Il Cav oltre l’Italia: un centrodestra unito via da seguire anche in Europa

In vista delle elezioni europee del prossimo anno, ancor più attuale l’intuizione di Berlusconi: una maggioranza di popolari, conservatori e liberali anche al PE

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Attraverso il suo impareggiabile carisma, l’invidiabile senso dell’umorismo, il raro senso degli affari e l’indiscutibile leadership politica, Silvio Berlusconi ha segnato la vita degli italiani e non solo. Era un grande statista, una figura unica sulla scena mondiale, un creatore e un costruttore, un visionario, un innovatore nei media, nella politica e nello sport e sicuramente un’influenza imponente per molti che circondano il mondo degli affari e della politica.

Eredità liberale e conservatrice

I miei primi ricordi del Cavaliere risalgono a un’età molto giovane, legati all’influenza che il suo impero mediatico ha avuto nella mia città natale in Albania. Quando sono entrato nel mondo della finanza e della politica, le idee e le politiche di Berlusconi sono diventate per me un punto di riferimento considerevole.

Proveniente da un Paese e da una famiglia che avevano sofferto molto sotto il terrore rosso del comunismo, la sua impavida posizione anticomunista, la ricerca impenitente della libertà e il senso di patriottismo hanno attirato fortemente la mia attenzione. Le prime posizioni politiche che ricordo sono state ispirate dalle idee liberali del Cavaliere: difesa delle libertà individuali con cui si nasce, governo limitato, tasse basse, mercati liberi, bassa spesa pubblica e forte difesa dell’interesse nazionale.

Il conservatorismo liberale fusionista in cui credo oggi è nella sua essenza la conservazione di questi elementi che proteggono l’individuo, rafforzano la famiglia, consolidano una società pluralistica, rafforzano le istituzioni e fanno grande un Paese. Come aveva detto lui stesso, Margaret Thatcher era uno dei suoi modelli, e anche se non sono sempre stato d’accordo con il modo in cui ha gestito le cose, il suo cuore era nel posto giusto.

Il mondo è un posto più vuoto senza persone come Berlusconi, Reagan e Thatcher. Tuttavia, credo che questa eredità liberale e conservatrice che Berlusconi lascia, sia, nei suoi fondamenti, in buone mani con il nuovo governo Meloni.

Affari e media

Per molti di noi in Albania, Silvio Berlusconi è stato il sinonimo della libertà e della libera imprenditorialità che il nostro Paese ha disperatamente desiderato per decenni. Era una di quelle grandi persone che non abbiamo mai conosciuto personalmente eppure è diventato un punto di riferimento.

Un self-made man e un esempio per i giovani imprenditori di tutto il mondo, ha iniziato con Edilnord alla giovane età di 27 anni. Nel 1977 fonda la Fininvest, la holding proprietaria dell’impero Berlusconi. Ben prima di entrare in politica, ha lasciato il segno con i suoi edifici e soprattutto con i media.

In un panorama in cui la sinistra esercita solitamente un’influenza considerevole sui media pubblici, Mediaset è diventata una componente vitale per bilanciare la scacchiera politica e mediatica. Inoltre, ha segnato un cambiamento culturale nel modo in cui i media funzionano, con influenze oltre i confini dell’Italia. Quante delle personalità dei media di oggi devono la loro carriera a lui e alle opportunità che ha loro offerto, mi chiedo.

I ragazzi della mia età erano abituati a guardare Italia 1 dopo la scuola – e sapevamo che era merito di Berlusconi. Molti tifosi del Milan hanno applaudito e pianto, vissuto grandi emozioni e hanno ricordi incredibili grazie a lui. Il Cavaliere probabilmente sapeva di aver avuto un impatto sulla vita di milioni di persone in tutta Europa, entrando nelle loro case e nelle loro anime. Quello, penso, è stato uno dei suoi più grandi successi.

Lotta politica senza odio

Amato appassionatamente da molti, ferocemente odiato da altri che non hanno mai veramente cercato di capirlo, divideva le persone in due gruppi opposti, come spesso fanno siffatti leader. Eppure, quello che ho sentito in questi giorni da molti che lo conoscevano è il fatto che non odiava le persone, anche quelle che lo disprezzavano.

Ha cercato di entrare in empatia, capire e persino compatire coloro che sapeva essere incapaci di amare. Tutto questo è il segno di un grande uomo. Ha dimostrato che si può lottare per le idee in cui ci si crede senza odiare e diffondere tossicità e talvolta anche tendendo una mano di tolleranza e cooperazione.

In un video ormai diventato virale, dice a un comizio: Abbiamo anche la contestazione, evviva”. “Così almeno tutti voi potete capire la differenza fondamentale che c’è tra noi e loro”. “Si sono messi a strumentalizzare la paura, la speranza, il dolore, i morti. Vergogna”. “Non avete dignità, non sapete cos’è la nobiltà d’animo, non sapete cos’è la democrazia, non sapete cos’è la libertà”.

Questa era la differenza tra lui e chi lo odiava. Berlusconi era capace di mostrare grande dignità ed empatia. Mostrava spesso un ammirevole amore genuino per la sua famiglia, raramente visibile nei politici. Spero che sia così che la storia lo ricorderà.

Centrodestra unito

Politicamente, ha dato alla destra europea un progetto straordinario, in cui credo fermamente. Quando scese in campo nel 1994, il pericolo dei comunisti era grande. L’Italia rischiava di cadere nell’autoritarismo e nel giustizialismo. Fu grazie alla sua determinazione, al suo carisma e alla sua volontà politica di unire il centrodestra che il pericolo fu fermato.

Ha dato all’Europa e al mondo la lezione che quando la destra è unita attorno a valori e principi comuni, può vincere. È così che ha governato più a lungo di qualsiasi altro presidente del Consiglio, guidato dai valori di libertà, democrazia, patriottismo ed euro-atlantismo. L’Europa e l’Occidente sono stati più forti con ogni governo Berlusconi.

Amico dell’Albania

L’Albania, con la sua fragile democrazia, che cercava di svilupparsi e di entrare a far parte della famiglia europea dopo decenni di comunismo, aveva in Berlusconi un alleato insostituibile, e la destra albanese ha trovato in lui un amico e un modello da seguire. La sua amicizia con lo storico leader della destra albanese, Sali Berisha, è stata un elemento chiave di questo rapporto.

Un’Italia più forte, con una maggiore attenzione al Mediterraneo, era una priorità per la destra italiana sotto Berlusconi, e sembra esserlo anche sotto il premier Meloni, dopo un decennio di negligenza da parte della sinistra. Per l’Albania, questo è vitale, poiché una maggiore attenzione da parte dei nostri alleati storici significherà meno spazio per le influenze indesiderate degli avversari geopolitici dell’Occidente.

L’Italia, sotto la guida di Berlusconi, è tornata al centro degli eventi mondiali. Il Cavaliere è stato fondamentale per porre effettivamente fine agli ultimi resti della Guerra Fredda, guidando più riunioni del G8 di qualsiasi altro capo di governo italiano e garantendo attraverso politiche conservatrici e liberali una maggiore prosperità per il suo Paese.

Un centrodestra europeo

Quel progetto fusionista, ora seguito con successo dal premier Giorgia Meloni, potrebbe essere la via da seguire per le elezioni europee del prossimo anno, portando a una nuova maggioranza di popolari, conservatori e liberali – una vecchia aspirazione di Berlusconi, dimostrando ancora una volta la sua visione decenni avanti rispetto agli altri. Questa è la chiave per il successo dei governi di centrodestra in tutta Europa e anche oltre Atlantico, nel grande partito della destra, il Gop.

Per decenni è stato perseguitato da una magistratura politicizzata e da media attivisti più di ogni altro individuo del suo tempo ed è stato rimosso da Palazzo Chigi non attraverso le elezioni ma con un colpo di stato internazionale, diventando per molti un simbolo della resistenza. Le sue lotte, la determinazione e la perseveranza ispirarono chiunque seguisse la sua attività politica. Alla fine, fu assolto e riabilitato.

Progetto ancora attuale

Alla fine, ha vinto! Tutta la sporcizia che gli è stata lanciata, gli attacchi, gli insulti, le bugie, i processi giudiziari non sono riusciti a metterlo giù. Il 25 settembre scorso un trionfante ritorno al Senato, mentre il suo partito è ora una componente importante del governo.

Il suo progetto politico, iniziato nel 1994, è vivo e vegeto, anche fiorente, sotto un premier di centrodestra straordinariamente capace. L’Italia è su una strada che gioverà a se stessa, al Mediterraneo e all’Europa. Le idee del Cavaliere dureranno e continueranno a ispirare altre generazioni di conservatori liberali.

Con lui se ne va un pezzo di storia, forse l’ultima del Novecento, l’ultimo di quei grandi uomini che appartengono ormai a un’epoca passata. Tuttavia, la sua eredità sarà quella di un grande statista, che amava senza vergogna la vita, la libertà e il suo Paese. Un combattente fino alla fine! Un’energia giovanile inestinguibile! E non riesco a pensare ad un modo migliore per essere ricordato. Grazie Cavaliere!

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