende del settore si stanno spingendo ne sta falcidiando tante.

In Inghilterra è stata un’ ecatombe. Ma anche in Italia, come detto, c’è da registrare il caso di Green Network che ha lasciato in bianco ben 300milla utenti. I casi stanno crescendo un po’ dappertutto. Le aziende del settore fissano dei tetti contrattuali che sembrano, in realtà lo sarebbero, che restano immutati nel tempo. Tuttavia i rialzi del prezzo del gas sono così forti che sfondano i tetti e mettono le aziende in braghe di tela.

Leopoldo Gasbarro, 3 dicembre 2021

 

 

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