Commenti all'articolo L’economia dell’idrogeno? Sì, ma non a partire dall’auto

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Edoardo Moscarelli
Edoardo Moscarelli
25 Gennaio 2020, 19:37 19:37

Il problema maggiore da risolvere consta nella mente dei politici che ne dettano gli indirizzi.

Non essendo dei tecnici fondano le proprie conoscenze sulle notizie che apprendono dai “pseudo tecnici” – certamente non i migliori che hanno ben altre cose più interessanti da svolgere che essere al servizio “lecchino” di un politico – che ne seguono le “vestigia”.

Per portare un esempio fattivo avendolo realizzato nel 1982 per una costruzione di circa 22.000 mc. consiste nella sostituzione in Italia del riscaldamento – che è una delle fonti del maggiore inquinamento invernale – con le pompe di calore acqua/acqua prelevando l’acqua del primario dalla falda superficiale da rimettere in falda a ciclo chiuso.

A Roma esiste una falda a circa 20 metri di profondità con acqua alla temperatura di circa 16/19 °C.

L’approvvigionamento elettrico dovrebbe provenire da centrali nucleari evitando di distruggere notevoli ricchezze economiche – a mafia, camorra, ndrangheta ed altri per mazzette – elargite a piene mani ai suddetti da una Nazione povera che oltre allo spreco creano notevoli difficoltà concorrenziali all’industria per l’aumento del costo dell’elettricità

Carlo
Carlo
16 Gennaio 2020, 19:39 19:39

Anche l’eolico ed il solare sembravano essere fonti energetiche senza futuro 20 anni fa. Oggi invece sono già molto diffuse grazie ai miglioramenti tecnologici di chi ha avuto il coraggio d’investirci tempo e denaro. Con l’utilizzo dell’idrogeno per la mobilità avverrà probabilmente qualcosa di simile. Al momento i costi totali di gestione di un’ auto ad idrogeno (FCEV) sono molto più alti di una elettrica (BEV) e di quella a combustione interna ovviamente (ICE). Le cose cambieranno velocemente… anche per rendere l’impatto ambientale inferiore rispetto a quello con l’utilizzo di carburanti tradizionali. Alcuni studi prevedono che i costi di gestione delle auto ad idrogeno si abbatteranno notevolmente nei prossimi anni, grazie alla ricerca e agli sviluppi tecnologici correlati. Nel 2028 le auto ad idrogeno dovrebbero essere gestite con costi totali più bassi di quelle elettriche, aprendo la strada per la fabbricazione su più ampia scala. Paesi come Germania, Norvegia, Sud Corea e Giappone sono già un passo avanti con questa tecnologia avendo già una rete di stazioni di rifornimento idrogeno per auto, o almeno per camion, bus e treni. Quindi a breve l’ardua sentenza su questa “scommessa tecnologica”.

rocco
rocco
16 Gennaio 2020, 13:29 13:29

l’unica fonte di energia del futuro dovrà (imperativo categorico) essere la fusione nucleare.

Tutto il resto è fumo negli occhi.

Giampaolo
Giampaolo
16 Gennaio 2020, 13:05 13:05

mentre da ingegnere chimico sono contento di leggere che qualcuno prova a spiegare che l’idrogeno è un vettore energetico e non una fonte energetica, rimango sconcertato quando perfino i vertici della SNAM ingenerano confusione… ma non dovrei essere sorpreso, è partita la caccia ai finanziamenti della green economy o presunta tale.

Antonio Gatto
Antonio Gatto
16 Gennaio 2020, 7:19 7:19

Dovrebbe informarsi meglio. I progetti per gli impianti di produzione Idrogeno ci sono, a cura di fior di professionisti, ed hanno grande valenza economica ed ambientale, nonostante le deboli posizioni contrarie.

Lorenzo
Lorenzo
15 Gennaio 2020, 21:35 21:35

Che si arrivi a concludere che non esiste una emergenza climatica evidenzia lo valenza scientifica dell’autore dell’articolo.

Sono d’accordo che l’ibrido è la soluzione immediata per ridurre l’inquinamento atmosferico delle auto se lo si affianca al gol e soprattutto al metano.

Ciò non toglie il fatto che l’idrogeno è il vettore energetico per eccellenza a impatto zero se prodotto con le rinnovabili.

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