Salvini detta tempi e agenda di governo, Di Maio rincorre

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L’incredibile crescita della Lega e il costante arretramento del Movimento 5 Stelle non fanno più nemmeno notizia. La forbice tra i due alleati, stando all’ultima rilevazione di Ipsos, è giunta al 8,5 per cento e potrebbe fare a pezzi il contratto di governo da un momento all’altro. Questi equilibri, tuttavia, sono ormai noti e reggono, almeno temporaneamente, le sorti del governo gialloblu. Nonostante il teorico strapotere numerico della pattuglia parlamentare grillina, Salvini è riuscito a domare Di Maio e a dettare i tempi e l’agenda del governo.

Le ragioni di questo successo sono state descritte più volte: l’esperienza politica e la forza comunicativa dei leghisti contrapposte all’inesperienza e alla goffaggine dei grillini. Quest’ultima, forse non presa seriamente dalla stampa che ha preferito deriderla piuttosto che analizzarne le conseguenze, si è manifestata più volte. Le uscite di Di Maio (manine e manone, abolizione della povertà per decreto e attacchi scomposti ai giornalisti) costituiscono una parte importante di questo tema ma non lo esauriscono. L’affresco si completa solo con le dichiarazioni e i gesti maldestri di alcuni ministri e parlamentari pentastellati di cui Toninelli è l’esponente di punta. Le sue innumerevoli gaffe, il suo pugno alzato in Parlamento hanno imbarazzato più volte il Movimento. E che dire di Barbara Lezzi che ha parlato di copertura informativa a 370 gradi? Se poi si pensa alle recenti affermazioni di Laura Castelli la frittata è fatta. Questi interventi non solo evidenziano un certo pressappochismo e una scarsa competenza istituzionale, ma inverano lo stereotipo del grillino inesperto e inadatto alla gestione della cosa pubblica. Quasi che il fallimentare modello governativo Raggi sia paradigmatico e applicabile a tutto il Movimento 5 stelle.

In effetti, la squadra che dovrebbe aiutare Di Maio a riacciuffare Salvini è composta da seconde linee che spesso rilasciano dichiarazioni tali da oscurare i provvedimenti su cui i 5 Stelle hanno investito tempo ed energie. Mentre i leghisti non sbagliano una mossa e sono inseriti in un’efficientissima strategia politico-comunicativa (basti pensare a Giorgetti che tutto vede e a tutto provvede), certi parlamentari pentastellati mettono il Movimento in imbarazzo se non in grave difficoltà. Le sorti del duello tra i due vicepremier vengono fortemente influenzate anche dagli interventi a gamba tesa di Di Battista. Le sue imprevedibili dichiarazioni riescono a ricompattare la base grillina, ma spesso fanno allontanare l’elettorato contendibile al Carroccio per via di toni troppo barricadieri.

Insomma, il Movimento 5 Stelle, per invertire la rotta dovrebbe regolare maggiormente la propria comunicazione politico-istituzionale in modo da evitare scivoloni che ne riducono i consensi. O forse dovrebbe ricambiare parte del proprio personale politico che a causa di questi gesti è ormai screditato. Un rimpasto da Prima Repubblica potrebbe essere una soluzione? Chissà… La partita con la Lega è lunga, ma di questo passo rischia di diventare un’umiliazione.

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