Day by Day: Banksy al Mudec di Milano, a Roma sospeso il nuovo piano pullman

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Irriverente, provocatorio, non convenzionale e per questo interprete della modernità dal successo planetario. Al Mudec arriva Banksy, il misterioso writer e street artist le cui tracce cittadine saranno in mostra con “A Visual Protest. The Art of Banksy”. Un percorso espositivo che raccoglie, per la prima volta, al Mudec di Milano oltre 70 lavori dell’artista che proprio di recente ha sfidato ancora una volta il conformismo. L’autodistruzione in diretta durante un’asta della prestigiosa Sotheby’s di Londra di una delle sue opere più famose e rappresentative dopo che questa era stata battuta per un valore di acquisto di 1,042 milioni di sterline, è stato uno dei gesti più espliciti ed emblematici della sua personalità. Anche in occasione di questo appuntamento, la mostra su Banksy sarà in esposizione in quattro sezioni fino ad aprile 2019, il gruppo Koelliker, partner di Mudec da fine 2017 e per i prossimi tre anni, non farà mancare il suo sostegno mettendo in mostra uno dei suoi volti più caratteriali e dalla forte personalità. SsangYong Tivoli, auto ufficiale del Mudec, vuole esprimere molti dei valori che caratterizzano l’estroso e controverso artista britannico. Tivoli è disponibile in ben sette versioni e altrettanti allestimenti. “Nella scelta di diventare partner di Mudec ha certamente influito la potenzialità di essere protagonisti di momenti culturalmente molto importanti, come questo dell’esordio del percorso inedito su Banksy”, commenta Luca Ronconi, amministratore delegato del gruppo Koelliker. “Dopo gli appuntamenti con Frida Kahlo, Amedeo Modigliani e Paul Klee, oggi incontriamo la modernità di un artista che interpreta attraverso toni coraggiosi e originali temi importanti dei nostri tempi. Siamo particolarmente orgogliosi di far parte di questo che sarà un altro grande successo per Milano e il suo tessuto artistico e culturale. Con il marchio SsangYong abbiamo scelto di percorrere strade che ispirino le persone al coraggio delle scelte, alla capacità di distinguersi in ogni situazione e la Mudec Car, Tivoli, sintetizza al meglio questo approccio”.

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L’acqua come archetipo, forza primigenia da cui si genera la vita e a cui tutto farà ritorno. L’acqua che regge il mondo e l’acqua che nutre, in analogia con l’universo femminile. Questi i temi affrontati nella mostra L’acqua di Talete. Opere di José Molina, che presenta iconici lavori fra dipinti, disegni e sculture, oltre a opere inedite dell’artista spagnolo, dal prossimo 29 novembre e fino al 17 febbraio 2019 per la prima volta negli spazi espositivi del Museo Carlo Bilotti di Roma, all’interno della cornice dell’Aranciera di Villa Borghese. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ideata e curata da Roberto Gramiccia, patrocinata dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dall’Instituto Cervantes di Roma, e organizzata con il contributo della galleria Deodato Arte. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. La mostra, come rivela il curatore, prende spunto dall’importanza che i giochi d’acqua hanno avuto nella storia del Museo Bilotti, suggerendo una riflessione sulle origini classiche del pensiero occidentale. L’edificio che ospita l’attuale sede espositiva, infatti, prima ancora di essere adibito ad Aranciera, verso la fine del Settecento fu ampliato e decorato per volontà di Marcantonio IV Borghese, unitamente alla sistemazione del contiguo “Giardino del Lago”, per ospitare eventi e feste mondane. Tale intervento fu considerato stupefacente a tal punto che l’edificio stesso prese il nome di “Casino dei giuochi d’acqua”, come ci tramandano le cronache dell’epoca, proprio per la presenza di fontane e ninfei in stile barocco di particolare pregio per l’intrattenimento e il piacere degli ospiti e dei familiari. Da qui l’idea di allestire una personale di José Molina tutta dedicata al tema naturale dell’acqua, indagato dall’artista quale elemento primordiale che dà origine alla vita e fondamento archetipico sul quale poggia tutto il sistema del reale. Il concetto è uno sviluppo del pensiero filosofico di Talete di Mileto che, come riporta Aristotele nella sua Metafisica, costituisce la base della filosofia occidentale. Molina si confronta con questo pensiero realizzando sculture e opere pittoriche su tela e su carta in cui predomina l’acqua stessa, che è anche evocata nelle fattezze metamorfiche e visionarie dei personaggi rappresentati, creando così, come evidenzia il curatore, un mondo fantastico che inesauribilmente rinasce da se stesso. Per la mostra al Museo Bilotti sono state quindi selezionate le creazioni più rappresentative legate al tema dell’acqua.

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Lunedì 3 dicembre, al Teatro Vascello di Roma, ore 18, verrà proiettato il documentario Giosetta Fioroni. Pop Sentimentale, un lavoro improntato sulla vita ed opera dell’ultima esponente della scuola romana di Piazza del Popolo ed unica donna del gruppo che può essere considerata la risposta italiana alla Pop Art degli Usa, senza dubbio annoverata tra gli artisti più riconosciuti nel panorama internazionale. Il documentario, scritto da Didi Gnocchi, sceneggiato da Sabina Fedeli, presentato da Piero Mascitti e diretto da Gabriele Raimondi, ripercorre in dettaglio la carriera di Giosetta Fioroni con una serie di mostre e di incontri a Roma, Mosca, Parigi, nella campagna veneta e Milano, dove le è stata recentemente dedicata una grande retrospettiva, inaugurata nella primavera 2018 al Museo del ‘900. Attraverso la sua testimonianza diretta, torna a rivivere una stagione dell’arte e della cultura italiana, nonché uno sguardo ‘femminile sul femminile’ di estrema attualità attraverso il quale i racconti sposano tanto le memorie sulla difficoltà personali in quanto donna per imporsi a livello artistico, quanto aneddoti su colleghi ed amici che ha intersecato nel corso della sua carriera, da Mario Schifano a Federico Fellini e Marcel Duchamp. Su tutti, il ricordo dell’amore per il compagno, lo scrittore Goffredo Parise, con cui ha attraversato con leggerezza e lucidità i conflitti sociali e ideologici di quegli anni. Arricchita da diverse fonti documentarie e di repertorio, l’opera si completa con le interviste ad amici, artisti, stilisti, critici, curatori che l’hanno incontrata e hanno condiviso con lei affetti e passioni, e che corrispondono ai nomi di Hans Ulrich Obrist, Maria Grazia Chiuri, Pierpaolo Piccioli, Francesco Vezzoli, Achille Bonito Oliva, critico, Paola Pitagora, Marco Meneguzzo, Marzio Breda, Guido Ceronetti, Giorgio Amitrano, Silvia Tofanelli, Lina Sari, Olga Strada e Piero Mascitti. Giosetta Fioroni Pop Sentimentale è di 3D Produzioni realizzata in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà. Il documentario è, dal 26 ottobre, in programmazione sul canale Sky Arte ed è stato scelto per la sezione a concorso dedicata ai documentari del Festival del Cinema Italiano di Madrid in programma dal 22 al 28 novembre.

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Da quasi cinquant’anni è un punto di riferimento del quartiere Talenti di Roma e, fin dalla sua apertura nel 1971, lo Zio d’America ha vissuto molti cambiamenti. L’ultimo, nel 2016, è stato il passaggio a una famiglia romana che opera già nella gdo da più di cinquant’anni con la catena di supermercati “Il Castoro”. Con il cambio di proprietà, già molte sono state le modifiche apportate, culminate in un importante restyling. L’obiettivo dichiarato è quello di ridistribuire gli spazi in maniera più moderna e più adatta alla nuova clientela, compresa quella dei millennials, che sempre di più si affaccia ai tavoli del bar, senza tuttavia snaturare l’essenza e la storica accoglienza dello Zio d’America. Con la collaborazione di Costa Group, azienda leader nell’allestimento di bar e ristoranti, lo Zio d’America si è rifatto il look puntando tutto sul nuovo bancone centrale a penisola, che inizia con un vasto assortimento di pasticceria artigianale e culmina nello spazio dedicato al cocktail bar e al juice bar. È presente anche un angolo di Gastronomia con una selezione di prosciutti nazionali e Jamon iberico da affettare al momento. Con un centinaio di referenze in bottigliera, una carta che spazia dai classici ai signature cocktail e 4 tipologie di birre alla spina, il bancone è il fulcro della nuova proposta dedicata ad un pubblico variegato sempre più attento ed esigente, grazie anche alla collaborazione con Planet One, l’ateneo del bartending italiano per la formazione di risorse umane. La vera novità sta nella proposta del nuovo menù gustabile in tutte le aree del nuovo Zio d’America, proprio per ribadire il concetto di unicità dello “Zio”. Oltre a continuare a puntare sull’appuntamento del brunch, prerogativa non solo del weekend ma disponibile tutti i giorni in formula lunch, lo “Zio” ha pensato anche a tutti coloro che preferiscono uno sfizio veloce oppure una degustazione su misura con la formula degli “zietti”, assaggi dei piatti in versione tapas, che consentono sia di mantenersi leggeri che di fare una sorta di percorso del menù a 360°: dall’amatriciana al piccolo hamburger, passando per la miniporzione di polpette al fish and chips. Sono piatti gustosi che provengono direttamente dalla cucina, aperta tutto il giorno, dalle sei del mattino fino a tarda serata. La cucina dello “Zio” propone inoltre, sia in versione “classica” che in formula “zietti” una varietà gastronomica per tutti i gusti passando dalla cucina tradizionale a quella internazionale (primi, secondi, carne, pesce, crudi) senza rinunciare anche alla pizza cotta nel forno a legna. Il nuovo allestimento ha puntato, inoltre, a valorizzare la zona retail e l’enoteca, che conta oltre mille etichette di vini, spumanti e champagne e che ha da sempre caratterizzato lo Zio d’America come punto di riferimento del quartiere per la rivendita di prodotti d’eccellenza nel campo del food & beverage. “Grazie alla nostra esperienza e ai rapporti con i fornitori della grande distribuzione, abbiamo dato ulteriore impulso a questo settore e siamo riusciti ad ottenere importanti partnership per Lo Zio d’America, scelto da produttori solitamente molto selettivi”. Sia nell’offerta del bar che nella zona retail, sono un esempio il caffè Illy, le specialità dolciarie Babbi, Baratti & Milano, la cioccolata Venchi, la pasticceria Caffarel, Flamigni e Fiasconaro (con particolare riferimento ai dolci delle feste, come i panettoni), la pasta Verrigni.

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Sospendere, a Roma, l’attuazione del nuovo Piano pullman, il cui avvio è previsto per il prossimo primo gennaio, e istituire un tavolo tecnico che includa tutte le categorie coinvolte per l’elaborazione di un piano alternativo. È quanto chiede in una lettera inviata al sindaco di Roma Capitale, Virginia Raggi, l’Associazione Guide Turistiche Abilitate Roma (Agtar), la più grande associazione della categoria in città e nel Lazio. “Mettiamo a disposizione di questa amministrazione le nostre competenze e la nostra esperienza”, spiega Isabella Ruggiero, presidente di Agtar, “nell’interesse non di una sola categoria, ma di tutti i cittadini, nel rispetto del centro storico e dell`intera città”. Ruggiero ricorda che sono otto i ricorsi già presentati da differenti categorie del settore turistico contro il piano elaborato dall’amministrazione capitolina e solidarizza con i rappresentanti delle agenzie di pullman turistici, che oggi hanno manifestato in occasione della riunione della commissione trasporti dell’assemblea capitolina, chiamata a esaminare proprio questo tema. “Roma rischia di vedere fortemente ridimensionate le presenze relative al turismo di gruppo, congressuale e agli eventi”, prosegue Ruggiero. “I grandi tour operator internazionali con i quali ci siamo confrontati alle fiere del turismo, come quelle di Rimini e di Londra, ci hanno manifestato la loro preoccupazione, anticipandoci l`intenzione di trovare destinazioni alternative alla nostra città, qualora il piano entrasse effettivamente in vigore così come previsto”. La commissione e il dipartimento turismo del Campidoglio finora hanno svolto un ottimo lavoro. Ora l’assessorato città in movimento sembra volerlo compromettere, danneggiando per i prossimi anni con questo Piano il comparto turistico dei gruppi”. Secondo Agtar, “l’assessore Linda Meleo demonizza i pullman turistici, trascurando invece il fatto che il loro impatto sul piano ambientale è ridotto rispetto agli altri mezzi privati, essendo quasi tutti di ultima generazione (Euro5 ed Euro6) e ottimizzando il rapporto numero passeggeri/mq di strada occupati. Come alternativa, il sistema dei mezzi pubblici della Capitale, proposto dall’assessore, non è certo in grado di sostenere un impatto aggiuntivo di 15 milioni di visitatori l`anno, dimostrandosi già ampiamente insufficiente nonché poco sicuro per il numero attuale di passeggeri. Con mezzi privati, per sostituire un pullman che trasporta 40 persone occorrono 6 minivan o circa 10 taxi. Sul serio qualcuno pensa che impattino sul traffico romano e sull’ambiente meno di un pullman? Per tutti questi motivi”, conclude Ruggiero, “chiediamo al sindaco Raggi di fermarsi finché è in tempo, o rischia di fare un danno enorme non solo agli operatori del comparto turistico, ma a tutta la città”.

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