Se in Italia la sanità è “roba” vaticana

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Chi è per lo stato laico dovrebbe finalmente svegliarsi: la sanità italiana è in mano a personaggi che lavorano per il Vaticano. Medici che operano in strutture che godono dell’extraterritorialità, anche se situate a Roma, governano i centri nei quali si decide della salute degli italiani. Una situazione, nello stesso tempo, assurda e ridicola, coperta da una “sinistra” che ha sempre lucidato le scarpe ai protagonisti dell’oligarchia vaticana, ovvero di uno stato estero. Un potere enorme che si trova nelle mani di una entità straniera, e per niente democratica: c’è forse uno stato più teocratico del Vaticano? Guardiamo i nomi di chi siede nel Cts, il Comitato tecnico scientifico, dove la Santa Sede ha i suoi rappresentanti, e nel Consiglio superiore di sanità, che al suo vertice vede addirittura un medico dipendente del Vaticano.

Sono tanti i medici che lavorano nelle strutture pubbliche nazionali che lamentano questa situazione, ma a bassa voce per evitare di vedere stroncate le loro carriere, in un settore dominato dalla corsa al bacio di un anello cardinalizio per ottenere una promozione. Senza contare le corsie privilegiate per chi esce con un titolo di studio delle università legate al Vaticano, o fa parte di qualche “pontificia commissione”. Una umiliazione per fior di professionisti che lavorano negli ospedali statali, medici laici ed atei, che avrebbero tutti i titoli per essere inseriti in questi comitati, mentre vengono posti al comando dipendenti di uno stato estero, sempre ben foraggiato con miliardi provenienti dai contribuenti italiani, purtroppo anche i non credenti.

Anche sui media le presenze sono quelle di portatori di “valori” ideologici e religiosi che nulla hanno a che fare con la salute, ma contraddistinti da un ruolo di “decisore” a nome dello stato italiano. Un esempio? I tromboni della sinistra, che dicono di essere dalla parte delle donne, a cominciare dal ministro della salute, hanno mai chiesto al presidente del Consiglio Superiore di Sanità se è favorevole o contrario alla legge 194? Se ha mai aiutato una donna ad abortire? E se non ritiene scandalosa l’obiezione di coscienza dei medici che rifiutano di praticare aborti? Le risposte sarebbero imbarazzanti per chiunque ha a cuore lo stato laico. Esiste una “evidenza scientifica” per giustificare il rifiuto dei medici che non applicano la legge 194? Da sempre i ministri della salute hanno portato avanti politiche fideistiche a tutto svantaggio di uno stato laico che invece deve avere la schiena dritta, senza diventare un subappalto dei “sacri palazzi”.

Basti ricordare la figura cardinalizia, soprannominata “sua sanità”, che per decenni ha fatto il bello e il cattivo tempo a livello governativo e regionale. Quanti cardinali mettono “una buona parola” quando c’è da scegliere il vertice di una Asl? A proposito, sarà un caso se pure la sede del Ministero della salute è oltretevere, a due passi dal “cupolone”, e con vista su una struttura ospedaliera governata da religiosi?

Quanti miliardi di euro sono stati sottratti alla sanità pubblica e dilapidati? Purtroppo l’Italia ha sempre piegato la schiena davanti agli interessi vaticani, e il cosiddetto governo giallorosso continua a perpetrare questa politica che umilia i medici del servizio sanitario nazionale. Quelli che non si infilano sotto le tonache del prevosto di turno.

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