Danni da lockdown: impennata di vendite per alcol e psicofarmaci

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Qualcuno disse che era solo una “influenza”, che il virus vero era il razzismo, l’ex premier Conte che l’Italia era “prontissima” a qualsiasi tipo di pandemia. Sembrano parole lontane, remote, invece è passato appena un anno. Com’è andata a finire e qual è la realtà lo sappiamo bene: gli italiani convivono con la parola lockdown esattamente da un anno, la nostra vita è divisa a colori, limitata dai coprifuoco, circoscritta a Comuni o massimo Regioni. “Andrà tutto bene”, scrivevamo ovunque, ma che la nostra vita sarebbe cambiata per sempre l’avevamo capito da subito. Il Covid-19 ha radicalmente cambiato la nostra vita, è penetrato nelle nostre case e cambiato il nostro modo di vivere, lavorare, socializzare. Ci siamo ritrovati a fare videochiamate, a vivere a testa bassa sul cellulare chiusi nelle nostre case per poi accorgerci che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è fuori, nella vita reale. Dopo un anno abbiamo capito che nessuno schermo potrà sostituire un abbraccio, un bacio, un sorriso, nessuna videochiamata potrà sostituire l’emozione della socializzazione vera.

Secondo gli esperti ci porteremo dietro gli effetti collaterali del lockdown per molto tempo, a partire dai bambini e dagli adolescenti che sono stati, forse, quelli maggiormente colpiti dalle restrizioni con cui siamo obbligati a convivere.

Effetti delle reclusioni che s’iniziano però già a intravedere. Infatti il lockdown risulta essere terreno fertile per l’alcolismo. L’aumento di consumo di alcolici trova riscontro nei dati diffusi a livello nazionale riguardanti le vendite: si parla di un aumento del 180 per cento. Per alcuni si tratta di una ricaduta, per altri ancora è una novità, ma l’alcol risulta essere uno dei nemici più pericolosi perché colpisce le persone più deboli e più sole.

Un altro dato da non sottovalutare, ma anzi da guardare con la lente d’ingrandimento è quello relativo alla ‘salute mentale’. Ansia generalizzata, depressione e disturbi del sonno, sono le conseguenze più diffuse. Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Società Italiana di Psichiatria ha recentemente rilasciato interviste in cui esprime chiaramente la sua preoccupazione, dichiarando che le conseguenze psicologiche della pandemia saranno gravi e diffusissime. Sempre Di Giannantonio dichiara che molte persone hanno trovato rifugio nelle auto-terapie, consumando sostanze psicofarmacologiche legali come ansiolitici, ipnotici e antidepressivi. Più soggetti coloro che hanno perso il lavoro, chi ha perso dei cari, le persone ovviamente più sole e più deboli. Il grafico sulla crescita delle vendite di ansiolitici rispetto all’anno precedente pubblicato dall’Aifa non ha bisogno, purtroppo, di ulteriori commenti.

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