Anche il sottosegretario chiede il green pass infinito

Dopo Walter Ricciard, anche Andrea Costa sposta oltre il 15 giugno la durata del lasciapassare Covid

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Sul prolungamento dell’abominevole green pass il governo cala il suo asso, e lo fa attraverso l’ex forzista Andrea Costa, sottosegretario al ministero della Salute, in una lunga intervista rilasciata all’emittente radiofonica Rtl, in cui annuncia l’intenzione di prolungare, almeno per gli over 50, il lasciapassare ben oltre la prossima primavera. Tant’è che IlTempo.it ha perfettamente azzeccato il titolo di un suo relativo articolo: “Niente ferie estive per il green pass: il governo lo vuole anche dopo il 15 giugno”  .

Immaginando di star affrontando una apocalisse senza precedenti, Costa è partito dal falso e strumentale presupposto delle pressioni – quasi inesistenti attualmente – esercitate dai malati di Covid-19 sugli ospedali: “Dobbiamo in tutti i modi cercare di ridurre la platea di non vaccinati, coloro che occupano prevalentemente le terapie intensive sono loro e non possiamo permettercelo perché dobbiamo dare l’opportunità agli ospedali di continuare con le attività ordinarie.” Da qui ne consegue, secondo l’esponente di Noi con l’Italia – partitello fondato e diretto da Maurizio Lupi – , l’esigenza imprescindibile di prolungare a tempo indeterminato il lasciapassare sanitario per chi ha più di 50 anni: “Sull’obbligo del green pass rinforzato degli over 50 dobbiamo essere rigidi, andando anche oltre la scadenza del 15 giugno. Siamo convinti della scelta presa e dobbiamo assolutamente tenere il punto.”

Ora, che chi abbia deciso di incatenarsi, per un puro tornaconto elettorale, alle misure sanitarie più pazze e repressive d’Occidente sia convinto di salvare la faccia ci può stare. Tuttavia, che egli sia altrettanto, profondamente persuaso della estrema efficacia delle stesse misure è molto difficile da credere. In realtà, oramai circa il 90% della popolazione è vaccinata e nelle fasce d’età obbligate a farlo sono circa un milione a quattrocentomila soggetti ai quali, attenzione, vanno però sottratti, e non sono pochi, tutti coloro i quali sono affetti da patologie che ne impediscono la somministrazione del vaccino.

Mentre per ciò che concerne le citate pressioni sugli ospedali, segnalo che i ricoveri per o con il Covid-19 (e la differenza oramai non è più una semplice sfumatura) sono quasi in caduta libera, con poco più di 1.100 terapie intensive occupate su quasi 10 mila posti letto, malgrado siamo ancora in pieno inverno.

E forse sarà anche in base a questa obiettivamente tranquillizzante situazione che Matteo Salvini, pur facendo parte della stessa maggioranza di Costa, in questi giorni si è più volte espresso per una rapida e totale eliminazione di uno strumento di controllo sociale che non avevano neppure in Unione sovietica. Ma dato che viviamo in burocratilandia, in cui non c’è mai nulla di più definitivo di ciò che viene presentato come provvisorio, soprattutto quando esso giova a ben strutturati gruppi d’interesse, sarà veramente durissima toglierci il green pass dalle scatole una volta per tutte.

Claudio Romiti, 14 febbraio 2022

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