25 aprile, faranno l’orso Jj4 eroe della Resistenza

Il podcast di Alessandro Sallusti del 19 aprile 2023

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D’accordo l’orso, va bene dedicare ore di trasmissioni TV e paginati di giornali alla sua sorte. Sì, ma poi che accade? Ieri mattina solita rassegna stampa, tutti in ansia per l’orso assassino, persino Ornella Muti ha sentito il bisogno di dire la sua, ovviamente una sua politicamente corretta, nel senso che secondo lei l’orso non va toccato.

Bene, ognuno la pensi come vuole, ma è possibile che praticamente su nessuna prima pagina di nessun giornale ci fosse stata – non dico tanto – un richiamino alla storia dei venti bambini ucraini? Uno aveva solo cinque anni, fucile a freddo durante l’avanzata su Bakhmut dai mercenari russi del gruppo Wagner, i quali, per non perder tempo, e già che c’erano, hanno anche fatto saltare in aria con l’esplosivo una cinquantina di soldati ucraini feriti e fatti prigionieri poco prima.

E uno dice: “Va beh hai ragione, però adesso basta, dai che l’Ucraina è lontana”. Già, perché il Trentino è vicino? Vicino a chi? No, non è una questione di chilometri, bensì di coscienza. E noi, la nostra di coscienza, la stiamo perdendo, rimbambiti da ore di grandi fratelli e isole dei famosi. Questa è la verità. Ieri il ministro Lollobrigida ha parlato, sollevando il solito polverone, e ha detto: “Attenzione, che se non gestiamo l’immigrazione, presto arriveremo a una sostituzione etnica”. Eh no, sbaglia signor ministro: ci siamo già dentro la sostituzione etnica: non per via dei numeri, ma per aver rinunciato a essere ciò che siamo o meglio che eravamo la culla della civiltà. E una civiltà certo si può schierare a difendere un’orsa assassino, ma non prima di avere avuto un moto di indignazione collettiva per 20 bambini fucilati.

Ci stiamo estinguendo da soli, ma niente, tutti i sondaggi dicono che alla maggioranza degli italiani di questo non viene fraga niente. E allora si spiega perché alle manifestazioni per il prossimo 25 aprile i partigiani hanno invitato numerose delegazioni di immigrati – ma che diavolo centrano questi con la Festa di Liberazione – ma neppure un ucraino. Piuttosto questi invitano l’orso. Di più non mi stupirei se l’orso diventasse il nuovo eroe della resistenza, o meglio della mollezza.

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