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Trump, uno che predica male ma razzola bene

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I liberali danno (diamo) il meglio quando si ricordano che il liberalismo è un metodo, che occorre essere empirici, induttivi, aperti alle approssimazioni successive, alla correzione costante, alla confutazione popperiana. Invece, danno (diamo) il peggio quando cadono nell’errore di trasformare alcune regole (anche sacrosante) in dogmi immodificabili, diventando deduttivi, cadendo nella tentazione (pure loro, pure noi!) di voler dirigere una società e un tempo, precostituendo un ordine non modificabile.

Perché questo pistolotto? Perché il grande irregolare di questi anni, Donald Trump, nella sua totale eterodossia, mette a dura prova le nostre certezze, e ci insegna qualcosa anche quando percorre vie teoricamente pericolose dal punto di vista liberale.

In economia, ha adottato una ricetta metà liberista (1500 miliardi di dollari di tasse in meno e una strepitosa deregolamentazione) e metà keynesiana (1500 miliardi di investimenti pubblici in più). Un ircocervo che, a una lettura “ortodossa”, lascerebbe perplessi. Eppure ha funzionato in modo spettacolare: crescita alle soglie del 3% e disoccupazione distrutta, al 3,7%, ai minimi dal 1969, cinquant’anni fa.

Ora stesso discorso nei rapporti internazionali. Cosa c’è di peggio per un liberale? I dazi: fumo negli occhi per chi crede nelle virtù del libero commercio. Eppure Trump, scommettendo non sui dazi ma sulla minaccia dei dazi, ha piegato il Messico sull’immigrazione. La notizia del weekend è che, avendo Trump minacciato il Messico di dazi generalizzati (che entro sei mesi si sarebbero impennati al 25%!) su tutto l’export messicano (350 miliardi di dollari) se il governo di quel paese non si fosse messo a collaborare nel contrasto all’immigrazione illegale, Città del Messico si è allineata e ha detto sì a Washington. Esattamente il contrario di ciò che ha fatto l’Ue con la Turchia: noi paghiamo Ankara, e in più lasciamo a Erdogan il “rubinetto” del ricatto sull’immigrazione.

Lezione per noi liberali? L’ideale sarebbe (Reagan e Thatcher) avere qualcuno che predica bene e razzola bene. Ma – in tempi come questi – bisogna applaudire anche chi predica male e però razzola bene.

Daniele Capezzone, 19 giugno 2019