Biblioteca liberale

I fasciovegani (Giuseppe Cruciani)

Giuseppe Cruciani in I fasciovegani la mette nel modo giusto. E per questo val la pena comprare il suo libro, appena uscito per La nave di Teseo.

Non so se Giuseppe «interpreta ogni giorno gli umori vibranti del paese» come si legge nella controcopertina, ma certamente interpreta quella dei liberali.

Andiamo al dunque. I fasciovegani è un catalogo dell’orrore dell’«estremismo vegano», «una religione che prescrive di amare tutte le specie viventi, ma al tempo stesso disprezza profondamente una di esse: l’uomo».

Ci racconta del suo caso, radiofonico, ma non solo, di lotta contro il pensiero «buono» e violento, dei vegani estremisti.

Fa una carrellata sui convertiti, da Red Ronnie a Maria Vittoria Brambilla, da Rosita Celentano a Giulia Innocenzi, che definisce Supervegani e di cui racconta posizioni e contraddizioni. Ci mette al corrente della nascita della tendenza, dei suoi ispiratori, e di improbabili guru che non si limitano ad adottare uno stile di vita alimentare particolare (il che sarebbe per Cruciani e per noi del tutto legittimo), ma che combattono per estenderlo all’umanità intera.

Ecco perché l’incipit del libro è azzeccato: «questo è un libro sul bene più prezioso che abbiamo, la libertà… quando si comincia a pensare che solo il tuo stile di vita sia, appunto, etico, cioè intrinsecamente dotato di una moralità superiore, mentre tutti gli altri campano o nell’ignoranza o nell’indifferenza di fronte ad una strage quotidiana, grande è la minaccia per la libertà».

E infine: «l’antispecismo (tutto uguale in nome di una comune appartenenza all’universo) vuole un cambiamento radicale della società, una sorta di palingenesi totale». Favoloso per la sua linearità il paragone tra questi fanatici e i comunisti di Pol Pot, che poi Cruciani delinea in un capitolo ad hoc.

Qualcuno, e sbaglierebbe di grosso, potrebbe giudicare Cruciani esagerato o, peggio, un provocatore. Non lo è affatto: la libertà di mangiare è messa ogni giorno in discussione da parte dello Stato, delle Regioni, dei gestori delle mense scolastiche, degli opinionisti fighetti.

I fasciovegani (sarebbe stato meglio definirli commuvegani, ma suona peggio) sono la punta avanzata di un pensiero totalitario che nel tempo si è applicato a tutto: dall’economia alla parola, dalla legge alla giustizia fino ad arrivare oggi alla carne. 

Nicola Porro, Il Giornale 24 settembre 2017

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