La nuova ascesa di Nigel Farage e i segreti del successo della sua ultima creatura: il “Brexit Party”

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I sondaggi, che ricordiamolo non sono oracoli, sembrano dare un quadro preciso sulle intenzioni di voto dei cittadini britannici in occasione delle prossime elezioni europee. Il Brexit Party, la nuova creatura di Nigel Farage, risulta essere il primo partito con un range di consensi tra il 27 ed il 28 per cento anche se, secondo YouGov, potrebbe arrivare anche al 30. Un risultato straordinario, considerando che si tratta di un movimento giovane, di appena tre mesi. Ma quali sono le ragioni di questo successo?

Farage è un eccellente comunicatore e lo abbiamo visto. Semplice e diretto. Ha pochi obiettivi ma chiari e sa come comunicarli all’elettore, intercettandone il consenso e scavalcando l’ostilità della stampa. Non solo, con questo ultimo soggetto, ha rivelato un talento invidiabile per il marketing politico. Se lo UKIP era un partito di destra populista e sovranista, con qualche sfumatura liberale, il Brexit Party è qualcosa di diverso. È un movimento orientato da una tematica precisa, ossia Brexit possibilmente senza accordo alcuno con Bruxelles, e ciò gli consente di muoversi trasversalmente all’interno dello spettro politico. Un terreno fertile lasciatogli in dote dai due partiti principali, Laburista e Conservatore, che hanno commesso alcuni errori di valutazione sul tema Brexit, in primis quello di non tener minimamente conto della maggioranza silenziosa del paese.

Il Labour, che secondo i sondaggi sembra aver staccato i Tories di ben 9 punti percentuali, ha pagato la sua richiesta ossessiva di un nuovo referendum con un’emoraggia di consenso a sinistra, dove si collocano le frange più euroscettiche. Le stesse che hanno portato Jeremy Corbyn alla leadership.

Ma i danni più significativi li hanno subiti i Tories. Se, in un primo tempo, sembravano aver saputo sfruttare la vittoria del Leave, spostandosi apparentemente a destra e saccheggiando dallo stesso UKIP che oramai sembrava aver esaurito la propria utilità, hanno dimostrato in seguito di non saper concretizzare questo vantaggio. In particolare Theresa May che, come primo ministro, non è stata all’altezza di un compito sicuramente gravoso ma che avrebbe potuto accrescere il suo consenso. Ha trattato il Brexit, più che come un’opportunità, come un danno da minimizzare. Ha fatto carte false per un accordo con l’Europa che non è ancora arrivato, si è presentata dai laburisti che l’hanno messa davanti all’aut aut imponendo un secondo referendum. In tutto questo marasma la maggioranza silenziosa, che si era espressa per un’uscita dall’Unione europea senza mezze vie, non è stata ascoltata. Morale della favola? I conservatori da primo partito sono diventati il terzo, e i voti che sembravano aver ripreso a destra sono stati nuovamente persi.

A guadagnarci è stato proprio Nigel Farage, che già alle scorse europee del 2014 aveva ottenuto il 27 per cento dei consensi. Con un colpo da maestro ha rottamato la sua precedente creatura, lo UKIP che ora versa in fase terminale al 5 per cento, e ha annunciato la nascita di un nuovo soggetto. Il Brexit Party. Lo ha fatto, con la sua consueta teatralità, presso una fabbrica di Coventry, una delle roccaforti del Leave. Si è offerto di dare voce a quella maggioranza silenziosa che, tradita dal governo e dai partiti tradizionali e derisa e odiata dall’establishment, si è sentita ignorata e inascoltata. Il tutto condito con una buona dose di condanna nei confronti di tutti i partiti tradizionali, di fatto il Brexit Party si pone come un movimento di opinione, e trasversale lungo il continuum sinistra-destra. Una ricetta che ha permesso a Farage di dissolvere il suo ex partito, di indebolire i Tories ma anche di sfondare a sinistra, rincorrendo quei 5 milioni di laburisti pro Brexit. Non è un mistero, infatti, che il Brexit Party abbia guadagnato le simpatie di numerosi intellettuali vicini alla sinistra radicale. Per dirne uno: la scrittrice, ed ex attivista del Partito comunista inglese, Claire Fox. Costoro, pur essendo distanti anni luce dalle idee politiche di Farage, hanno deciso di unirsi a lui per far sentire forte e chiara la voce di quella maggioranza silenziosa. Maggioranza silenziosa che i media e l’establishment continuano ad ignorare nascondendosi dietro intere costellazioni di stelle in campo blu.

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