Starmer fa pulizia nel Labour: fuori gli antisemiti

Starmer fa fuori il candidato nel collegio di Rochdale, Azhar Alì, musulmano di origini pakistane, per i suoi commenti su Israele

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Come aveva promesso all’atto della sua elezione, il nuovo leader del Partito laburista britannico, Keir Starmer, sta facendo piazza pulita delle sacche di antisemitismo ancora presenti nel Labour.

Il Labour di Corbin

Come si rammenterà, il precedente leader, Jeremy Corbyn, aveva sovente espresso posizioni non solo anti-israeliane, ma anche antisemite tout court. Corbyn era il capo dell’ala sinistra del partito, ostile anche alla Nato e agli stretti legami tra Usa e Regno Unito.

Sotto la sua guida i laburisti subirono una disastrosa sconfitta da parte dei conservatori di Boris Johnson, lasciando agli avversari una larga maggioranza in Parlamento e perdendo molti collegi che tradizionalmente votavano Labour.

Naturalmente Corbyn, schierato su posizioni nettamente socialiste, fu subito scalzato e sostituito dal moderato Keir Starmer. Alcuni settori, per quanto minoritari, del partito, rimasero tuttavia fedeli a Corbyn, e Starmer è deciso a combatterli senza esitazioni.

L’esclusione di Azhar Alì

L’occasione si è presentata quando il candidato laburista nel collegio di Rochdale (elezioni suppletive del 29 febbraio) Azhar Alì, musulmano e di origini pakistane, ha criticato in alcune interviste gli “ambienti ebraici” per aver osteggiato i candidati laburisti ostili a Israele.

Secondo Alì, lo Stato ebraico ha lasciato che Hamas organizzasse il massacro del 7 ottobre per ottenere la possibilità di avere mano libera nella Striscia Gaza. Appena lette tali dichiarazioni, Starmer ha subito deciso di escludere Alì, lasciando in pratica il seggio sprovvisto di candidati del Labour.

“Decisione dura ma necessaria”, ha spiegato Starmer. E ha aggiunto: “quando ho detto che avrei cambiato il Labour dicevo sul serio”. Agendo in questo modo Starmer ha dimostrato coerenza e coraggio, anche se ha ricevuto critiche pesanti da alcuni esponenti corbyniani, secondo i quali la sua decisione favorisce i conservatori.

Sul piano generale, è comunque sorprendente che nel Regno Unito, Paese tradizionalmente leader della democrazia nel mondo, vi sia un antisemitismo così virulento. Questo induce molti osservatori a preoccuparsi per la sorte di Israele e delle comunità ebraiche, che qui sono sempre state molto forti e influenti.

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