Al Pd serve una stampella e rispuntano le Sardine

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mattia santori pd

Sono già lontani i tempi del “non diventeremo un partito” e del “noi non ci candidiamo alle elezioni, non è un nostro obiettivo prendere voti”. Adesso le Sardine ci onoreranno (si fa per dire) della loro presenza, non solo nelle piazze, ma anche sulla scheda elettorale.

Ad annunciare il passo del gambero del movimento non poteva che essere il leader col cerchietto, Mattia Santori, che in un’intervista rilasciata al Manifesto ha detto chiaramente: “Ci siamo rotti le scatole di fare le mascotte del centrosinistra, siamo pronti a sporcarci le mani (…). L’orizzonte è quello delle amministrative di questo autunno, ma anche le elezioni politiche del 2023.”

Fa quasi sorridere pensare a quando nelle varie piazze italiane vantavano, con tanto di megafono e pesciolini cartonati, la loro diversità in stile grillino rispetto ai partiti tradizionali professando di essere un movimento senza alcun obiettivo politico-elettorale. Quali candidature, quale pretesa di incarichi e poltrone, il loro unico scopo era quello di arginare la deriva leghista, fascista, razzista, xenofoba, e chi più ne ha più ne metta, che il Paese sta attraversando. Alla fine, questa giravolta non ci sorprende affatto, c’era da aspettarsela. Basti pensare che gli stessi che rivendicavano di non avere bandiere, di non voler essere associati in alcun modo al Pd, poi li abbiamo visti in spedizione al Nazareno per un summit con i vertici del partito, come accaduto lo scorso marzo.

Santori su Pd e amministrative a Bologna

E quindi in quale città italiane li vedremo in campo il prossimo autunno? “Ne stiamo discutendo a Bologna, Torino e anche altrove”, assicura Santori. Anche se la formula, per ora, rimane molto fumosa: “Noi ci sporcheremo le mani ma come è ancora tutto da decidere (…) candidature singole, liste nostre o in comune con altri, supporto esterno (…) detto questo ci saremo”. E su Roma? “Al momento la situazione politica nella Capitale è un tale vespaio che preferiamo restarne fuori.” Ma come? Dicono di volersi sporcare le mani e già tirano i remi in barca di fronte a una sfida complessa come le amministrative a Roma? Annamo bene, direbbero i romani.

E figuriamoci se poteva mancare un commento su Mario Draghi: “È un po’ in prestito alla politica e in una forma che a noi non interessa. Per questo stiamo ragionando non su di lui (…) ma sulla costruzione del centrosinistra per il futuro del Paese.” Insomma, il premier non rientra nei piani del neopartito di Santori. L’ex capo della Bce non potrebbe certo competere di fronte alla levatura politica delle Sardine. Evitiamo di meravigliarci troppo, stiamo pur sempre parlando delle Sardine, appunto.

Marco Baronti, 24 maggio 2021

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