Anche Mattarella tifa il lockdown

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“Mi piace l’odore del lockdown al mattino”. È cosi, c’è una Italia che il lockdown non solo non lo teme, ma se lo augura, lo anela, lo desidera, è presa dalla lussuria del chiudere tutto, che traspare dalle parole degli Speranza, dei Boccia, dei Ricciardi, con le loro immagini crude e cupe, il loro terrorismo da retorica da mercato delle pulci (coltello tra i denti”, “trincea”, “siamo in guerra”) ma anche le frasi sibilline, il detto non detto, “cari Italiani potremmo, se solo lo volessimo, trasformare questo paese, che si stava faticosamente rialzando, nel mondo cupo e grigio che desideriamo”.

Favorevoli

Dietro di loro c’è una Italia, ci sono decine di migliaia di persone, direi pure un blocco sociale, che il lockdown lo vede come un vantaggio, alla conta dei dare e degli avere. Sono una parte dell’impiego pubblico, sono il ceto parassitario che vive di reddito di cittadinanza, sono una certa imprenditoria assistita, sono infine coloro che dal lockdown e grazie al lockdown ci guadagnano proprio; dalla grande distribuzione ai produttori di mascherine proprietari di “Repubblica” al Cairo azionista del Corriere della sera.

Insofferenti

Poi c’è un’altra Italia che giudica il lockdown una follia politica, economica, filosofica, sociologica, psicologica, antropologica, a fronte dei dati ad horas che non giustificano tale misura e men che meno l’allarmismo isterico ed interessato dei media e del governo. Questa Italia è insofferente, teme che il governo, che del blocco sociale parassitario è incarnazione, voglia procedere a colpi di mano, si ribella nel suo intimo, e in parte va pure in piazza, anche se le argomentazioni e i toni di quelli che fin d’ora l’hanno calcata sono tutt’altro che sagaci ed intelligenti.

Presidente lockdownista

Un Presidente della Repubblica dovrebbe rappresentare, con le sue prese di posizione, queste due Italie, Invece Mattarella continua a dare voce solo ad una, nel caso specifico quella del governo e del blocco sociale lockdownista. Cosa altro è se non l’esortazione, pronunciata ieri durante il ricevimento della presidente greca, ai “singoli”, cioè agli italiani a essere “responsabili”? Fin qui nulla di male: parlare ai cittadini spiegando la situazione è sempre qualcosa di positivo, che questo governo per la verità ha sempre svolto assai male, facendo calare le misure dall’alto e da Facebook. Vuole Conte un modello di come si parla e si spiega ai cittadini; prenda il governo (di sinistra) svedese, che anche grazie a questa impresa pedagogica ha evitato il lockdown.

Quel che non convince è il seguito del ragionamento di Mattarella e in particolare il passaggio “se si vuole tenere aperta l’Italia”. Un momento, quindi il presidente vuol dire che se il governo ci rinchiuderà a casa sarà colpa nostra, nostra responsabilità perché non siamo stati abbastanza bravi e ligi alle direttive? Già lo vediamo Conte in tv o da Facebook proclamare quanto sia dispiaciuto di rinchiudere tutto ma costretto a doverlo fare dalla irresponsabilità dei cittadini. Un discorso alla Lukaschenko totalmente inaccettabile, Il compito del governo è quello di governare, senza chiedere aiuto all’opposizione, prendendo autonomamente le scelte senza farle ricadere sulla responsabilità degli italiani. Anche perché seguire le regole confuse e contraddittorie, alcune financo ridicole, del governo e poi sottostare a una condotta che le stesse autorità nazionali e regionali rendono impossibile (si pensi al disastro dei tamponi alla regione Lazio di Zingaretti) è impresa quasi impossibile.

Oltre il danno la beffa; ogni giorno dalla tv e dai giornali di terrorizzano, tu cerchi di seguire regole confuse e grida spagnolesche come puoi, ti metti in fila per ora nel tentativo di farti tamponare e magari ti infetti pure, per distrarti di tutto questo i vai in palestra e a berti un aperitivo ed ecco che subito diventi irresponsabile, potenziale uditore e certo causa del futuro lockdown

No, caro Presidente, se l’Italia verrà chiusa di nuovo la responsabilità sarà solo e soltanto dell’esecutivo e di coloro che l’hanno appoggiato., che ne risponderanno di fronte alla cronaca ma soprattutto alla storia.

Marco Gervasoni, 10 ottobre 2020

 

 

 

 

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