Esteri

La guerra in Ucraina

Ucraina, il Cremlino “favorevole”: si apre lo spiraglio Vaticano

Papa Francesco si fa mediatore del conflitto tra Zelensky e Putin. Vaticano: “La Santa Sede è sempre disposta a mediare”

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Proseguono le trattative per cercare una soluzione diplomatica tra Ucraina e Russia. In prossimità del decimo mese di guerra, il 40 per cento della popolazione di Kiev non ha elettricità, mentre l’offensiva ucraina prosegue lungo le linee del Donbass ed a Sud del Paese, dopo la liberazione di poche settimane fa della città di Kherson.

Ma è dal Vaticano che arriva la notizia principale della giornata: Papa Francesco si è offerto per un tentativo di trovare una mediazione tra i belligeranti. “La posizione della Santa Sede è cercare la pace e cercare una comprensione tra le parti. La diplomazia della Santa Sede si sta muovendo in questa direzione e, ovviamente, è sempre disposta a mediare”, ha affermato il capo della Chiesa durante un’intervista alla rivista dei gesuiti America. E ancora: “Ho anche pensato di fare un viaggio, ma ho preso la decisione: se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto. Quando parlo dell’Ucraina, parlo di un popolo martoriato. Se hai un popolo martoriato, hai qualcuno che lo martirizza”.

L’appello di Francesco sembra essere stato recepito dalla parte russa, che nella figura del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha affermato di aver “accolto con fiducia” l’intervento del Vaticano. Eppure, sempre secondo Mosca, la vera opposizione arriverebbe dal governo Zelensky, ancora restio dal sedersi al tavolo con l’invasore.

Una chiara posizione filo-ucraina, mai rinnegata da parte del pontefice: “Quando parlo dell’Ucraina, parlo della crudeltà. In genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i Ceceni, i Buriati e così via. Certamente, chi invade è lo Stato russo. Questo è molto chiaro. A volte, cerco di non specificare per non offendere e piuttosto di condannare in generale, anche se è risaputo chi sto condannando. Non è necessario che metta nome e cognome”.

Una posizione che sembra essere stata recepita anche dai vertici dell’alleanza atlantica, dove il segretario generale della Nato Stoltenberg ha – ancora una volta – aperto alla soluzione negoziale. “La guerra in Ucraina potrebbe concludersi al tavolo negoziale, ma l’evoluzione delle trattative sarà condizionata dalla situazione sul campo di battaglia“, ha specificato il numero uno Nato, durante un incontro a Bucarest con il presidente romeno Klaus Iohannis. Ma la precondizione essenziale rimane sempre il fermo sostegno, sia economico che militare, alla resistenza ucraina. Posizioni ribadite anche dallo stesso governo Meloni, che pochissimi minuti fa ha dato il proprio via libera ad un nuovo pacchetto di armi da inviare a Kiev, raggiungendo la cifra di 450 milioni di euro, sborsata dall’inizio del conflitto.

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