Politica

La denuncia dei no-border

Ong, follia all’Aja: denunciati tre politici italiani per crimini contro l’umanità

L’esposto presentato alla Corte internazionale da parte di una Ong. Nel mirino Salvini e Minniti

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Ai nomi di Milosevic, Karadzic, Duerte, Amin Dada, e di tutti i più feroci e sanguinari dittatori e autori di genocidi e assassinii di massa che la storia ricordi, presto potrebbero aggiungersi quelli di Matteo Salvini, Marco Minniti e Federica Mogherini. Detta così sembra una boutade senza senso. Si tratta invece della concreta possibilità apertasi ieri con la presentazione alla fantomatica (e in verità alquanto dispendiosa e inutile) Corte Penale dell’Aja di una comunicazione, cioè di una denuncia, contro i tre politici italiani per “crimini contro l’umanità”.

La denuncia della Ong

Autori della denuncia sono i rappresentanti di una Ong abbastanza nota, l’Ecchr, che ha allegato un dossier realizzato con l’altrettanto e tristemente nota Sea Watch in cui praticamente si imputano ai tre politici di aver fatto accordi con le autorità libiche per contenere i flussi di immigrazione clandestina in Italia e in Europa. Ciò per i querelanti non rappresenterebbe una scelta politica dotata di buon senso, come a tutti noi appare, ma una limitazione della libertà personale dei fuggiaschi che verrebbero, udite udite, addirittura intercettati in mare e riconsegnati alla guardia costiera libica.

In sostanza, uno Stato, per i querelanti, non dovrebbe avere confini: dovrebbe essere un porto aperto. Ma uno Stato senza confini semplicemente non esiste, quindi non controlla chi entra e non tutelare i propri cittadini (che è poi la ragione ultimodell’esistenza dello Stato).

L’assurdo è che le Ong, da una parte, si ritengono in dovere di comunicare con scafisti senza scrupolo per prendere sotto la loro tutela chi si è imbarcato sulle loro precarie scialuppe; dall’altra, vorrebbero impedire alle capitanerie di due Stati sovrani di comunicare e adempiere ciò che la legge prescrive e gli accordi di governo hanno stabilito.

Il paradosso Mogherini

Aver giuridicizzato la faccenda, portandola davanti al tribunale internazionale, è in ogni caso un risultato mediatico e di immagine per questi professionisti dell’ospitalità che non sono poi tanto diversi da quei professionisti dell’antimafia di cui parlava Leonardo Sciascia. Che poi questo atto faccia uscire dal dorato cono d’ombra ove si era adagiata anche la Mogherini, che certo non ha brillato per visibilità e spirito di iniziativa nel corso del suo mandato a Bruxelles, è effetto che aggiunge paradosso a paradosso. In un colpo solo, la più imbelle commissaria che l’Europa abbia mai avuto si è vista trasformata come di incanto in una feroce kapò autice di crimini contro l’umanità.

Verrebbe da ridere se dietro non ci fosse tutta una ideologia e un modo di ragionare che genera queste mostruosità e che finisce per condizionare le nostre vite e imporci i più “corretti” modi di pensare. Comincare o provre a smantellare questo sistema di pensiero è compito urgente e difficile. Certe uscite come questa, proprio per la loro assurdità, non fanno che aiutarci.

Corrado Ocone, 1 dicembre 2022

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