Il coraggio di poter essere qualcosa di radicalmente diverso dalla sinistra

Non fate finta di dimenticare quanto siete stati talebani, maleducati, ipocriti dispensatori della patente di agibilità politica e di dirittura morale

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A vent’anni entrai a far parte di Forza Italia per alcuni anni. Quei tempi li ricordo benissimo. Per quelli di sinistra non c’era dignità politica oltre il campo dei progressisti.

Anche i rapporti personali, a volte, ne risentivano. La stima che gli altri avevano di te improvvisamente scemava, risuonavano obiezioni come “non credevo che uno preparato e con la tua cultura potesse stare con Berlusconi”.

Quando ci andavano giù pesante ti associavano agli stereotipi del ladrocinio socialista o democristiano, oppure mettevano in discussione la tua onestà e la tua moralità; solo perché non stavi con loro e credevi che Berlusconi potesse essere migliore di loro.

È passato del tempo, tanto tempo, ma non fate finta che quegli anni non ci siano stati, non fate finta di poter dimenticare quanto siete stati talebani, scortesi, a volte maleducati, ipocriti dispensatori della patente di agibilità politica e di dirittura morale anche verso persone delle quali avevate stima e di cui conoscevate gli aspetti di un’intera vita.

C’è un aspetto decisamente nobile del berlusconismo che rimarrà anche dopo Berlusconi: il coraggio esposto con dignità di poter essere pubblicamente qualcosa di radicalmente diverso dalla sinistra e dal centrosinistra.

Ecco, per molti di noi, al di là del giudizio (chiaro e oscuro) su Berlusconi, il leader di Forza Italia è stato questo, soprattutto agli inizi, è stata l’affermazione che il bene non eravate voi o solo voi. Ed è ancora così, sappiatelo.

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