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Le ultime bugie di Conte sulla pandemia

giuseppe conte pandemia

L’ex premier Conte è tornato in cattedra a Firenze per tenere una lezione, in diretta streaming, dal titolo: Tutela della salute e salvaguardia della economia: lezioni dalla pandemia. L’ateneo fiorentino si è trasformato nel pulpito da cui l’ex premier ha irradiato istruzioni su temi, la salute e l’economia, in cui la sua esperienza di governo ha fallito.

Dunque, è arduo accreditare al professor Conte una competenza teorica in riferimento a materie su cui è documentato l’insuccesso empirico della sua azione istituzionale. L’Italia ha patito il record di morti per Covid in rapporto alla popolazione e ha registrato il primato negativo nell’eurozona per la flessione del Pil. Dunque, l’unica lezione che Conte può proferire sulla salute e l’economia è il riconoscimento degli errori seriali ascrivibili al governo giallorosso. Il titolo della lezione avrebbe dovuto declinarsi in una formula autobiografica: «Imparate dai miei errori per tutelare la salute e salvaguardare l’economia». Tuttavia, neanche nella veste accademica l’ex premier è riuscito a contenere il culto esasperato di se stesso, ergendosi a discettatore erudito di questioni che nella pratica ha fatto naufragare.

Conte ha utilizzato il podio universitario per un comizio politico in previsione della candidatura alle suppletive nel collegio della vicina Siena. Nella dissertazione “contiana” non sono mancate le citazioni estrose come quella sul coinvolgimento del Parlamento nelle scelte adottate durante l’emergenza, mentre giuristi del calibro di Sabino Cassese hanno sempre denunciato l’esautoramento delle Camere, sovvertendo peraltro la gerarchia delle fonti con gli atti di rango amministrativo (Dpcm) a disciplinare la limitazione dell’esercizio dei diritti costituzionali coperti da riserva di legge. Sulla salute ricordiamo l’ex premier agli esordi dell’epidemia affermare con sicumera «siamo prontissimi» per poi rendere manifesta l’imperizia sui tamponi, sulle mascherine, sulle terapie intensive e scaricare sui medici di Codogno le responsabilità dei focolai sfuggiti al controllo della struttura emergenziale.

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