Ambiente e cristianesimo: così Carlo si prepara a diventare Re

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Sono state delle vacanze natalizie dense di messaggi di auguri da parte della famiglia reale britannica. Al consueto intervento televisivo della Regina Elisabetta a Natale si è accompagnato il messaggio registrato dall’erede al trono, il Principe di Galles, che ha toccato alcune tematiche di attualità come non mai in passato.

Con il ritiro dagli appuntamenti pubblici di suo padre, Filippo, ormai 98enne, e con la madre che compirà 94 anni il prossimo 21 aprile, si stanno intensificando le occasioni in cui Carlo appare in pubblico nelle vesti di futuro monarca creandosi un profilo adeguato in vista del giorno in cui lo diventerà. Così, seguendo l’esempio della madre, l’erede al trono si è recato nello Yorkshire prima di Natale a portare conforto alle popolazioni colpite dalle alluvioni fermandosi anche a chiacchierare con le popolazioni locali che gli hanno chiesto della salute del padre, ricoverato a Londra prima delle Feste.

Ma è stato nel messaggio di fine anno che Carlo ha toccato un tema spesso dimenticato anche in un Paese più che secolarizzato come l’Inghilterra. Si tratta delle persecuzioni nei confronti dei cristiani nel mondo. Il Principe di Galles lo ha posto al centro del suo messaggio con il chiaro intento di convogliare l’attenzione del pubblico sulla questione. La libertà di culto ai cristiani è negata in oltre 20 paesi nel mondo, con oltre 245 milioni di fedeli perseguitati specialmente in Africa e Asia meridionale. Carlo, che formalmente diventerà il capo della chiesa anglicana una volta Re, ha voluto rimarcare la sua personale posizione di sostegno alla causa della libertà religiosa in un Paese che ha visto il numero dei praticanti scendere drasticamente negli ultimi anni ma che ha sempre tratto giovamento dalla diffusione del cristianesimo nelle sue terre.

Anche se il Regno Unito entra negli anni Venti del ventunesimo secolo come una delle nazioni più laiche e indipendenti dal potere ecclesiastico, sono stati tanti in passato i leader politici del Paese ad avere ricevuto un’educazione religiosa. Margaret Thatcher non sarebbe stata la donna che è stata senza la frequentazione – impostale dal padre Alfred – della locale chiesa metodista di Grantham; l’ex premier Tory degli anni Settanta, Edward Heath, citava costantemente l’Arcivescovo di Canterbury durante il blitz, William Temple, come una delle sue maggiori fonti di ispirazione; Jim Callaghan era stato catechista e devoto pastore battista prima di staccarsi dalla religione per intraprendere la carriera politica. Infine, Harold Wilson, uno dei tre leader laburisti a vincere le elezioni nel Novecento disse più volte che il movimento operaio britannico doveva più al metodismo e alle sue radici cristiane che non al marxismo. Con il messaggio di Carlo questa tradizione spesso negletta riaffiora in tutta la sua forza anche perché il messaggio natalizio del premier Boris Johnson ha toccato la stessa questione.

Seppure formalmente dotato di un potere arbitrario che si estrinseca nella persona giuridica della Corona, in passato l’aspirante sovrano ha spesso preso posizioni anche in questioni delicate come il cambiamento climatico facendo emergere la posizione tradizionale dell’aristocrazia britannica sul tema: l’ambiente va tutelato, preservato e conservato e bisogna porre in essere tutte le soluzioni necessarie affinché torni a essere una risorsa che cresca armonicamente con lo sviluppo dell’essere umano. Nella sua ultima opera “Harmony: a new way of looking at the world” Carlo ha parlato dell’armonia nel creato come di un ideale da recuperare per una vita più sana e regolata sui ritmi dell’uomo. Senza prendere posizioni politiche il futuro Re ha dato salienza alla questione ambientale. Allo stesso modo la Regina nel suo intervento natalizio ha citato le piazze gremite di giovani che nel 2019 hanno dato risalto ai problemi legati all’inquinamento degli oceani, alla qualità dell’aria che respiriamo e alla dispersione della plastica. Siamo ad anni luce dal gretismo, ma la famiglia reale sa che è molto forte tra i giovani britannici un sentimento pro-environment che non può permettersi di trascurare.

Carlo si prepara da anni a compiere il grande salto e anche Elisabetta lo sa. Non è un caso che tra le foto bene in vista sulla scrivania reale ci fosse quella del figlio-erede e della moglie, la Duchessa di Cornovaglia, e che sia stata diffusa di recente una foto dell’attuale sovrana con i 3 più prossimi eredi al trono in casa Windsor: il Principe di Galles, il Duca di Cambridge e il principino George. God save the Queen, dunque. Ma anche i futuri Kings.

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