Perché il Bahrein accusa l’Iran di aggressione biologica

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Dal Bahrain è arrivata una durissima accusa nei confronti della Repubblica Islamica: quella di aggressione con armi biologiche.

Le ragioni sono presto dette: secondo il ministro dell’interno del Bahrain Rashid bin Abdulla al Khalifa, Teheran non si sarebbe in alcun modo preoccupata di mettere il timbro sui passaporti dei cittadini del Bahrain in visita nella Repubblica Islamica. Una pratica che l’Iran non avrebbe usato solamente con il Bahrain – che viene considerata dal regime iraniano come una sua provincia – ma anche con gli altri Paesi del Golfo e con i vicini in Medio Oriente.

Questa scelta scellerata ha impedito di fatto di tracciare adeguatamente gli spostamenti di molte persone, soprattutto dei membri delle comunità sciite in Medio Oriente, che si recano spesso in visita in Iran. Così come l’Iran non ha adeguatamente tracciato gli spostamenti dei proprio cittadini fuori del Paese, in particolare nel vicino Iraq (qui il transito dei pellegrini è notevole, soprattutto per la presenza in Iraq di Najaf, la prima città santa per gli sciiti). D’altronde, lo stesso segretario di Stato americano Pompeo ha accusato l’Iran di comportamento irresponsabile, per le bugie dette sull’emergenza coronavirus e per aver permesso alla compagnia aerea Mahan Air di continuare a volare liberamente tra Pechino e Teheran.

Nel frattempo, nella Repubblica Islamica i casi positivi di Covid-19 hanno superato i 16.000 (con circa mille morti). Questi i numeri ufficiali, che però – come spesso sottolineato – non sono considerati dati affidabili da molti osservatori, per la censura che il regime impone sull’emergenza sanitaria. La Bbc, di recente, ha svelato che ai confini della città santa di Qom, focolaio del coronavirus in Iran e in tutto il Medo Oriente, il regime ha ordinato la costruzione di nuovi cimiteri, che per gli esperti verranno usati per tumulare le vittime del virus cinese. Tra i contagiati recenti, segnaliamo anche Ali Akbar Velayati, consigliere di Khamenei e ex ministro degli esteri iraniano (Velayati è considerato tra gli organizzatori dell’attentato al centro ebraico Amia di Buenos Aires, che provocò oltre 80 morti civili).  
La crisi sanitaria ha costretto il regime iraniano a chiedere un prestito speciale di 5 miliardi di dollari al Fondo Monetario Internazionale, per far fronte all’emergenza.

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