Cronaca

“Nessuno speronamento”. “Deviazione improvvisa”. Ecco la perizia su Ramy

Il consulente ha depositato 164 pagine sull’inseguimento e la morte del giovane di Corvetto. Scagionato il carabiniere alla guida della gazzella

2 di 5 L'inseguimento "corretto"

Partiamo dall’inizio. L’ingegner Romaniello scrive che il conducente del TMax “opponendosi all’alt dei Carabinieri, dava avvio a un inseguimento anomalo e tesissimo, ad elevatissima velocità lungo la viabilità urbana cittadina, con una guida spregiudicata ed estremamente pericolosa, transitando con semafori rossi, a pochi centimetri da veicoli in marcia regolare con rischio di collisioni, affrontando di notte, in contromano, curve alla cieca”. É stato insomma Fares “con il suo comportamento sprezzante del pericolo” a determinare “l’inseguimento e le sue modalità e si è assunto il rischio delle conseguenze, per sé e per il trasportato”.

Dal canto suo, invece, il Vice Brigadiere “aderendo al dovere d’ufficio”, ha messo in atto l’inseguimento “attenendosi alle procedure previste nei casi di inseguimenti di veicoli“. I militari infatti “hanno cercato di intimare l’arresto della marcia al motoveicolo cercando di indurre il conducente del mezzo ad accostare a destra, hanno mantenuto lo stretto contatto visivo laddove non sussistevano le condizioni di sicurezza”. L’analisi dei video conferma inoltre “che ciò è avvenuto in diversi tratti di viabilità del centro storico di Milano laddove la viabilità presentava calibri stradali particolarmente ridotti e vi era presenza di pedoni tale da non poter effettuare un inseguimento troppo ravvicinato”. Anche la procedura di non affiancarsi mai al veicolo inseguito, ma di porsi alle sue spalle è stata seguita “correttamente”.

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