Day by Day: da Guido Reni a Van Dyck, dalla Turchia a Cleveland

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C’è la mostra Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro, a cura di Stefano Pierguidi, nelle Gallerie Nazionali di Arte Antica fino al 17 febbraio del prossimo anno, nella sede di Galleria Corsini a Roma. L’esposizione ruota intorno a uno dei quadri più emblematici della storia della collezione delle Gallerie Nazionali: la Visione di sant’Andrea Corsini di Reni, commissionata dai Corsini per la canonizzazione del santo vissuto nel Trecento, avvenuta nel 1629 durante il pontificato di Urbano VIII Barberini. Il capolavoro di Reni, oggi agli Uffizi, era ospitato nelle sale di Palazzo Barberini fino al 1936, quando passò ai Corsini di Firenze. In mostra viene messo a confronto, per la prima volta, sia con la replica eseguita nel 1732 da Agostino Masucci, rimasta in via della Lungara e realizzata per la versione musiva voluta da Papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini, per l’altare della cappella di famiglia in San Giovanni in Laterano (1730), sia con il dipinto conservato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, opera di Reni stesso, che ritrae il Santo in altre movenze. Quest’ultima opera arriverà in mostra dopo un accurato restauro finanziato dalla Gallerie Nazionali Barberini Corsini. L’opera proveniente dagli Uffizi è un capolavoro paradigmatico della devozione seicentesca, con rimandi a Raffaello e all’Antico, in una formula alternativa al Barocco più tuonante di Bernini e Pietro da Cortona. Reni, dopo un confronto con il naturalismo di Caravaggio, si muove poi verso una pittura via via più rarefatta, approdando negli ultimi anni della sua carriera a preziosi accordi cromatici, di lillà e aranci, quali quelli che si ammirano nella sua seconda interpretazione del Sant’Andrea Corsini, più tarda di dieci anni. Lo sperimentalismo tecnico di Reni, pittore che lavorò tanto ad affrescò quanto ad olio, su tela, rame, pietra di paragone e persino su seta, sarà analizzato nella seconda sezione della mostra. Già dalla prima metà del Seicento e per tutto il Settecento le sue opere, come visto con il Masucci, vennero replicate in mosaico e in arazzo. Da Palazzo Barberini arriva il Putto dormiente di Reni ad affresco staccato dal muro e ancora provvisto della sua cornice fatta eseguire appositamente dal cardinale Francesco Barberini nel 1629, che attestadell’eccezionale fortuna collezionistica del maestro, e della particolare predilezione che per lui ebbero i Barberini. In mostra anche la versione musiva, opera dello specialista Giovanni Battista Calandra, del Ritratto del cardinale Roberto Ubaldini eseguito da Reni e la Sibilla Persica in mosaico, oggi appartenente alla collezione di Palazzo Pitti a Firenze, attestata nel Settecento nel palazzo di via della Lungara. È un capolavoro di Mattia Moretti il quale lavorò anche su cartoni di Masucci, per i mosaici inviati in Portogallo. Catalogo edito Officina Libraria, con testi del curatore.

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Pochi lo sanno, ma in Turchia sono 32 i siti archeologici gestiti da missioni estere in collaborazione con team turchi. È di grande importanza, e attiva da decenni, la collaborazione tra istituzioni turche e italiane nell’ambito del settore archeologico. Oltre a quella di Uşakli Höyük a Yozgat dell’Università di Firenze diretta da Stefania Mazzoni, ecco la missione a Yumuktepe a Mersin dell’Università di Lecce, diretta da Isabella Caneva, quella di Kinik Höyük a Niğde dell’Università di Pavia, diretta da Lorenzo D’Alfonso, la missione di Arslantepe a Malatya dell’Università di Roma La Sapienza, diretta da Marcella Frangipane, quella di Karkamış a Gaziantep dell’Università di Bologna diretta da Nicolò Marchetti, la missione di Elaiussa Sebaste a Mersin dell’Università di Roma La Sapienza diretta da Annalisa Polosa e la missione di Hierapolis a Denizli dell’Università di Lecce, attiva già dal 1957, diretta da Grazia Semeraro.

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Successo a Cleveland, negli Stati Uniti, per la preview della mostra Renaissance Splendor:Catherine de’ Medici’s Valois Tapestries, aperta al pubblico fino al 21 gennaio del prossimo anno. I sei arazzi delle Gallerie degli Uffizi esposti a Cleveland sono tornati a splendere grazie al restauro iniziato nel 2015 finanziato da Veronica Atkins, che per mezzo dei Friends of the Uffizi Gallery ha donato 500mila euro alle Gallerie. All’inaugurazione dell’esposizione oltreoceano, oltre al direttore e presidente del Cleveland Museum of Art, William M. Griswold, erano presenti il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt e la presidente dell’associazione Friends of the Uffizi Gallery, Maria Vittoria Colonna Rimbotti. “Vedere i sei stupendi arazzi restaurati della serie Valois di Caterina de’ Medici in un allestimento davvero spettacolare a Cleveland è emozionante, e ci dà un’idea quanto il futuro Museo degli Arazzi a Palazzo Pitti potrà diventare attrattore per il pubblico, oltreché punto di riferimento per gli studiosi”, ha dichiarato Schmidt, “e siamo gratissimi ai Friends of the Uffizi, e in particolare a Veronica Atkins, di aver restituito al mondo queste opere enormi, in grado di rievocare le festività della corte reale francese in maniera avvolgente e immersiva”. Per Colonna Rimbotti, “con la mostra Renaissance Splendor il pubblico americano può finalmente ammirare dal vivo i frutti dati dalle donazioni della mecenate Veronica Atkins, socia dei Friends of the Uffizi Gallery, esempio più emblematico e virtuoso del vero mecenatismo, nato da noi nel Rinascimento, ma molto più sentito negli Usa, dove la lunga pratica della defiscalizzazione ha svolto una funzione educativa e di sensibilizzazione. Il restauro degli arazzi appartenenti alla serie Feste dei Valois è stata un’opera molto complessa e costosa, circa 400mila dollari solo per i primi quattro arazzi, degli otto che compongono l’intera collezione, data la delicatezza e la grandezza degli arazzi stessi. Sarà una gioia poterli vedere tutti insieme nel Museo degli Arazzi di Palazzo Pitti prossimo all’apertura”.

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Fino al 17 marzo del prossimo anno nelle Sale Palatine della Galleria Sabauda, presso i Musei Reali di Torino, è visibile la mostra dedicata ad Antoon van Dyck (Anversa, 1599 – Londra, 1641), uno dei più grandi artisti del Seicento europeo, il miglior allievo di Rubens che rivoluzionò l’arte del ritratto del XVII secolo. Personaggio di fama internazionale, gentiluomo dai modi raffinati, artista geniale e amabile conversatore, Van Dyck fu pittore ufficiale delle più grandi corti d’Europa. Attraverso un percorso espositivo che si dispiega in quattro sezioni, 45 tele e 21 incisioni, la mostra Van Dyck. Pittore di corte intende far emergere l’esclusivo rapporto che l’artista ebbe con le corti italiane ed europee. Dipinse capolavori unici per elaborazione formale, qualità cromatica, eleganza e dovizia nella resa dei particolari, soddisfacendo le esigenze di rappresentanza e di status symbol delle classi dominanti: dagli aristocratici genovesi ai Savoia, dall’arciduchessa Isabella alle corti di Giacomo I e di Carlo I d’Inghilterra. Le sue opere sono un modo per entrare nel fastoso universo seicentesco, per scoprire le ambizioni dei personaggi che si fecero ritrarre dalla “gloria del mondo”: così Carlo I amava definire il maestro fiammingo, per accrescere il lustro e il prestigio della corte. Proprio in Italia, dove Van Dyck soggiornò per sei anni, dal 1621 al 1627, visitando numerose città e dove potè approfondire lo studio dell’arte italiana e in particolare quella veneta, avviò i contatti con l’aristocrazia genovese, i sovrani torinesi e i duchi di Firenze, committenti che lo condussero a specializzarsi nella ritrattistica. Formandosi sui modelli di Tiziano e rispondendo alle esigenze celebrative della committenza, Van Dyck elaborò un genere del tutto personale, caratterizzato da una grande perfezione formale. Opere come la marchesa Elena Grimaldi Cattaneo, il Cardinale Guido Bentivoglio, Emanuele Filiberto Principe di Savoia, l’arciduchessa Isabella Clara Eugenia in abito monastico, Il principe Tomaso di Savoia Carignano, Carlo I e la Regina Enrichetta Maria sono esempi sublimi dei suoi ritratti che, per la naturalezza e spontaneità dei gesti, per la cura estrema nella resa dei materiali preziosi come sete e merletti, per le pennellate impalpabili che creano atmosfere vibranti e seducenti, esercitano ancora oggi un fascino irresistibile. Grandi e importanti sono anche le tele dedicate ai miti, i cui racconti erano tanto in voga nell’iconografia del tempo, come Giove e Antiope, Amarilli e Mirtillo, Vertumno e Pomona e Venere nella fucina di Vulcano. All’artista i Musei Reali di Torino e Arthemisia dedicano una grande esposizione incentrata sulla sua vasta produzione di ritratti e non solo: le opere, 45 dipinti e 21 incisioni, provengono dai musei italiani e stranieri più prestigiosi come laNational Gallery di Washington, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Londra e la Collezione Reale inglese, la Scottish National Gallery di Edimburgo, il Museo Thyssen-Bornemiza di Madrid, ilKunsthistorishes Museum di Vienna, l’ Alte Pinakotek di Monaco, il Castello Arcivescovile di Kromeriz presso Praga, le Gallerie degli Uffizi, i Musei Capitolini di Roma, la Ca’ d’Oro di Venezia, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, il Palazzo Reale e i Musei di Strada Nuova di Genova, in dialogo con l’importante e corposo nucleo di capolavori della Galleria Sabauda. La mostra è organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Musei Reali di Torino e al Gruppo Arthemisia, con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino. La cura dell’esposizione è affidata ad Anna Maria Bava e Maria Grazia Bernardini e a un prestigioso comitato scientifico, composto da alcuni tra i più noti studiosi di Van Dyck quali Susan J. Barnes, Piero Boccardo e Christopher Brown. L’iniziativa è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura, programma per promuovere l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano.

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È stato siglato dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo il protocollo d’intesa tra eBay e l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (Icqrf), l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig), la Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani (Federdoc), per la difesa del Made in Italy agroalimentare sul web. L’accordo, della durata di due anni, ha come obiettivo quello di proteggere dalle contraffazioni sul sito web eBay le indicazioni geografiche italiane Dop e Igp, tutelare il made in Italy agroalimentare e vitivinicolo, e favorire la presenza nel mercato online dei prodotti italiani autentici e di qualità. L’intesa prevede anche una nuova collaborazione, tra Mipaaft, Icqrf ed eBay, per garantire la protezione dei consumatori online anche sotto il profilo delle corrette informazioni in etichetta di tutti prodotti agroalimentari in vendita. “Dobbiamo difendere la qualità dei nostri prodotti Made in Italy e fare il più possibile per contrastare l’italian sounding. Il rinnovo dell’intesa di oggi va proprio in questa direzione. In questi anni, l’accordo con eBay ha portato a ottimi risultati. Non bisogna abbassare la guardia. Insieme all’Icqrf, che si cura della tutela delle eccellenze italiane in giro per il mondo, stiamo lavorando con tutti, sotto ogni punto di vista, affinché i nostri prodotti di qualità vengano apprezzati così come sono e non ci siano contraffazioni”, ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio. E “in questa direzione va l’allargamento dell’intesa con eBay anche sul controllo delle etichette. I cittadini devono essere messi nella condizione di scegliere con la massima trasparenza ciò che mangiano, la provenienza del prodotto, le materie prime con cui il l’articolo è composto per poter acquistare consapevolmente e al sicuro da ogni tipo di frode”. Per Andrea Moretti, direttore Affari Legali di eBay in Italia, “il rinnovo dell’accordo con Mipaaft, Aicig e Federdoc conferma l’impegno costante di eBay per la promozione del Made in Italy e rappresenta un’altra tappa importante nel percorso intrapreso per la tutela e promozione delle eccellenze italiane sulla nostra piattaforma. In particolare, questo protocollo d’intesa non solo costituisce uno strumento prezioso per fare rete con istituzioni e consorzi ma conferma il nostro impegno nella lotta alla contraffazione, da sempre uno dei temi chiave per eBay”. E Aicig, commenta il presidente dell’Associazione Italiana dei Consorzi della Indicazioni Geografiche Cesare Baldrighi, “esprime la massima soddisfazione per il rinnovo del protocollo, siglato con l’intento di tutelare le indicazioni geografiche online attraverso la rimozione di annunci di vendita posti a violazione dei prodotti. Un accordo che condividiamo in ogni sua parte, compreso l’allargamento dell’intesa al controllo sulle etichette introdotto in questo protocollo e annunciato dal ministro Centinaio. La nostra associazione, in rappresentanza dei consorzi plaude quindi al rinnovo e auspica di continuare con fattiva collaborazione di tutte le parti a tutelare in rete sia i prodotti evocati fraudolentemente, sia i consumatori che in questo modo avranno la garanzia di acquistare solo denominazioni originali”. Per il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro “il commercio elettronico è una realtà in continua crescita, caratterizzato dall’estrema rapidità nella formulazione degli ordini e nella consegna dei prodotti. È poi una pratica commerciale con una dimensione globale. Questo lascia prefigurare la necessità di intervenire con immediatezza  per le attività di tutela dei prodotti Dop ed Igp. La collaborazione fra il fornitore del servizio e-Bay, l’autorità nazionale di riferimento Mipaaf e le associazioni dei Consorzi dei prodotti Dop ed Igp permette di intervenire prontamente ed in sinergia per assicurare la tutela  dei consumatori e favorire la commercializzazione dei prodotti”.

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Torna alla Fiera Roma dal 23 al 26 novembre Mercato Mediterraneo: cibi/culture/mescolanze, manifestazione dedicata alla filiera agroalimentare e finalizzata a valorizzare il cibo, chi lo produce e chi lo consuma. Giunto alla seconda edizione, si presenta come appuntamento professionale indirizzato alla conoscenza e al valore economico, sociale e culturale delle produzioni dai paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. “Mercato Mediterraneo”, spiega l’amministratore unico e direttore generale di Fiera Roma Pietro Piccinetti, “è un appuntamento con un format originale e una proposta innovativa. È una manifestazione fieristica business-to-business di respiro internazionale, dove si fondono affari e cultura, si sviluppano relazioni, si condividono idee e si costruiscono sinergie tra aziende espositrici e buyer nazionali e internazionali. Con un simile evento dedicato alla filiera agroalimentare, distretto produttivo particolarmente strategico per il Lazio e l’Italia in genere, Fiera Roma risponde al suo compito di promotrice di sviluppo del territorio e del Paese, creando nuove opportunità di affari dentro e fuori l’area del Mare Nostrum. Tutto con la forte consapevolezza che la civiltà del Mediterraneo sia la madre e la matrice di ciò che oggi viviamo”. Un’occasione B2B per favorire il contatto diretto fra aziende e buyer provenienti da tutto il mondo e sviluppare così nuove opportunità di business. Il tutto con uno speciale programma di appuntamenti one-to-one, riservato agli espositori con buyer di alto livello. “Partiamo da Roma per parlare di un mercato che è in questo momento storico, il mercato potenzialmente più interessante e dove avverranno gli investimenti internazionali più importanti. Mercato Mediterraneo sarà il luogo dell’incontro dove il tema dell’opportunità che il Mediterraneo offre, verrà declinato in macro ambiti di dibattito, dall’economia al marketing, dall’agricoltura sostenibile al mercato dell’extravergine, passando attraverso i mondi antichi del vino e delle forme del latte”, dichiara Francesca Rocchi, curatrice culturale del Mercato Mediterraneo. Significativa è la partecipazione delle aziende del distretto agroalimentare del Lazio, sostenute da Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio. Il Ministero degli Affari esteri ha concesso il patrocinio ai principali eventi culturali della manifestazione.

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