Danni collaterali: gli effetti drammatici della pandemia (e dei lockdown) che non entrano nei bilanci ufficiali

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Le conseguenze del Covid-19 sono, purtroppo, note a tutti noi. Il coronavirus colpisce in vari modi, nella maggior parte dei contagiati presenta sintomi lievi e moderati ma talvolta ben più gravi, in alcune circostanze addirittura mortali, tra cui difficolta respiratorie, dolori al petto e perdita della facoltà di movimento.

Ciò che ancora molti invece non comprendono è che la pandemia, o meglio le misure restrittive adottate dai governi portano con sé moltissimi disturbi e danni di lungo termine che non possono, anzi non devono essere sottovalutate.

Disturbi psicologici non trascurabili come paura, senso di smarrimento, fino alle forme più gravi della depressione e dell’esaurimento. Ovviamente, è normale sentirsi smarriti a seguito di un’esperienza così forte come quella di una pandemia che ha stravolto totalmente le nostre vite, ma non è altrettanto normale che nessuno ne parli e che si faccia finta che queste conseguenze psicologiche non esistano: purtroppo ci sono e sono tanto gravi quanto le conseguenze “fisiche”.

Il perenne isolamento, la scarsissima vita sociale e la continua incertezza circa il futuro comportano per la mente di ciascuno un peso difficile da gestire. Tutti questi fattori non fanno che aumentare la preoccupazione ed il malessere della maggior parte delle persone. Il lockdown e la conseguente crisi sociale ed economica hanno, purtroppo, provocato anche l’aumento dell’utilizzo di alcool e stupefacenti, soprattutto nei giovani e nelle persone più fragili. Si tratta purtroppo di problemi che si trascineranno a lungo, ben oltre la fine della pandemia.

I giovani sono stati così colpiti in particolare per il venir meno della vita scolastica e universitaria e della socialità ad essa connessa. La mancanza di una routine quotidiana e la privazione dei contatti hanno portato, non solo nei giovani, alla sfrenata ricerca di “senso di soddisfazione” in alcool e stupefacenti.

L’allarme riguarda anche il progressivo aumento di utilizzo di psicofarmaci per contrastare il sempre più diffuso senso di ansia e di angoscia. Le cronache di questi mesi di pandemia ci raccontano tante storie di sofferenza e di dolore che purtroppo, in troppe occasioni hanno portato alla tragedia: il suicidio. Purtroppo, la pandemia ha portato con sé anche un progressivo aumento dei suicidi: molte persone hanno deciso di togliersi la vita perché spaventate dal contagio o per le disastrose conseguenze economiche che hanno colpito le loro attività.

Non si tratta di danni trascurabili, ma di effetti – anche delle politiche pubbliche – che vano in qualche modo messi a bilancio.

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