Commenti all'articolo Viaggio nei luoghi della riconquista afgana
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18 Commenti
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gecamar
27 Settembre 2021, 9:16 9:16
Articolo bellissimo e veritiero che sottolinea una diversità immutabile. In quei posti si può esportare ben poco.
Francesco
27 Settembre 2021, 7:44 7:44
Beh! Brava.
Qui per cambiare vi devono essere modelli credibili. Lenti per i nostri parametri occidentali, adattati a dei modelli in in cui il clan/la tribù sono per ora più importanti dell’individuo.
Se no è come pretendere che un nostro Carlo Magno capisca cosa sia una democrazia e la applichi nel medioevo.
Annalisa Cannarsa
27 Settembre 2021, 7:20 7:20
Tutto immobile. Non sicurezza ma paura
Rosa
26 Settembre 2021, 23:50 23:50
Leggendo l’articolo è stato come essere li con lei, complimenti davvero !
nic999
26 Settembre 2021, 19:53 19:53
bellissimo articolo. Vorrei, umilmente, aggiungere una domanda: i Pakistani, esercito potentissimo e servizi segreti ancora piu’ potenti, davvero NON possono entrare in quelle aree o fingono di non poterci entrare? Su un aereo proveniente da Dacca diretto a Singapore, via Bangkok, mi sono trovato affianco ad una gran bella ragazza, jeans e maglietta, leggero trucco, un ottimo inglese, andava per una breve visita al marito, ingegnere informatico a Singapore. Ha iniziato lei a parlare ed io, sfacciato, le ho chiesto di come si vestiva a Dacca, un sospiro, aperto un borsone, mi ha mostrato un burca con i buchetti sugli occhi e una grossa veste.
Lorenza
26 Settembre 2021, 19:05 19:05
Un bellissimo articolo, grazie . Perché dovremmo imporre a queste persone un modo diverso di vivere, quando loro non sentono questa necessità. Fintanto che non ne sentiranno la necessità impellente, il disagio di vivere così come hanno fatto finora, e ci chiederanno aiuto, non abbiamo il diritto di sconvolgere quello che per loro è un equilibrio di vita. Noi potremmo creare dei disadattati sociali nel loro ambiente naturale. Non mi sembra che la nostra società riesca a creare ambienti paradisiaci qui da noi, anzi, di disadattamento sociale ne abbiamo fin troppo.
Articolo bellissimo e veritiero che sottolinea una diversità immutabile. In quei posti si può esportare ben poco.
Beh! Brava.
Qui per cambiare vi devono essere modelli credibili. Lenti per i nostri parametri occidentali, adattati a dei modelli in in cui il clan/la tribù sono per ora più importanti dell’individuo.
Se no è come pretendere che un nostro Carlo Magno capisca cosa sia una democrazia e la applichi nel medioevo.
Tutto immobile. Non sicurezza ma paura
Leggendo l’articolo è stato come essere li con lei, complimenti davvero !
bellissimo articolo. Vorrei, umilmente, aggiungere una domanda: i Pakistani, esercito potentissimo e servizi segreti ancora piu’ potenti, davvero NON possono entrare in quelle aree o fingono di non poterci entrare? Su un aereo proveniente da Dacca diretto a Singapore, via Bangkok, mi sono trovato affianco ad una gran bella ragazza, jeans e maglietta, leggero trucco, un ottimo inglese, andava per una breve visita al marito, ingegnere informatico a Singapore. Ha iniziato lei a parlare ed io, sfacciato, le ho chiesto di come si vestiva a Dacca, un sospiro, aperto un borsone, mi ha mostrato un burca con i buchetti sugli occhi e una grossa veste.
Un bellissimo articolo, grazie . Perché dovremmo imporre a queste persone un modo diverso di vivere, quando loro non sentono questa necessità. Fintanto che non ne sentiranno la necessità impellente, il disagio di vivere così come hanno fatto finora, e ci chiederanno aiuto, non abbiamo il diritto di sconvolgere quello che per loro è un equilibrio di vita. Noi potremmo creare dei disadattati sociali nel loro ambiente naturale. Non mi sembra che la nostra società riesca a creare ambienti paradisiaci qui da noi, anzi, di disadattamento sociale ne abbiamo fin troppo.